martedì 11 dicembre 2012

We are not Pink Floyd vol. 2 - Minor bands of the English Seventies (Catapilla/Patto/Spring)

Catapilla

Catapilla - Catapilla (1971). Jazz-rock di livello: due tracce secondarie (Tumbleweed e Promises, godibilissime, però, per chi ama le sonorità dei Settanta) sono le ancelle delle due eccellenti suite, Naked death (15’39’’) e la conclusiva Embryonic fusion (24’10’’) innervate dagli assoli della chitarra e dei fiati e dalla voce caratterizzante di Anna Meek, brava nel tour de force finale. Robert Calvert è solo omonimo del cantante degli Hawkwind. Anna Meek, voce; Graham Wilson, chitarra; Robert Calvert, sassofoni; Hugh Eaglestone, sassofono; Thierry Reinhardt, flauti, clarinetto; Dave Taylor, basso; Malcolm Frith, batteria.

Patto - Patto (1970). Ai Patto mancano una hit veramente riconoscibile e la spregiudicatezza che fece grandi altri. S’inizia con The man, dall’andamento sapientemente trattenuto; si prosegue con una serie di pezzi hard-blues (bella Red glow) variamente ritmati e domati dalla voce di Mike Patto, uno Joe Cocker da rivalutare subito. Mike Patto, voce; Olly Halsall, chitarra, tastiere, vibrafono; Clive Griffiths, basso; John Halsey, batteria.

Spring - Spring (1971). Uno delle opere progressive più misconosciute di questa era felice; giocato tra raffinati tappeti di tastiere (domina il mellotron) e delicati momenti acustici, il disco rinuncia al virtuosismo e alla sovrabbondanza strumentale puntando su atmosfere distese e su quella malinconia dimessa propria delle opere minori. In evidenza Grail e la più energica Hendre mews. Pat Moran, voce, tastiere; Ray Martinez, chitarra, tastiere; Kips Brown, tastiere; Adrian 'Bone' Maloney, basso; Pique Withers, batteria, metallofono.

2 commenti:

  1. Grandissimi Patto, il gruppo più sfigato della storia. Halsall era un chitarrista fenomenale.
    Bravissimi gli Spring, il loro cantante successivamente divenne il tecnico di fiducia di Robert Plant.

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  2. Catapilla, Bravo! (et merci!)

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