mercoledì 2 dicembre 2015

Damo Suzuki Band - Vernissage (1998)

Risulta sempre difficile valutare un artista o una singola opera; altrettanto difficile, a volte, valutare una formazione che si è evoluta nell'arco di decenni.
Chi deve qualcosa? E a chi?
Questo il problema.
Quell'artista che ci piace tanto non dovrà qualcosa al destino? Spesso è così: intere carriere si basano su colpi di fortuna.
E ancora: cosa deve un artista o un gruppo a un'epoca? Se i Jefferson Airplane si fossero incontrati dieci anni dopo cosa avrebbero prodotto?
E soprattutto: cosa deve un artista o un gruppo alla tradizione del proprio paese?
La prima domanda ha una risposta facile: se i Can non avessero rimorchiato Suzuki in un bar di Monaco la leggenda Suzuki non sarebbe mai nata: un colpo di fortuna.
Alla seconda domanda abbiamo già dato risposta: i Can (e Suzuki) furono grandi ANCHE perché agirono durante quei favolosi anni a cavallo fra Sessanta e Settanta, gravidi di furore e innocenza.
Per la terza domanda si potrebbe consultare un saggio di Thomas Eliot: Tradition and individual talent: cosa deve il talento individuale al patrimonio culturale d'una nazione? Cosa devono i Can alla Germania? Se Czukay e Liebezeit, con il medesimo e intatto talento, fossero nati in Cambogia avremmo avuto i Can?
Cosa aggiungere? Questo: che Vernissage, forse, non è memorabile, ma - attenzione! - la suite di ventisei minuti che incastona Halleluwah e Mushroom ancora balugina di lontane meraviglie. E alla batteria c'è Jaki Liebezeit.

2 commenti:

  1. Hello, i don't know how to use the Chinese DL link.Could you please explain what to do? Nowhere i click is a download starting...

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