Blues Creation |
20. Rallizes Dénudés
- Yodo go-a-go-go (Flightless bird) (2006;
recordings 1967-1982). Chi ha
già degustato il Live ’77 e December’s black children (JPR31) sa
cosa aspettarsi: lunghe jam, distorsioni parossistiche, ritmica catatonica,
noise puro. Nel rigido rispetto del lo-fi e dell’anarchia filologica (l’album è
un bootleg). Flames of ice, tuttavia,
è notevolissima: peccato si intuisca, più che sentirsi.
19. Karuna Khyal
- Alomoni 1985 (1976). Già recensito qui.
18. Flower Travellin’
Band - Made in Japan (1972).
Dopo l’incendiario album di cover
Anywhere (JPR28) e la non entusiasmante collaborazione con Kuni Kawachi (JPR25),
i Nostri aggiustano il tiro regalandoci un piccolo capolavoro (e uno
sbeffeggiamento ai Deep Purple). Dopo l’efficace blues iniziale Unaware, parte l’uno-due Give me air e Kamikaze; il giro di boa arriva con Hiroshima, picco della loro psichedelia hard; il resto del lavoro
vive di conserva, ormai stabilizzato sul
tono medio alto. Grandi, come di consueto, Joe (Yamanaka) e Ishima. Joe, voce;
Hideki Ishima, chitarra; Jun Kozuki, basso; George Wada, batteria.
17. Blues Creation - Demon & eleven children (1971). Hard blues di conio genuino. I Black Sabbath restano l’ovvio punto di riferimento, ma l’anno di
pubblicazione li esalta come complici della rocciosa ondata rock dei primi
Settanta, invece di relegarli al ruolo di epigoni. Non mancano omaggi puristi (Mississippi mountain blues, pleonastica)
e sdilinquimenti (One summer day), ma,
nel contesto incendiario, congiurano alla riuscita dell’insieme. Preme dirlo: gruppi così in Italia, di quei tempi, non li abbiamo avuti. Grande l'eponima sarabanda finale. Merita un orecchio anche il live con Carmen Maki (JPR44). Hiromi Osawa,
voce; Kazuo Takeda, chitarra; Masashi Saeki, basso; Akiyoshi Higuchi, batteria.
Hai vinto un premio (è una cazzata ma non è uno spam, vai a Cassetti)
RispondiEliminahttp://cassetticonfusi.blogspot.com/2014/03/premio-liebster-award-god-bless-child.html