mercoledì 30 aprile 2014

Virgin Forest vol. 1 - Hidden music from Argentina (Charly Garcia - Clics modernos (1983)/Pescado Rabioso - Artaud (1973)/Manal - Manal (1970))



Foreste vergini, territori sonori da esplorare, hic sunt leones, terrae incognitae, Atlantide, Lemuria, Eldorado, Catai ...
Esistono lande musicali ancora da scoprire (o riscoprire)?
La risposta è: sì, certamente ...
La musica incognita, anzi, supera di gran lunga quella conosciuta, apprezzata, divulgata e sulla quale si esercita il discorso critico ... Attenzione! Ciò non significa necessariamente che la musica sepolta sia ingiustamente dimenticata o, addirittura, superiore, in media, al mainstream; quel che si vuole significare (sin dalla creazione di questo blog) è questo elementare concetto: per giudicare occorre conoscere la totalità di un fenomeno ... solo in tal modo risulteranno accettabili le gerarchie di valore ...
Per decenni siamo stati imbrigliati da storici che propinavano il rock in base a triadi commerciali definite: Beatles, Rolling Stones, Who ... Sex Pistols, Clash, Siouxsie ... Genesis, Pink Floyd, Yes ... Ora, finalmente, il Web rende possibile ciò che prima non era nemmeno pensabile: la riscrittura della storia in base alla reperibilità quasi completa di ciò che è stato prodotto nella storia del rock, dal 1950 a oggi: a qualsiasi latitudine ... si può ascoltare tutto ... il lavoro che ci attende è enorme, immane, ma piacevole ...
Modestamente ho cercato di introdurre il coltello della sovversione in parecchi ambiti: ecco le serie sul punk e l'underground inglese, sulla prima psichedelia e il rock giapponese; ecco le bislacche liste di Nurse With Wound e Julian Cope, l'hardcore americano; le antologie sulla musica dell'Est, sul prog italico; ecco, ancora, l'hard/heavy metal anno per anno, lo zeuhl, il kraut, le sonorità popolari, e, più timidamente, il punk nostrano e la coldwave transalpina ... La legge morale dell'operazione è: chi sente cento album in tutta la vita ha una propria gerarchia; chi ne sente centomila ne possiede una di certo diversa, assai poco mainstream, ma assolutamente veritiera ... questa la nostra mira ...
Ma dove si nascondono queste zone vergini?
1. In piena luce, ma nascoste dal fogliame critico. È il caso, ad esempio, del punk inglese o del progressive: celebrato, famigerato, ridotto quasi a luogo comune: i Sex Pistols, i Clash oppure PFM e Genesis ... Decenni di critici pigri hanno generato utenti torpidi e che reagiscono in automatico come i cani di Pavlov ... suona la campanella e i cani sbavano anche se non c'è il cibo ... suona la campanella punk o prog e gli ascoltatori sbavano Sex Pistols e Genesis ... Di fronte a foreste di conifere immense ci si ferma davanti ai primi due alberi, pur importanti: i Sex Pistols e i Genesis ... ma oltre si stende un territorio dove solo pochi specialisti si avventurano ... ma a noi gli specialisti servono poco ... a noi interessa lo sguardo d'aquila che rende padroni del panorama sonoro totale: ed ecco allora Crass, Modry Efeckt, Czesław Niemen, Collegium Musicum, Come ... Basta potare i luoghi comuni e spuntano in piena luce capolavori all'altezza dei campioni più chiassosamente pubblicizzati (a volte con ragione, a volte no).
2. In piena ombra. Perché? Per l'estinguersi di una moda (non sarà il caso di rivalutare certo country rock? certa new wave?); per la mancanza di ristampe; perché certi ambiti erano ritenuti non degni di considerazione (la library music, il beat, la popular music); per la provenienza da territori musicali non anglosassoni (Sud America, Nord Europa, ex area sovietica, Estremo Oriente, Italia ...) e via così.
Per le zone in piena luce continuerò le serie già innescate; per le zone in ombra ecco la serie Virgin Forest ... si comincia con tre dischi argentini ... poi si continuerà con altre esplorazioni sommarie che, se coronate da successo, avvieranno, a loro volta, serie più articolate ... già vedo in prospettiva il prog nordico o l'hard rock sudamericano ...
Il lavoro è enorme; gli riserverò, come al solito, l'entusiasmo del divulgatore, e i miei migliori ritagli di tempo (la vita incombe ...), ma una cosa definitiva va detta: è ormai doveroso mettere fra parentesi le storie del rock già scritte ... e non dare nulla di scontato ... all'armi, ognuno sia il proprio Bangs o Bertoncelli ...

Charly Garcia - Clics modernos (1983). Charly Garcia, voce, tastiere; Larry Carlton, chitarra; Pedro Aznar, voce, chitarra, basso; Casey Scheverrell, batteria.

Pescado Rabioso (Luis Alberto Spinetta) - Artaud (1973). Luis Alberto Spinetta, voce, chitarra, tastiere; Emilio Del Guercio, basso; Carlos Gustavo Spinetta, batteria; Rodolfo García, batteria

Manal - Manal (1970). Claudio, chitarra; Alejandro, basso; Javier, voce, batteria.

domenica 27 aprile 2014

French coldwave vol. 1 - Guerre Froide - Cicatrice (1980)/Untitled EP (1981)


Un fenomeno derivativo rispetto alla radice anglosassone più immediata (Throbbing Gristle, Bauhaus, Joy Division, il Bowie berlinese) e alle glaciazioni anaffettive dei maestri Devo, ma non per questo irrilevante.
Rispetto alla matrice sonora i francesi rilevano per un certo tono decadente e languoroso (sorta di marcescenza del romanticismo) o, nel caso dei Guerre Froide (Yves Royer, voce; Patrick Mallet, chitarra, basso; Fabrice Fruchart, chitarra, tastiere; Gilbert Deffais, percussioni elettroniche; dal 1981 Marie José Deffais, tastiere e Jean-Michel Bailleux, basso), per uno straniante filtro elettronico in grado di ricreare gli stati di coscienza della personalità schizoide (l'incapacità dell'empatia, l'indifferenza, il male di vivere, la deprivazione sensoriale) - un modo di porsi che si oggettivò in una vera e propria posa estetica capace di denotare l'intero movimento (nell'ovvia differenza tra le sensibilità dei vari autori).
Da tale punto di vista l'Ep Untitled è sicuramente caratteristico rispetto all'acerbo e più indeciso Cicatrice: il brano Ersatz e Demain Berlin meritano un ascolto non superficiale e incitano una domanda fatale: se è vero che i CCCP non assomigliano a nessuno, non ritroviamo forse nelle cadenze della coldwave transalpina parte dei loro torbidi umori da fine millennio (le percussioni ipnotiche, la voce femminile in secondo piano, le accelerazioni elettriche, un effluvio di cabaret politico tedesco)?

venerdì 25 aprile 2014

Lizzy Mercier Descloux - Press color (1979)


Dalla Francia a New York: borderline, eclettica, hipster, talentuosa, la Descloux aveva tutte le carte in regola per eccellere nell'arte di parecchi artisti americani (autoctoni o immigrati) della Big Apple: quella di stupire il mondo pur non avendo niente da dire.
Si ritrovò nella capitale del mondo a mezzo fra la dissoluzione dell'impegno politico e l'insorgere del nuovo edonismo. 
In fondo cos'era il progressive se non un impadronirsi dei mezzi classici (detenuti sin allora dal potere: musica, pittura, letteratura) e usarli in senso antiborghese? E se il progressive poltriva nel compiacimento perché non addivenire a metodi più spicci e diretti, venati da goliardia grossolana, ma splendidamente antagonisti al senso comune: punk e hardcore? Ma anche il punk fallì, bruciando se stesso in brevi deflagrazioni terroristiche. Cosa fare? La disco music e il disimpegno incalzano: inventiamoci la new wave ... suoni distaccati, amorali, filtrati dall'elettronica ... avemmo, quindi, sonorità dance dai ritmi martellati, oppure estenuate dal romanticismo blasé, o rinvigorite da toni glamour kitsch, o ancora catatoniche, sfibrate dal nichilismo atonale della no wave ... e Lizzy si trovò, poco più che ventenne, fra questi umori vorticosi ... e scelse tutto. Nella sua prima opera (almeno nella versione ampliata del 2003) coesistono le prove con i Rosa Yemen (assieme al compagno Didier Esteban) dove emerge il suo lato più minimalista e inquietante (Rosa Vertov, Herpes simplex, Nina con un tercer ojo); le versioni oblique di Mission impossible e Jim on the move (di Lalo Schifrin) e di Fever (ribattezzata sardonicamente Tumour); la notevole cover di Arthur Brown, Fire, rivisitata all'uopo con felice piglio funky/disco (appena un gradino sotto Born to be alive di Patrick Hernandez ...); altri pezzi deliziosamente schizoidi in linea colla temperie no wave (Wava, Torso corso, lo strumentale Aya mood). 
La Descloux non tornerà più a questi livelli di micidiale eclettismo.
Ci ha lasciati nel 2004. La ricordiamo con affetto. 

martedì 22 aprile 2014

Third World War - Third World War I (1971)/Third World War II (1972) ovvero Le confessioni del figlio di un secolo bastardo (come si diventa ciò che si è)


"Guardo l'avvenire dal fondo d'un passato nerissimo, e trovo che nulla mi è permesso, tranne la fedeltà a una causa assolutamente perduta"
Joseph Conrad, lettera a Cunningham Graham

I berlusconiani, il Festival di Sanremo, Al Bano Carrisi, i preti e le femmine in gramaglie, le balere, la DC, Alberto Sordi.
Una volta avrei riso di queste sciocchezze. Non adesso, però. Tutte queste cose, in realtà, dicono molto sull’Italia e, ormai, su di me. No, non rido. E sapete perché non lo faccio? Perché ho imparato ad amare gli Italiani.
Questa affermazione potrà apparire bislacca, ma ... state a sentire.
Sono nato a sinistra. Feci in tempo, per due volte, a votare Partito Comunista Italiano. Amen.
In altre parole: ero comunista.
Dovete stare attenti: queste non sono affermazioni politiche: sono prese d'atto. Ero così. A dirla tutta non sapevo proprio cosa significasse essere comunista: posso confessarvi che c'entrava poco con la collettivizzazione della terra e l'abolizione della proprietà privata. Credevo in uno Stato totale, benigno e regolatore, questo sì, e nell'onestà di fondo dei dirigenti di partito, individui pronti a trasferire questa loro inclinazione a livello nazionale, una volta vinte le elezioni. Punto. Per il resto mi interessavano poco le riunioni, le candidature, i programmi, i preamboli, le intenzioni; le sale fumose, i dibattiti, le mozioni.
Mi piaceva molto la burocrazia attiva: l'assegnazione dei libri scolastici gratuiti, ad esempio. Cosa bisogna fare? E si spiegava alla mamma il passo necessario. L'otturazione del molare all'Enpas: è possibile? Certo, si può fare, ma devi riempire il modulo tale e presentarlo in talaltro posto. E le esenzioni per la borsa di studio? Quest'anno è cambiato tutto: devi fare così e così et cetera. Una volta, al liceo, tentai di organizzare pure una biblioteca gratuita, ma andò a schifio.
Al contrario mi trovavo a disagio (a dire il vero lo trovavo insopportabile) con il lato sessantottino e movimentista del PCI: l’esistenza bohemienne, la scapigliatura di sinistra, il cantautore barbuto col lambrusco sul tavolo, gli artisti off e ‘de sinistra’ (tanto più arroganti quanto più insulsi), i brindisi, le canne, le iniziative estemporanee. Una volta, a una festicciola per l'elezione di non so chi, di fronte all'ennesima birretta stappata sotto il ritratto di Enrico Berlinguer e del fesso che imbracciava una chitarra per declinare (ancora!) De André o Guccini, mi sorpresi a pensare con forza: "Mi sa che io, alla fin fine, sono fascista" (i populisti, negli anni novanta, erano ancora merce rara). La mia vita è ricca di queste rivelazioni improvvise: si scorre tranquilli per anni, poi, come se avessi lentamente sovraccaricato di tensione una linea, avviene l'inopinato corto circuito: "Mi sa che io, alla fin fine, sono fascista".

domenica 20 aprile 2014

Patti Smith - Easter (1978)


Link rimosso dopo intimazione DMCA
(Prego, ringraziate Patti Smith)

Easter Sunday, we were walking.
Easter Sunday, we were talking.
Isabel, my little one, take my hand. Time has come.

Isabella, all is glowing.
Isabella, all is knowing.
And my heart, Isabella.
And my head, Isabella.

Frederick and Vitalie, savior dwells inside of thee.
Oh, the path leads to the sun. Brother, sister, time has come.

Isabella, all is glowing.
Isabella, all is knowing.
Isabella, we are dying.
Isabella, we are rising.

I am the spring, the holy ground,
the endless seed of mystery,
the thorn, the veil, the face of grace,
the brazen image, the thief of sleep,
the ambassador of dreams, the prince of peace.
I am the sword, the wound, the stain.
Scorned transfigured child of Cain.
I rend, I end, I return.
Again I am the salt, the bitter laugh.
I am the gas in a womb of light, the evening star,
the ball of sight that leads that sheds the tears of Christ
dying and drying as I rise tonight.

Isabella, we are rising.
Isabella, we are rising . . .
* * * * *
Era la Domenica di Pasqua, stavamo camminando.
Era la Domenica di Pasqua, stavamo parlando.
Isabel, piccola mia, prendi la mia mano. È giunto il momento.

Isabella, tutto è incandescente.
Isabella, tutto è sapere.
E il mio cuore, Isabella.
E la mia testa, Isabella.

Frederick e Vitalie, il Redentore abita in te.
Oh, il percorso conduce al sole. Fratello, sorella, è ora.

Isabella, tutto è incandescente.
Isabella, tutto è sapere.
Isabella, noi stiamo morendo.
Isabella, noi stiamo risorgendo.

Io sono la primavera, la Terra Santa,
il seme senza fine del mistero,
la spina, il velo, il volto della grazia,
l'immagine sfacciata, il ladro del sonno,
l'ambasciatore dei sogni, il principe della pace.
Io sono la spada, la ferita, la macchia.
Disprezzato figlio trasfigurato di Caino.
Mi lacero, muoio, ritorno.
Ancora una volta sono il sale, la risata amara.
Io sono il gas in un grembo di luce, la stella della sera,
l'occhio che reca e versa le lacrime di Cristo
morire e disseccarsi: io risorgo stasera.

Isabella, noi stiamo risorgendo.
Isabella, noi stiamo risorgendo ...

venerdì 18 aprile 2014

Fools, villains and guitar heroes vol. 13 - Hard and heavy rocks 1980 1^ parte/2^ parte/3^ parte

Girlschool

38 Special (Stati Uniti) - Rockin’ into the night
A II Z (Gran Bretagna) - Walking the distance
AC/DC (Australia) - Back in black
Accept (Germania) - I’m a rebel
Alice Cooper (Stati Uniti) - Clones (we’re all)
Angel Witch (Gran Bretagna) - White witch
Asia (Stati Uniti) - Genghis Khan
Black Sabbath - Heaven and hell
Blackfoot (Stati Uniti) - In the night
Blue Oyster Cult (Stati Uniti) - Monsters
Buccaneer (Stati Uniti) - Introduction/Ride the tide
Budgie (Gran Bretagna) - Gunslinger
Chevy (Gran Bretagna) - Chevy
Cirith Ungol (Stati Uniti) - Frost and fire
Crysys Crysys - My desire  - My desire
Def Leppard (Gran Bretagna) - Hello America
Diamond Head (Gran Bretagna) - Sweet and innocent
Ethel the Frog (Gran Bretagna) - Fire bird
Eyes (Olanda) - No woman of mine would
Fargo (Germania) - Soul survivor
Fist (Gran Bretagna) - The watcher
Frank Marino & Mahogany Rush (Canada) - Roadhouse blues
Freeway (Stati Uniti) - Streamline
Gamma (Stati Uniti) - Voyager
Gary Moore (Gran Bretagna) - You (G-force)
Gillan (Gran Bretagna) - On the rocks
Girl (Gran Bretagna) - Hollywood tease
Girlschool (Gran Bretagna) - Demolition boys
Gravestone (Germania) - It’s over
Hellanbach (Gran Bretagna) - Out to get you
Highwind (Stati Uniti) - Who has your love
Holocaust (Gran Bretagna) - Heavy metal mania
Iron Maiden (Gran Bretagna) - Prowler
Judas Priest (Gran Bretagna) - Breaking the law
Karoline (Francia) - Couche toi sur mes rêves
Kevin Wet - The dreamer
Kicks (Stati Uniti) - You are the show
Killer (Belgio) - Killer
Kiss (Stati Uniti) - Easy as it seems
Krokus (Svizzera) - Streamer
Lake Placid (Germania) - Resignation
Layce (Stati Uniti) - Fat man
Lazer Band (Stati Uniti) - Lead you astray
Lifer (Stati Uniti) - Father
Magnum (Gran Bretagna) - In the beginning
Manilla Road (Stati Uniti) - The dream goes on
Mass (Germania) - Bad times
McAllister (Stati Uniti) - Look at me Ma
Michael Schenker Group (Germania) - Armed and ready
Molly Hatchet (Stati Uniti) - Beatin’ the odds
Mon Dyh (Germania) - Just a minute
Motörhead (Gran Bretagna) - Ace of spades
Océan (Francia) - Qu'est-ce que tu dis
Ozzy Osbourne (Gran Bretagna) - Goodbye to romance
Plasmatics (Stati Uniti) - Sometimes I
Quartz (Gran Bretagna) - Stand up and fight
Rail (Stati Uniti) - Gangbusters
Randy Smith (Stati Uniti) - Just for you
Rush (Canada) - The spirit of radio
Samson (Gran Bretagna) - Hard times
Saxon (Gran Bretagna) - Heavy metal thunder
Scorpions (Germania) - Animal magnetism
Shakedown (Stati Uniti) - Don’t know where I’m bound
Shakin’ Street (Francia) - No compromise
Sorcery (Stati Uniti) - Barbara
Southern Heet (Stati Uniti) - Armadon
Speedway Boulevard (Stati Uniti) - Out of the fire
Suzi Quatro (Gran Bretagna) - Rock hard
Ted Nugent (Stati Uniti) - Flesh and blood
Tension (Canada) - Simple song
Thin Lizzy (EIRE) - Chinatown
Tracker Band (Stati Uniti) - State Hiway patrol
Triumph (Canada) - Hard road
Trust (Francia) - Antisocial
Tygers of Pan Tang (Gran Bretagna) - Killers
UFO (Germania) - Hot & ready
Van Halen (Stati Uniti) - And the cradle will rock
Vardis (Stati Uniti) - 100 mph
Viva (Germania) - Blue jeans forever
White Boy & The Average Rat Band (Stati Uniti) - Leaving tonight on vacation
White Spirit (Gran Bretagna) - Backs to the grind
Whitesnake (Gran Bretagna) - Ready ‘n’ willing
Whiz Kid (Stati Uniti) - Play dirty
Wild Horses (Gran Bretagna) - Street girl
Witchfynde (Gran Bretagna) - Give ‘em hell

martedì 15 aprile 2014

Randy Holden collection - Blue Cheer - New! Improved! Blue Cheer (1969)/Randy Holden - Population II (1970)


Quando, nei dialoghi finali de Il mucchio selvaggio, un omonimo di Randy, William Holden, esclama, rivolto ai fratelli Oates: "Andiamo!", uno dei due si limita a rispondere: "Sì, andiamo". Borgnine, che li aspetta fuori, si limita ridacchiare e si unisce a loro.
Senza parole. E che bisogno c'è di parole?
I quattro vanno a morire, ovviamente, e non in nome di un ideale; in nome di qualcosa d'inesprimibile che li lega intimamente (idee senza parole) e senza cui non sarebbero ciò che sono.
Sapeste quante volte mi hanno detto di scegliere il meglio o l'utile per il mio bene. E ho fatto il contrario. Questo accadeva tanti anni fa. Ora non è più questione di scelta. Devi fare il contrario. Un indizio di salute: fare il contrario.
Una cosa voglio dirvi: vivendo in tal modo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, non si campa granché bene. Diventa tutto difficile. Scorrere in senso favorevole alla corrente, scivolare lungo un declivio prestabilito rende, invece, un senso di pienezza inimitabile, inutile negarlo. Eppure, alla lunga, giunti a un certo grado della propria esistenza, se non si è degli imbecilli a tutto tondo (moralmente inespugnabili, quindi), lisciare il pelo alla vita provoca dei rimorsi profondi e inconsapevoli e insinua l'infelicità più amara: quella di cui non si riesce a scoprire l'origine; viceversa, risalire le pietraie e le strade meno battute della montagna, può farti sbucciare le ginocchia e le mani, e imprecare contro chiunque, e rimpiangere coloro che scendono comodamente a valle, ma quando, seppur laceri, si arriva alla vetta ... sì, da lì si può dominare tutta la pianura, col cuore libero dai pesi dell'utile e del vantaggio, e scorgere la forma definitiva delle cose; e tutti quelli che prima schernivano, ora, al massimo, possono alzare il naso verso di te (anche se, spesso, si limitano a fissare le scarpe).
Non hai desideri di rivalsa, però: a te basta la vetta.
Quindi: che fare? Semplice, si va. Attenti! Non sempre è necessario fare il contrario. Ci sono età felici, chi lo nega. Questa, tuttavia, è un'epoca grigia, stupida, autistica, schizoide, immobile. Bisogna muoversi, andare in alto. Non c'è alternativa. Non mi oppongo: non serve più. Nessuno sta a sentire i ragionamenti, le prediche, gli insegnamenti, i sermoni. Occorre incamminarsi e salire. E sperare. Sperare che, una volta giunti in cima, ci sia qualcuno ad aspettarti o che altri ti abbiano seguito. Ma se anche su quella cima non ci fosse nessuno, né un albero né un sasso e neanche il diavolo, bisogna andarci lo stesso.
"Andiamo". "Sì, andiamo".

sabato 12 aprile 2014

Claudio Simonetti collection - Marco e Gli Eremiti (1968)/Reale Impero Britannico - Perché si uccidono (1976)/Cherry Five - Cherry Five (1976)/Goblin - The best of Goblin (1999)

Figlio d'arte (del maestro Enrico), Claudio Simonetti può situarsi sulla scia del tramonto progressive. Solo l'album a nome Cherry Five (un capolavoro assoluto gli otto minuti di Country grave-yard) può situarsi sul versante King Crimson/Yes prima maniera, in cui un vago romanticismo di stampo anglosassone si sposa all'impeccabile e potente costruzione strumentale.
Nelle sue colonne sonore, quelle postreme, si respira già la piatta elettronica degli Ottanta (sua la responsabilità, peraltro, del Gioca jouer di Cecchetto, caposaldo del nulla) e i caldi impasti della musica prog vengono meno; le immortali Profondo rosso e Suspiria (visionarie, enfatiche, in bilico sul precipizio del kitsch), sono, in fondo, brevi eccezioni; forse a causa della materia filmica a cui vennero apposte, fradicia di morbosità tipica della sottocultura dei Seventies (le tre S: sesso, sangue e Satana, volgarizzate da ambiti giornalini come Oltretomba e Iacula).
Un vecchio mondo si disfaceva, una nuova visione si imponeva: nel mezzo le ossessioni libertarie dei movimenti di sinistra marcivano e generavano mostri: l'amore libero trasmutava in pornografia, la libertà di parola in vociare indistinto, la libertà tout court in anarchia orgiastica. Chissà se un giorno i primi horror di Dario Argento e Claudio Simonetti (cruente opere d'arte psicotiche) non potranno inquadrarsi in tale ottica ...
E qui è un tentativo di ricostruzione della carriera di Simonetti nei Settanta:

Marco e Gli Eremiti

Renato Quircio (voce; chitarra)
Sandro Di Nardo (chitarra)
Claudio Simonetti (tastiere)
Marcello Novarini (basso)
Costanzo Quircio (batteria)

Ritratto di Dorian Gray

Luciano Regoli (voce)
Fernando Fera (chitarra)
Roberto Gardin (chitarra)
Claudio Simonetti (tastiere)
Walter Martino (batteria)

Seconda Generazione

Claudio Simonetti (tastiere)
Stefano Cerri (basso)
Walter Martino (batteria)

Oliver/Cherry Five

Tony Tartarini  (voce)
Claudio Simonetti (tastiere)
Massimo Morante (chitarra)
Fabio Pignatelli (basso)
Carlo Bordini (batteria)

Reale Impero Britannico

Goblin & Fabio Frizzi

Goblin

Massimo Morante (chitarra, voce)
Claudio Simonetti (tastiere)
Fabio Pignatelli (basso)
Walter Martino (batteria, percussioni; 1974) poi Agostino Marangolo (1975-1978)
Maurizio Guarini (tastiere; 1975-1978)

mercoledì 9 aprile 2014

Mutant Sounds reborn. The Italian posts of Mutant sounds vol. 10 (Giusto Pio/Hydrus/Illachime Quartet)

Giusto Pio

Giusto Pio - Motore immobile (1978). Italian violinist Giusto Pio, completed a classical musical training in Venice and was hired as a violinist in the RAI Milan orchestra, following aspects of traditional classical music but without losing an eye on current experiments.
It has become known to the general public for having cooperated with various songwriters Italians, including Franco Battiato, Alice and Milva. Often in the 80s and 90s he had collaborated with experimental artists, working and contributing, as arranger, violinist director or conductor, especially for Battiato, which Pio's gave violin lessons in the seventies.
This is an excellent release on the Cramps label, blending his love for abstract experimental music.

Hydrus - In space (1978). Wonderful space electronic LP released by PDU label (same label as Electriktus, posted about 10 month ago here). Forget that kitch disco label. What we have here is space electronics in the traition of Ohr and Kosmische Kuriere albums, that were released in Italy by PDU label too. Not much more infos available though.

Illachime Quartet - Illachime Quartet (2003). Thanks to blog friend Vincenzo for this amazing piece, the highly ambitious and challenging privately released debut from an Italian outfit who'd latterly go on to work with such luminaries as Rhys Chatham, Graham Lewis and Mark Stewart on their 2007 follow-up “I'm Normal, My Heart Still Works”. Fronted by the duo of Fabrizio Elevtico and Gianluca Paladino, the former with ivory tower credentials, the latter coming from a rock background, the alloy of their combined instincts resulting in something vast, sprawling and fused by a through-line in melancholia. The end product is something pretty unique, though to my ears it seems to take a page from both the strain of Italian improv rock that comes in off the R.I.O. tip ala La 1919 and the terse high drama of This Heat, but with an added overlay of both desiccated and purgatorial Hwyl Nofio atmospherics and spectral threadings of modern classical composition.

sabato 5 aprile 2014

Dream Syndicate - The complete live at Raji's (2004)


Gli ultimi fuochi? Le ultime scariche di fucileria? Con i nuovi regolamenti in vigore dal 31 marzo la vedo male. Poiché è bene essere previdenti estendo da subito il mio testamento:

"Molto bello, è stato molto bello amici miei. Tutto iniziato quasi per scherzo (su suggerimento di Webbaticy, in verità), poi, lentamente, ho cominciato a prendere la cosa con sempre più leggerezza: nel mio vocabolario ciò significa che la prendevo molto seriamente. Ho assestato i colpi, cercando di rendermi complementare alle proposte degli altri blogger canaglioni e di ricercare musica insolita e nascosta (anzi: trascurata) nei grandi filoni del rock: punk inglese e hardcore americano, progressive italiano, NWW list, Julian Cope list, la prima psichedelia, zeuhl, musica tradizionale, gruppi britannici alternativi dei Settanta, avanguardia colta. Lo scopo era semplice e l'ho ribadito più volte: di un fenomeno sonoro occorre scandagliare TUTTI i volti e le facce: solo in tal modo è possibile superare le trite canonizzazioni delle storie rock che ci hanno tramandato e riscrivere (sì, riscrivere) le gerarchie di valore.
Altrimenti si fa come a scuola: l'Ottocento? Foscolo, Manzoni, Leopardi. Il Novecento? Ungaretti, Quasimodo, Montale. Zoff, Gentile, Cabrini ... no, non è così. Gioachino Belli si mangia a colazione Ugo, Alessandro e Giacomo e non lo dico da romano: basta leggerlo Gioachino ... 
Il mio scopo, insomma, era divulgare, grazie ai mezzi infiniti che la Rete (suo malgrado, verrebbe da dire) ci fornisce, l'intero spettro cromatico di una corrente, di un'epoca, di un settore sonoro.
Spero che, almeno in parte, sia riuscito nell'intento.
Spero, inoltre, di completare ciò che ho da dirvi.
Spero, infine, d'aver sovvertito alcune certezze: che qualcuno di voi smetta di collegare subliminalmente (ed esclusivamente) il punk inglese ai Sex Pistols e il progressive italiano alla PFM per gustare, senza pregiudizi, New Hearts e Albergo Intergalattico Spaziale.
In attesa dello svolgersi del futuro, quantomai precario, vi saluto

Vlad Tepes" 

Sui Dream Syndicate (nel 1989: Steve Wynn, voce, chitarra; Paul B. Cutler, voce, chitarra; Mark Walton, voce, basso; Dennis Duck, batteria; avevano già perso per strada Karl Precoda e Kendra Smith alla chitarra e al basso) c'è poco da dire: dal vivo o dal morto sono eccezionali. 

mercoledì 2 aprile 2014

Early British punk from A to Z vol. 14 (Misspent Youth/Model Mania/Models/Mutants/Nazis Against Fascism/Neo/Neon/Neon Hearts/New Hearts/Nipple Erectors)

Neon Hearts

Misspent Youth (Birmingham) - Betcha won’t dance (1979; 7’’). John Buxton, voce, chitarra; Stevie Cull, voce, basso (Peter Chapman); Tony McIlwain, batteria.

Mistakes. Introvabili. Ruth Norris, voce; Rob Bakewell, voce; Andy Banks, chitarra; Mark Griffiths, basso; Chris Hussey, batteria.

Model Mania (Birmingham) - No pride slow suicide (1979; 7’’). Jim, voce; Rob, chitarra; Boco (Martin Beech), basso; Andy, batteria.

Models (Harrow) - Freeze/Man of the year (1977; 7’’)/John Peel sessions (1977). Cliff Fox, voce, chitarra; Marco Pirroni, chitarra; Mick Allen, basso; Terry Day, batteria.

Mutants (Birkenhead) - Boss man (1977; 7’’)/Hard time (1978; 7''). Sweet William, voce; Keith 'Kid' Steele, chitarra; Roddie Rodent, chitarra; Al Sation, basso;  Paul Pleasant, batteria.

Nazis Against Fascism - Sid did it (1979; 7’’).

Neo (New York/Londra) - Live at the Vortex (1977; excerpt)/Tran-sister (1978; 7’’). Ian North, voce, basso; Robert Simon, chitarra; Paul Simon, batteria.

Neon (County Durham) - The complete Neon collection (2009; recordings 1977-1979).

Neon Hearts (Wolverhampton) - Ball and chain (1997; recordings 1977-1980). Steve Heart; Martin Ratcliffe, chitarra; Paul Raven, basso; Keith Allen, batteria.

New Hearts - A secret affair. The CBS sessions 1977-1978 (2009; recordings 1977-1978). Ian Paine, voce; David Cairns, chitarra; John Harty, basso; Matt MacIntyre, batteria (Jamie Compton)

Nipple Erectors/The Nips (Londra) - Bops, babes, booze & bovver (1987; recordings 1978-1979). Shane MacGowan, voce; Roger Towndrow, chitarra; Shanne Bradley, basso; Arcane Vendetta, batteria.