Akira Ishikawa & Count Buffaloes |
28. Flower Travellin’ Band - Anywhere (1970). È più famoso il disco o la copertina (i Flower nudi à la Easy rider)? Riascoltando i quattro pezzi portanti (tutte cover: 21th century schizoid man, Louisiana blues, Black sabbath, House of the rising sun) bisogna ammettere che i Nostri pompavano alla grande e avevano (ricordiamolo: è il 1970) un certo gusto nel riconoscere i superclassici. Ma sì, da ascoltare, specie gli ottimi quindici minuti di Louisiana. Joe, voce, armonica; Hideki Ishima, chitarra; Jun Kozuki, basso; Joji Wada, batteria.
27. Akira Ishikawa & Count Buffaloes - Uganda (1972). Il grande Ishikawa, reduce da un viaggio nel Centroafrica, che combina al ritorno? Diventa un Santana afro-nipponico. Le due tracce centrali insistono su ritmi derivativi del Grande Continente, ma la prima e l’ultima speziano il tutto con la grande chitarra di Mizutani, sino a trovare una fluidità quasi funky. Si aggiunge, fascinosa, l’inevitabile patina d’epoca. Da ascoltare. Kimio Mizutani, chitarra; Chihara Hideaki, basso; Ishikawa Akira, batteria, percussioni; Larry Sunaga, percussioni.
26. Brast Burn - Debon (1975). Già recensito qui.
25. Kuni Kawachi & Flower Travellin’ Band - Kirikyogen (1970). Un album minore dei Flower Travellin’ Band, in effetti; con qualche punta, il grande Yamanaka alla voce e la consueta chitarra incendiaria del buon Ishima. Nella media, con buone screziature oriental-psych. Bene To your world, Graveyard of love e l’eponima traccia. Da sentire, senza troppo fretta, però. Joe Yamanaka, voce; Hideki Ishima, chitarra; Kuni Kawachi, tastiere; Pepe Yoshihiro, basso; Chito Kawachi, batteria.
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