Il primo massacro azteco, quello al Grande Tempio, ricade non su Fernando Cortés
(assentantosi per combattere Pánfilo de Narváez, che voleva togliergli il
comando), ma su un suo luogotenente, Pedro de Alvarado, biondo e prestante, una
sorte di Aguirre herzoghiano. Dell’episodio diamo il resoconto di parte azteca:
“Stando così le cose,
mentre si sta godendo la festa e il ballo è incominciato, e anche il canto, e i
canti si allacciano l'uno con l'altro, e i canti sono come un fragore di onde,
in questo preciso momento gli uomini di Castiglia prendono la decisione di
uccidere la gente. Subito vengono sin qui, vengono tutti in armi da guerra.
Vengono a
chiudere le uscite, i passaggi, le entrate:
l’entrata dell'Aquila nel palazzo piccolo; quella di Acatliyacapan [Punta della
Canna], quella di Tezcacóac [Serpente di Specchi]. E dopo che le ebbero chiuse si
appostarono in ciascuna di esse: nessuno poté più uscire.
Disposte
così le cose, immediatamente entrano nel Sacro Patio per uccidere la gente.
Vanno a piedi, portano i loro scudi di legno, ma alcuni li hanno di metallo, e
le spade.
Immediatamente
accerchiano quelli che ballano e si avventano sul posto dei timpani: diedero un
fendente a colui che stava suonando: gli tagliarono tutte e due le braccia. Poi
lo decapitarono: lontano andò cadere la sua testa tagliata.
Subito
tutti accoltellano, colpiscono la gente con lance e fendenti, con le spade li
feriscono. Alcuni li aggredirono alle spalle; immediatamente caddero a terra
disperse le loro viscere. Ad altri spaccarono la testa; tagliarono loro la testa,
completamente in pezzi restò la loro
testa. Ma ad altri diedero fendenti sulle spalle: spaccati, lacerati, rimasero
i loro corpi. E a quelli fericono i muscoli, a questi i polpacci, quelli più in
là pieno addome. Tutte le viscere caddero a terra. E c'erano alcuni che ancora
invano correvano: si trascinavano dietro gli intestini e sembrava che vi
inciampassero con i piedi. Ansiosi di porsi in salvo non sapevano da che parte
dirigersi. Alcuni tentavano di uscire: e lì all'entrata li ferivano, li
pugnalavano. Altri davano la scalata ai muri; ma non riuscirono a salvarsi.
Altri si rifugiarono nella casa comune: e lì si posero in salvo. Altri si
mescolarono ai morti, si finsero morti per sfuggire. Facendo finta di esser
morti si salvarono. Però allora se qualcuno si alzava, lo vedevano e lo
accoltellavano.
Il sangue
dei guerrieri, come fosse acqua scorreva: come acqua ristagnante, e il fetore
del sangue si levava nell'aria, e quello delle viscere, che parevano strisciare.
E gli
Spagnoli andavamo dovunque in cerca delle case della comunità: e dovunque
colpivano a stoccate, cercavano cose:
per vedere se c'era qualcuno nascosto; andarono dovunque, rovistarono tutto.
Nelle case della comunità cercarono da tutte le parti”.
La reazione azteca fu veemente: metà del piccolo esercito di
Cortés viene annientato. Ma lo spagnolo riorganizza le proprie forze e, con l’aiuto
di 80000 tlaxcaltechi, etnia ostile agli Aztechi, assedia México-Tenochtitlan, la
meravigliosa capitale dell’Impero che sorgeva sulle acque, già prostrata per le
pestilenze, e la rade al suolo sistematicamente.
Sulle
strade giacciono dardi spezzati;
i
capelli sono sparsi.
Scoperchiate
sono le case,
tinte
di rosso hanno le mura.
Vermi
pullulano per strade e piazze,
e
sono le pareti macchiate di cervelli.
Rosse
sono le acque, come le avessero tinte,
se
le bevevamo, erano acqua al salnitro.
Percuotevamo
i muri di creta nell’ansia
E
ci restava in retaggio un traliccio bucato.
Gli
scudi furono la nostra difesa,
ma
gli scudi non fermano la desolazione.
Abbiamo
mangiato pane ammuffito,
abbiamo
masticato gramigna salnitrosa, pezzi di creta, lucertole, topi,
e
terra fatta polvere e anche vermi.*
Nel solo Messico centrale la civiltà fece 20 milioni di
morti in un secolo.
Vanishing
peoples.
* Testi tratti da Miguel León-Portilla, Il rovescio della Conquista, 1974
Boston 1976
San Francisco
1978
San Francisco
1986
Birmingham 1987
Weld 1991
Oakland 1999
Hasselt 1995
Rio 2001
Rotterdam 2001
He came dancing across the water
With his galleons and guns
Looking for the new world
In that palace in the sun.
On the shore lay Montezuma
With his coca leaves and pearls
In his halls he often wondered
With the secrets of the worlds.
And his subjects
Gathered 'round him
Like the leaves around a tree
In their clothes of many colors
For the angry gods to see.
And the women all were beautiful
And the men stood
Straight and strong
They offered life in sacrifice
So that others could go on.
Hate was just a legend
And war was never known
The people worked together
And they lifted many stones.
They carried them
To the flatlands
And they died along the way
But they built up
With their bare hands
What we still can't do today.
And I know she's living there
And she loves me to this day
I still can't remember when
Or how I lost my way.
He came dancing across the water
Cortez,
Cortez
What a killer.
Mica male il finale di Aguirre, con la zattera invasa dalle scimmie alla deriva...
RispondiEliminaE Kinski Über Alles.
EliminaL'arte più profonda non è mai solo borghese.
Avevo riposto in un lontano ricordo della mia mente questa intesa e commovente ballata.
EliminaNeil Young quest'anno suona in Italia! Che dici, a Dio piacendo e famiglia permettendo, lo vado a vedere?
Penso proprio di si: del resto, io ho più di mezzo secolo sul gobbone e Neil, con gli opportuni scongiuri, ogni mattina che si sveglia accende un cero alla Madonna!
Neil Young è La Storia della Musica: non si può mancare.
Un consiglio per un post: le più belle ballate rock.
Oltre "Cortez the Killer" e "Southern Man", sempre di Neil Young, io ci metterei un pezzo che in pochi conoscono perchè suonato da un gruppo puro southern rock: gli "Outlaws".
Il pezzo si chiama "Green Grass and High Tides", ed è dedicato alla memoria dei loro "cugini" Lynyrd Skynryd; è una ballata di circa un quarto d'ora, con un crescendo ECCITANTE di chitarre (credo tre!), assolutamente travolgente e trascinante.
Ascoltalo, non te ne pentirai.
Un caro saluto.
Una visitina è d'obbligo ... 50 euri spesi bene.
EliminaQuello delle ballate è una buona idea. L'importante p che siano fluviali, almeno dieci minuti ...
E comunque tutto zuma, grande album
RispondiEliminaGuarda, meno male che c'è la musica.
EliminaPerché tra rospi ingoiati e travasi di bile questa annata è veramente grama.
Brano epocale, e Post da incorniciare...
RispondiEliminaGrazie brother...
Grazie, fratello.
EliminaIntanto grazie per la musica e per quello che scrivi. Poi ti segnalo che ho provato a scaricare ma il link sembra sia andato perso.
RispondiEliminaCercherò di ristabilirlo nei prossimi giorni.
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