mercoledì 2 gennaio 2013

Early British punk from A to Z vol. 1 1^ parte/2^ parte

The Adicts

Scrive Norman Mailer in Rapporti al Presidente (1963): “Una democrazia moderna è una tirannia i cui confini non sono definiti. Perciò è possibile scoprire dove è consentito spingersi soltanto muovendosi lungo una linea retta, finché non si viene fermati”.
I confini non sono definiti, aggiungiamo noi, poiché il centro conformista si sposta di continuo, ma il raggio che si diparte da tale centro si riduce progressivamente. Lo spostamento del centro conformista avviene verso un illusorio sol dell’avvenire della libertà e dei diritti civili; l’occhio delle nuove generazioni è sempre puntato verso tale astro rifulgente; di libertà parlano tutti e, ormai, pare, si può fare tutto; la politica ciancia di libertà da mane a sera; i network cosiddetti sociali, le enciclopedie, i bottegai, i sindacati, gli hippies, le associazioni professionali, culturali, progressiste o misoneiste, i carnivori e i vegani e i fascisti, tutti vendono la libertà e la offrono a piene mani e non ne sono mai sazi; in una parola: non si è mai stati tanto liberi. Ma se qualcuno, nel 2013, s’incammina per spingersi in territori inesplorati o poco battuti verrà implacabilmente fermato, in nome della libertà e del rispetto di tutti, dopo un tragitto straordinariamente breve. La catena del cane da pollaio è sempre più corta, ma la fattoria, ora, ha le superfici lustre del supermercato, niente a che vedere con l’aia fangosa di prima.
Le estremità della curva di Gauss si appiattiscono sempre di più. Ci aspetta il consenso di massa, il 98% preconizzato da Jünger. Certo, a volte si fatica a vedere almeno tale eretico 2% …
E non crediate di essere esenti perché microscopici. Ad esempio questo blog, che leggono venticinque persone in Italia, ha cercato di camminare fuori delle righe e, a volte, gli hanno ricordato che, forse, era meglio non farlo. Sette cambi di file hosting (con conseguenti re-uploads), una citazione diretta DMCA, due minacce di citazione legali via e-mail etc etc. Un paio di volte postai un commento presso un quotidiano online in cui compariva la parola “culo”: il contesto, per farla breve, era: il governo XYZ fa politiche antisociali e, di conseguenza, abbiamo le pezze proprio lì. I messaggi vennero automaticamente cestinati (il secondo temporaneamente) perché, mi spiegarono, “automaticamente” il sistema pone in letargo commenti in cui fioriscono alcuni termini triviali. Naturalmente il quotidiano anzidetto è libero di applicare tale politica; io, per me, sono libero di pubblicare scritti secondo le regole che il sistema esige oppure, massima libertà, di non pubblicarne affatto. La tua libertà finisce dove comincia quella altrui si declama; molto ben ca-cantato: peccato che quella altrui mi appare un tantino ingombrante.
La citazione di Mailer proviene dall’aneddotico libro di Jon Savage, Punk! Il rock inglese in rivolta; personalmente gli preferiamo l’autobiografia di John Lydon, No Irish, no blacks, no dogs: qui, almeno, si ride un po’, fra tristi verità, giudizi come “un pingue pagliaccio che suona discretamente il piano” (riferito ad Elton John) e ritrattini micidiali di casalinghe fiere della propria lavatrice (ci si riferisce, in questo caso, a Siouxsie Sioux). Lydon è il maggior personaggio partorito da quella breve esperienza musicale; gli siamo grati, così come siamo grati, a queste sonorità che rappresentano l’ultimo vero tentativo, unitario ed europeo, di rivoltarsi alla massificazione montante e vincente. Tale insurrezione si risolse in una sconfitta epocale, come avvenne, poi, per l’hardcore americano (già esplorato in nove volumi). Margaret Thatcher e Ronald Reagan segnarono profeticamente quei lunghi periodi politici che continuano ancor oggi. In tale disfatta è quasi commovente constatare gli ultimi aneliti di socialità; mentre, infatti, l’hardcore oltreatlantico è nettamente individualista (come notammo nel post sui Fugazi), il punk insulare (e le propaggini europee) rivendicavano ancora un frontismo cameratesco e di fratellanza, oggi inesistente. Anche di questo gli siamo grati.
Lo scopo di questa serie è quello, usuale, di scovare pepite dove non ci aspetteremmo di trovarle e, in vista di ciò, ho cercato di non indirizzare la preferenza verso un gruppo a scapito dell’altro stilando scarne schede informative; ho privilegiato, inoltre, le registrazioni pristine, più immediate e rozze, ma spesso più significative sotto il profilo documentale ed estetico. L’importante è ascoltare tutto senza farsi influenzare da miti posticci e pregiudizi.
Un saluto per il nuovo anno.
Non serviam!

American punk-hardcore vol. 0; vol. 1; vol. 2; vol. 3vol. 4vol. 5vol. 6vol. 7vol. 8vol. 9

999 (Londra) - Punk singles 1977-1979 (2001; recordings 1977-1979). Nick Cash, voce, chitarra; Guy Days, chitarra; Jon Watson, basso; Pablo LaBrittain, batteria.

A.D. 1984 - The Russians are coming (1979)/Race to nowhere (1980)/The clockwork generation (1981). Rob Ross, voce; Glenn Howard, chitarra; Dave Fancourt, chitarra; Adam York, tastiere; Peter Stevenson, basso; John Bell, batteria.

Acme Sewage Co. (Welvyn Garden City) - Raw Sewage (2010; recordings of the 70s). Ozzy, voce, chitarra; Pete Barber, basso; Simon, batteria.

Adam & The Ants (Londra) - The Decca sessions (recordings 1978). Adam Ant (Stuart Leslie Goddard), voce; Lester Square, chitarra [Matthew Ashman]; Andy Warren, basso; Paul Flanagan, batteria [Dave Barbarossa].

(Drug) Addix - The Drug Addix make a record (1978)/Too blind to see (1979). Rick Smith (Sterling Silver), voce; Mandy Doubt, voce; Art Nouveau (George Lloyd), chitarra; Alan Offa, basso; Ron Griffin, batteria.

Adicts (Ipswich) - Complete Adicts single collection (1994; recordings 1979-1985). K ‘Monkey’ Warren, voce; Pete Davison, chitarra; Mel 'Spider' Ellis, chitarra; Tim Hocking, basso; Kid Davison, batteria.

Adrenalin (Torquay). Autori di soli tre brani, oggi introvabili.

Adverts (Bideford; Londra) - Crossing the Red Sea with the Adverts (1978). T.V. Smith (Tim Smith); Pickup, chitarra; Gaye Advert (Gaye Black), basso; Driver, batteria.

3 commenti:

  1. Excellent blog in general, but specially, congratulations for the early british punk series because there´s some great stuff that I´ve overlooked previously or that it isn´t avaible yet. The Adam & The Ants´ Decca Sessions is a superb document of their early career with great sound, but it´s a pity that most of the tracks skip on the file that you´ve upped, so you get annoyed and frustrated trying to listening to it. Could you re-up this one properly or, at least, in better conditions? Thanx in advance.

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