The Jacks |
Jacks (Giappone) - Vacant world (1968). Un piccolo gioiello della nascente psichedelia giapponese, prima, per intenderci, di Flower Travellin’ Band, Rallizes Denudes, Far East Family Band e compagnia. Cantato interamente nella lingua madre, il disco vede prevalere i toni sognanti e languidi. Dall’iniziale Marianne a In the broken mirror sino alla finale 500 miles from the sky, il disco soggiace a tali atmosfere lontanissime dal tritume pop e dagli invasivi omaggi alla West Coast lisergica. Yoshio Hayakawa, voce, chitarra; Haruo Mizuhashi, voce, chitarra; Hitoshi Tanino, basso; Takasuke Kida, batteria, flauto.
Mops (Giappone) - Psychedelic sound in Japan (1968). Album infarcito di cover (Joe Cocker, Animals, Jefferson Airplane, Grand Funk Railroad, Doors) come era usuale per il genere group sounds, in cui s’alternava (come nel beat italico) western rock e pop nipponico (Kayōkyoku); al netto di tale tributo, i Nostri, nelle proprie composizioni, mostrano, però, una stoffa ruvida, ma sincera, con buone punte (Blind bird, All of you). E Suzuki se la cava senza troppi danni anche in White rabbit. Non è poco. Hiromitsu Suzuki, voce; Masaru Hoshi, voce, chitarra; Taro Miyuki, chitarra; Kaoru Murakami, basso; Mikiharu Suzuki, batteria.
Apryl Fool - Apryl Fool (1969). Blues e psichedelia informano questa prima ed unica prova del quintetto. Il lato psych è dato soprattutto da The lost mother land, part 1 con le tastiere schizzate di Yanagida (che poi confluirà nella Yellow Magic Orchestra). Per il resto toni alla Animals (bella l’iniziale Tomorrow’s child), arie rilassate (Sunday, cantata in nipponico) e l’immancabile cover (Pledging my time). Eiji Kikuchi, chitarra; Chu Kosaka, chitarra; Hiro Yanagida, tastiere; Haruomi Hosono, basso; Takashi Matsumoto, batteria.
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