Siamo nella provincia profonda, profondissima.
Mi fermo a parlare un po' con mio cugino, uno che conosco da quando è nato e con cui, in tempi felici, intrattenevo gare a chi pisciava più lontano. Ha sempre lavorato, da quando aveva quattordici, quindici anni. "Se viene l'Isis mi arruolo con tutte le scarpe. Subito". "Mmmm ... va bene ... ma così a tua moglie le tocca mettere il velo" gli dico. "E allora? Tanto i preti il lavoro loro non lo fanno più, meglio quello, no?". "Eh, se l'Isis esiste sul serio un pensiero ce lo faccio anch'io. Ci pigliano insieme" scherzo. Ma lui non scherza mica: "Almeno si crede a qualcosa. O no? Almeno credono a qualcosa. Ma questo ..."; e prende tempo agitando le mani ... " ... questo ...", come a dire: questo spappolamento generale, quest'oggi, questo schifo di situazione, "questo che è? Che rappresenta? Questo che è?".
Oggi, invece, attacco discorso con un ragazzo di fuori Roma. Ricoverato presso una clinica romana. Sta nel letto accanto a quello di mio padre. Lavora presso una notissima industria dolciaria italiana. Moglie, figlia, parenti. Normalissimo. Mi rivela d'essere un fervente mussoliniano. Io ribatto con un'altra rivelazione: "Qui vicino, a cento metri, c'è una villa degli anni Trenta. Mussolini la fece costruire per Claretta Petacci". Lui si illumina. Si arriva a parlare di politica. Fini lo disgusta, e così tutta la destra. Sul governo in carica sputa fiele. E poi: "Io sono molto cattolico. Tutta la famiglia. Cattolicissimi. Mia figlia va a scuola dalle suore, pensa un po' ... e però lo sai chi ha rovinato l'Italia?". "No", gli faccio, "chi?". "Il Papa. Il Papa. Con questa cosa dell'accoglienza. Ma cosa vuoi accogliere, cosa? E vengono, vengono ... ma vengono a far che? Ma che vengono a fare? Ha distrutto l'Italia. Tutti. Hanno distrutto l'Italia".
A fine giornata mi è presa la voglia di ascoltare musica storta. James Chance dei Contortions; Lydia Lunch, la puttana santa; i Red Transistor di Frankie Cavallo alias Von Lmo con un 7'' pre-no wave. New York, la più storta di tutte le città musicali.
Sull'Italia che dire? Un drago si agita sottopelle. Può succedere di tutto. Forse creperemo (è la soluzione più probabile vista la vigliaccheria italica) o forse no. Forse sì; o forse no.
Chiamatemi Francesco, per favore.
RispondiEliminaLascialo dormire.
RispondiEliminaOh "la" Lydia... anche lei si agita sottopelle.
RispondiEliminaUn po' inquartata ultimamente ...
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