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martedì 12 febbraio 2013

Julian Cope - Japrocksampler vol. 4 (Group Ongaku/Yoji Yuasa/Seishokki)

Yoji Yuasa

40. Group Ongaku - Music of Group Ongaku (1996; recordings 1960-1961). Abbiamo già incontratto Kosugi (JPR46) nelle bellissime improvvisazioni di Sep. 75; qui, in combutta con Shukou Mizuno, suo collega alla Tokyo National University of Fine Arts and Music, regala tre ostiche composizioni che sfociano nel rumorismo puro: i sassofoni stanazzano, i pianoforti suonano come toccati dai ghiribizzi di un alienato, tramestii incomprensibili sonorizzano gli sfondi. Eccellente ed enigmatica la chiusa Metaplasm 9-15 (25'49''). Shukou Mizuno, violoncello, batteria, nastri; Takehisa Kosugi, Violino, Sassofono, nastri; Genichi Tsuge, chitarra; Chieko Shiomi, tastiere; Mikio Tojima, violoncello; Yasunao Tone, sassofono, nastri.

39. Yoji Yuasa - Obscure tape music of Japan vol. 4: music for theatrical drama (2006; recordings 1959-1963). Due composizioni (Oen e Mittsu no sekai); se la seconda tradisce, a tratti, la sua natura teatrale, la prima (divisa in dieci parti) è una evocativa  pianura sonora dai toni minacciosi e alieni e latamente spacey. Da ascoltare. 

38. Seishokki - 1975-1977 (2005; recordings 1975-1977). Un gruppetto di studenti sbarbatelli di Hokkaido riesce a confezionare un vero gioiello sperimentale. Nove tracce senza titolo, senza capo nè coda né genere (psichedelia? Free-folk sperimentale? Improvvisazioni alla fine del mondo?) al cui confronto i Red Crayola sembrano neomelodici. Un piccolo capolavoro, ben nascosto, dei Settanta. Hitoshi Matsumoto, Masanori Komatsu, Tetsuya Takashio, Yasuaki Harabuchi, Yuji Nakamura, Ikuro Takahashi, batteria. 

venerdì 12 ottobre 2012

Nurse With Wound list vol. 15 (Philippe Doray/Roger Doyle/Jean Dubuffet/Dzyan/Emtidi/Eiliff)

NWW list vol. 15. Eiliff

84. Philippe Doray (& Les Asociaux Associés) (Francia) - Ramasse-miettes nucléaires (1977). Disco che ondeggia fra elettronica minimale (Ramasse, Miettes, Nucléaires) dovute al solo Doray e accensioni rock quasi canoniche (Secoue le Flipeur, Fin de semaine). Philippe Doray, voce, tastiere; Jacques Cordeau, chitarra; Gérard Morel, basso; Jacques Staub, tastiere; La Fanfare De La Crique, sassofoni, tromba, armonica; Olivier Pedron, batteria; Anne-Marie Chagnaud, cori; Sandrine Fontaine, cori; M’ahmed Loucif, cori; Claude Derambure, voce, cori.

85. Roger Doyle (EIRE) - Oizzo no (1975)/Thalia (1978). Studente girovago (dapprima in Irlanda, poi in Olanda e Finlandia) e fondatore della compagnia Operating Theatre, riuscì a miscelare elettronica (soprattutto in Thalia, suo capolavoro) ed elementi acustici, spesso tratti dal folclore della sua terra (Ceol sidhe). Oizzo no è dublinese per I don't know.

86. Jean Dubuffet (Francia) - Musique brut (1961). Lavoro storico del pittore e scultore Dubuffet, che ebbe a coniare e definire anche il termine art brut (arte grezza): "L'arte grezza designa lavori effettuati da persone indenni di cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o niente parte, in modo che i loro autori traggano tutto (argomenti, scelta dei materiali messa in opera, mezzi di trasposizione, ritmo, modi di scritture ...) dal loro profondo e non stereotipi dell'arte classica o dell'arte di moda". Improvvisazione purissima ed immediata, propria dei bambini o dei pazzi, il cui scopo (come il bruitismo dei Futuristi) è quello di bruciare ogni legge accademica pregressa.

87. Dzyan (Germania) - Electric silence (1974). Poteva il supervisore Dieter Dierks (Ash Ra Tempel, Cosmic Jokers ...) partorire qualcosa di irrilevante? No. Infatti il disco è un gioiellino strumentale sospeso fra Canterbury sound e decise virate verso la world music, sponda orientale. Il libro di Dzyan è il testo capitale della teosofia propugnata da Helena Petrovna Blavatsky. Eddy Marron, chitarra, sitar, percussioni; Reinhard Karwatky, basso, mellofono; Peter Giger, batteria, percussioni.

88. Eiliff (Germania) - Eiliff (1971). Ancora piacevole Canterbury sound, alle soglie del free jazz; non manca la suite d'ordinanza (Suite, appunto, 20'39''), ma i Nostri sono al meglio nei brani più concisi e concentrati. Houschäng Nejadepour, chitarra, sitar; Rainer Brüninghaus, tastiere; Bill Brown, basso; Detlef Landmann, basso; Herbert J. Kalveram, sassofono.

89. Emtidi (Germania) - Saat (1972). Non solo Dieter Dierks, ma il Papa stesso del krautrock, Rolf-Ulrich Kaiser, si scomoda per un disco dai toni delicati e sognanti dominato dalla voce della canadese Dolly Holmes. Un progressive-folk melodico adattissimo ai palati italiani, e piuttosto inconsueto per gli standard cosmici dei Settanta germanici. Maik Hirschfeldt, voce, chitarra; basso, flauto, tastiere, percussioni, vibrafono; Dolly Holmes, voce, tastiere; Dieter Dierks, basso, tastiere, percussioni.