Zebulon Pike |
Saqqara Dogs (Usa, California, San Francisco) - Thirst (1987). Un piccolo capolavoro nascosto degli Ottanta. Costola dei Factrix, i Saqqara obliano le dissonanze sataniche degli ascendenti e confezionano una sorta di post rock etnico memore, ad esempio, dei Black Sun Ensemble. La chitarra frippiana di Bergland si esalta nei ritmi rilassati e crepuscolari di Gregorian stomp oppure si fa più tagliente in Sacrifice, il cui humus sonoro si colora di un’angoscia industrial. Bong Bergland, voce, chitarra; Sync 66, voce, chitarra, tastiere, violoncello, basso, percussioni; Hearn Gadbois, voce, percussioni, cembalo.
Mirza (Usa, California, San Francisco) - Last clouds (2001). Il disco assomma il
12’’ Ursa Minor, del 1996 (le prime
quattro tracce, notevoli), e altri sette pezzi registrati, in maniera non
impeccabile, fra il 1996 e il 1998. Tutti strumentali. Last clouds rimane sospeso fra psichedelia (decisivo il contributo
delle tastiere), space e (rari) indurimenti post rock. Un disco risultato dalla
compilazione di differenti momenti sonori, ma che trova compattezza nel diffuso
tono trasognato e in certe godibili progressioni psych. Steven R. Smith,
chitarra, batteria; Glenn Donaldson, chitarra, tastiere; Mark
Williams, chitarra, basso; Brian Lucas, chitarra, basso.
Zebulon Pike (USA, Minneapolis,
Minnesota) - II: The defeaning twilight
(2006). Stoner progressive? Possibile? La prima, grande traccia (The pyramid is the ascending spiral, 12’29’’)
dà fuoco alle polveri à la Kyuss; ben presto, però, si vira dalle parti di Polvo
e Bitch Magnet, la partitura si fa più complessa, ma non confonde mai la
profondità con la superfetazione di viluppi sonori esagitati da manierismi strumentali.
Il resto è di pari forza (Structure of the black stallion, 22’14’’; Ashes of
Xerses, 20’41’’; And blood was passion, 13’13’’): pozze statiche e riprese
cingolate, distorsioni e iterazioni cacofoniche si alternano per uno dei
migliori dischi di genere degli anni Duemila. Sarebbe bene ascoltarlo subito. Erik
Fratzke, chitarra; Morgan Berkus, chitarra; Steve Post, basso; Erik Bolen,
batteria.
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