They live we sleep. Alcuni profeti (Platone, Cartesio, Dick, Schopenhauer, Shakespeare, Calderon) hanno intuito la verità (o parte di essa): tutti, però, continuano come se il mondo avesse una dimensione solida e precisa. La nostra esistenza si svolge sbadata e immemore mentre i re del mondo ci osservano, con calma.
Matrix, il film di cui ricorre il quindicesimo compleanno, è solo l'ultima incarnazione di una intuizione antichissima: che la nostra vita è un sogno oppure, ipotesi moderna e terribile, un sogno indotto dai nostri padroni.
Se non avete pazienza potete saltare direttamente alla data fatale: 1928, anno in cui nacque il vero Morpheus.
Buona lettura, dormienti.
IV secolo a.C. Platone, VII libro de La Repubblica
“Si immaginino degli uomini chiusi fin da bambini in una grande dimora sotterranea, incatenati in modo tale da permettere loro di guardare solo davanti a sé. Dietro di loro brilla, alta e lontana, la luce di un fuoco, e tra il fuoco e i prigionieri corre una strada con un muretto. Su questa strada delle persone trasportano utensili, statue e ogni altro genere di oggetti; alcuni dei trasportatori parlano, altri no. Chi sta nella caverna, non avendo nessun termine di confronto e non potendo voltarsi, crederà che le ombre degli oggetti proiettate sulla parete di fondo siano la realtà; e che gli echi delle voci dei trasportatori siano le voci delle ombre”.
IV-III secolo a. C. Aneddoto del maestro Zhuāngzǐ:
"Una volta Zhuāngzǐ sognò di essere una farfalla, una farfalla che svolazzava qua e là spensierata.
Non sapeva di essere Zhuāngzǐ.
Improvvisamente si svegliò ed ecco che era di nuovo Zhuāngzǐ.
Ma ora non sapeva più se era Zhuāngzǐ che aveva sognato di essere una farfalla oppure se era la farfalla che stava sognando di essere Zhuāngzǐ".
54 d. c. San Paolo, Prima lettera ai Corinzi, 13, 12
“Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto”. (Videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem; nunc cognosco ex parte, tunc autem cognoscam sicut et cognitus sum)
I secolo d. C., Vangelo secondo Giovanni, 14, 30
"Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il Principe di questo mondo ..."
III secolo d. C., Ipostasi degli Arconti (dai codici gnostici di Nag Hammadi).
Sophia crea, da sola (senza Gesù Cristo), Yahwhe (Samael, Yaldabaoth) ovvero Satana, il Demiurgo ingannatore, creatore del mondo materiale:
"E prese la sua forma dall’ombra ed è diventato una Bestia Arrogante che assomiglia ad un leone. Ed è androgino, perchè è dalla materia che proviene.
Aprì gli occhi e vide un grande quantità di materia senza limiti, ed egli divenne arrogante, dicendo: 'Sono io che sono Dio, e non c’è nessun altro a parte me'".
1610 circa. William Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I
"Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita".
1635. Pedro Calderon de la Barca, La vita è sogno, atto II, scena 19
Sigismondo: "È proprio vero! reprimiamo dunque questa fiera indole, questa furia, quest'ambizione, perché forse stiamo sognando. E faremo così, dato che viviamo in un mondo tanto singolare che il vivere non è che un sognare, e l'esperienza m'ha insegnato che l'uomo che vive sogna di essere quello che è, fino a quando si desta. Il re sogna d'esser re, e così ingannato vive esercitando il comando, disponendo e governando; ma gli ossequi che riceve come in prestito può scriverli sulle ali del vento, e la morte li muta in fredde ceneri... Sventura immensa! ...
È possibile che ci sia chi cerca di regnare, se pensa che poi dovrà ridestarsi nel sonno della morte? Il ricco sogna le sue ricchezze che gli procurano tante preoccupazioni; il povero sogna di soffrire la sua miserabile povertà; sogna colui che comincia a prosperare; sogna chi s'affanna a correr dietro agli onori; sogna colui che insulta e offende... In conclusione, tutti in questo mondo sognano di essere quel che sono, se anche nessuno se ne rende conto!... Io sogno d'esser qua oppresso da queste catene; ma ho sognato che mi vedevo in altra condizione ben più lusinghiera ... Che è mai la vita? Una frenesia. Che è mai la vita? Un'illusione, un'ombra, una finzione ... E il più grande dei beni è poi ben poca cosa, perché tutta la vita è sogno, e gli stessi sogni son sogni!"
1639. Cartesio, Prima meditazione metafisica:
"Tutto quel che sino ad oggi ho stimato come assolutamente vero, l'ho ricevuto dai sensi o mediante i sensi; ho però appreso che questi talvolta ingannano ed appartiene alla prudenza non dar mai completa fiducia a chi anche una sola volta ci ha tratto in errore ... Quante volte, infatti, la quiete della notte non mi persuade che son qui, vestito, seduto accanto al fuoco, tutte cose abituali, quando invece, dopo essermi spogliato, giaccio sotto le coltri? ... Non ricordo forse di esser stato altre volte ingannato da simili pensieri mentre stavo dormendo? Quando rifletto con più attenzione su queste cose, vedo tanto chiaramente che non si danno mai indizi certi per poter distinguere la veglia dal sonno che rimango attonito e questo stesso stupore quasi mi rafforza nell'opinione che sto dormendo ... Supporrò dunque che vi sia non un Dio ottimo, fonte di verità, ma un qualche genio maligno e nel contempo sommamente potente e astuto, che abbia posto tutta la sua operosità nell'ingannarmi: stimerò che il cielo, l'aria, la terra, i colori, le figure, i suoni e tutte le cose esterne non siano altro che illusioni dei sogni con cui 'quel genio' ha teso insidie nella mia mente”.
1669. Blaise Pascal, Pensieri:
"La vita è un sogno appena meno inconsistente"; poi, ammettendo lo scacco della ragione, cerca di salvare capra, lupo e cavoli:
« ... Sappiamo di non sognare; per quanto siamo impotenti a darne le prove con la ragione, questa impotenza ci porta a concludere per la debolezza della nostra ragione, ma non per l'incertezza di tutte le nostre conoscenze ..."
1818, dicembre. Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, I, 5
“Noi abbiamo sogni; non è forse tutta la vita un sogno? – o piú precisamente: esiste un criterio sicuro per distinguere sogno e realtà, fantasmi ed oggetti reali? – L’addurre la minor vivacità e chiarezza dell’immagine sognata rispetto a quella reale non merita alcuna considerazione; dato che nessuno ancora ha avuto presenti contemporaneamente l’uno e l’altro per confrontarli, ma si poteva confrontare soltanto il ricordo del sogno con la realtà presente ...
La vita e il sogno sono le pagine di uno stesso libro. La lettura continuata si chiama la vita reale. Ma quando l’ora abituale della lettura (il giorno) è terminata e giunge il tempo del riposo, allora noi spesso seguitiamo ancora pigramente, senza ordine e connessione, a sfogliare ora qua ora là una pagina: ora è una pagina già letta, ora una ancora sconosciuta, ma sempre dello stesso libro. Una pagina letta così isolatamente è invero senza connessione con la lettura ordinata: tuttavia non rimane molto indietro a questa, se si pensa che anche il complesso della lettura ordinata comincia e finisce parimenti all’improvviso, e si deve quindi considerare solo come un’unica pagina più lunga.
Anche se, dunque, i singoli sogni sono distinti dalla vita reale in quanto non entrano in quella connessione dell’esperienza, che costantemente continua per tutta la vita; anche se il risveglio rivela questa differenza; tuttavia è proprio quella connessione dell’esperienza che già appartiene, come sua forma, alla vita reale ed il sogno stesso mostra anch’esso una connessione, che si trova a sua volta in se stesso. Se, dunque, per giudicare scegliamo un punto di riferimento esterno ad entrambi, non troviamo nella loro essenza nessuna distinzione precisa e siamo cosí costretti a concedere ai poeti che la vita è un lungo sogno.
Nella stessa opera il terribile tedesco riferisce di Kant: “Kant risolve cosí il problema: ‘Il rapporto delle rappresentazioni fra di loro secondo la legge della causalità distingue la vita dal sogno’. Schopenhauer è costretto a chiosare, miseramente: "L'unico modo per distinguere realtà e sogno è quello empirico del risveglio ...".
1894, novembre. Léon Bloy riflette sul precedente passo di San Paolo: "Ricordo una delle mie idee più antiche. Lo Zar è il capo e il padre spirituale di centocinquanta milioni di uomini. Atroce responsabilità che è solo apparente. Forse non è responsabile, davanti a Dio, che di pochi esseri umani.
Se i poveri del suo impero sono oppressi durante il suo regno, se da questo regno derivano catastrofi immense, chi sa se il servo incaricato di lustrargli gli stivali non è il vero e solo colpevole? Nelle disposizioni misteriose della Profondità, chi è veramente Zar, chi è re, chi può vantarsi di essere un semplice servo?".
1912. Si pubblica L’anima di Napoleone, sempre di di Léon Bloy. “Non c'è sulla terra essere umano capace di affermare chi egli sia, con certezza. Nessuno sa che cosa è venuto a fare in questo mondo, a che cosa corrispondono i suoi atti, i suoi sentimenti, le sue idee, né qual è il suo nome vero, il suo imperituro Nome nel registro della Luce ... La storia è un immenso testo liturgico nel quale le iota e i punti non valgono meno dei versetti o dei capitoli interi, ma l'importanza degli uni e degli altri è indeterminabile e sta profondamente nascosta".
Gli esseri umani, insomma, sono pedine inconsapevoli di un disegno di cui sfugge (e sempre sfuggirà) la trama complessiva. Giusto. Unica obiezione: Dio, il Dio di Bloy, non esiste; esiste, invece, il suo opposto: Ubik, il Demiurgo malvagio, Azathoth, Satana.
Siamo pedoni, torri, alfieri e regine – pezzi che non sanno di essere giocati su una scacchiera la cui unica ratio è il caso, l'infelicità e la Morte.
1928. Nascono a Chicago i fratelli gemelli Philip e Jane Dick. Jane muore dopo un mese. Philip si riterrà, sino alla morte, l'attore principale del sogno della sorella morta.
1954. Frederick Pohl scrive Il tunnel sotto il mondo (The tunnel under the world).
Guy e Mary Burckardt vivono nella tranquilla cittadina di Tylerton. Si svegliano dopo una notte d'incubi: è il 15 di luglio. E così l'indomani e il dopodomani. Altri particolari, nonostante la normalità apparente, insospettiscono Guy: egli teme che un invasore tenga sotto controllo la città per motivi sconosciuti.
In realtà Burckardt, la moglie e tutti gli abitanti di Tylerton sono già morti: una compagnia pubblicitaria li ha ricostruiti roboticamente e li usa come cavie per esperimenti di propaganda aggressiva.
1955. Esce il romanzo di Jack Finney, Gli invasati o L’invasione degli ultracorpi (The body snatchers). Gli abitanti di una cittadina di provincia vengono gradatamente sostituiti da cloni alieni, identici agli originali, ma privi di caratteri empatici. Ne verrà tratto, l’anno seguente, un film classico, per la regia di Don Siegel: L'invasione degli ultracorpi (The invasion of the body snatchers).
1959. Viene pubblicato Time out of joint di Philip K. Dick (Il tempo si è spezzato o L'uomo dei giochi a premio), titolo citazione dall'Amleto. Nel romanzo il protagonista Ragle Gumm conduce una esistenza fittizia: tutti, dagli amici alla sorella, dai vicini agli abitanti della quieta cittadina natale, sono attori incaricati di influenzarne le scelte in vista di un preciso scopo di sicurezza nazionale.
11 marzo 1960. Viene trasmesso L'avventura di Arthur Curtis (A world of difference), ventitreesimo episodio di Ai confini della realtà (The twilight zone).
Arthur Curtis è un deciso e sicuro imprenditore californiano. Mentre è intento, da bravo papà, a organizzare il compleanno della figlioletta, scopre che la sua vita non è che il set di un film in lavorazione: Arthur Curtis non esiste.
1963. Ray Nelson (collaboratore di Philip Dick) scrive Alle otto del mattino (Eight o'clock in the morning), ispirazione per il futuro film Essi vivono.
1969. Philip K. Dick scrive Ubik.
"Io sono UBIK. Prima ancora dell'Universo. Io sono. Io ho creato tutti i Soli. Io ho creato tutti i Pianeti. Io ho creato tutti gli Esseri viventi ed i luoghi in cui vivono; ed Io li comando a mio giudizio. Loro vanno dove Io dico, e fanno ciò che Io comando.Io sono la parola. Il mio Nome non è stato mai pronunciato, perchè è il nome che nessuno conosce. Io sono chiamato UBIK, ma questo non è il mio Nome. Io sono. Io sarò Eterno".
Ubik è il Demiurgo ingannatore, il creatore della realtà falsa e dei sogni e anche la materia stessa da lui creata: prodotti commerciali, prodotti ideologici; propaganda, gadget pubblicitari, inganni, Satana.
1973. Thomas Pynchon scrive L'arcobaleno della gravità (Gravity's rainbow), romanzo sperimentale con diversi agganci a Time out of joint.
1977, autunno. Philip Dick tiene un discorso al Festival di Fantascienza di Metz; fra autobiografia e saggio, rivela alla platea la fallacia della realtà:
"Nei miei scritti ricorre il tema di una ragazza dai capelli scuri che si presenta alla porta del protagonista e gli dice che il suo mondo è ingannevole, che c’è in esso qualcosa di falso … Ella apparve. Era una perfetta sconosciuta. E mi informò di questo fatto: che alcune mie opere di immaginazione erano, in senso letterale, vere. Ho messo per iscritto questi sogni, storia dopo storia, racconto dopo racconto. Per citarne due in cui questo sgradevole presente anteriore è descritto più chiaramente, ricordo La svastica sul sole e il mio racconto del 1974 sugli USA come stato di polizia, intitolato Scorrete lacrime, disse il poliziotto. Ho scritto entrambi questi racconti basandomi su frammentari ricordi residui di un tale orribile mondo di schiavitù. Alcuni sostengono di ricordare vite precedenti; io sostengo di ricordare una vita presente molto diversa ... Noi viviamo in una realtà programmata al computer, e l'unico indizio che ne abbiamo è quando qualche variabile viene mutata e nella nostra realtà ha luogo una qualche alterazione. Potremmo avere l'irresistibile impressione di rivivere il presente (déjà-vu) magari proprio nello stesso modo: sentiamo le stesse parole, diciamo le stesse parole ... La mia impressione è che queste impressioni siano valide e significative. Sostengo anzi che siano un indizio del fatto che, in un qualche punto del passato, una variabile è stata modificata, riprogrammata così com’era in precedenza e che, a causa di ciò, è scaturito un mondo alternativo".
1983. Sophia Stewart scrive Il terzo occhio (The third eye), uno dei pilastri ispirativi, assieme a Dick, del futuro film Matrix.
1988. John Carpenter gira il film Essi vivono. Los Angeles: in un futuro molto prossimo, dominato da un liberismo estremo e antisociale, il disoccupato John Nada scopre, per mezzo di particolari occhiali da sole, che la realtà è assolutamente difforme dall'apparenza: le strade, i palazzi, i giornali, a prima vista di rassicurante normalità, sono, invece, veicoli di messaggi subliminali che incitano all'ordine, all'obbedienza e al consumismo. Gran parte degli abitanti, inoltre, sono stati sostituiti da alieni simili a zombie pronti a dominare il pianeta: i messaggi occulti di tale capitalismo extraterrestre (inumano e plutocratico) sono imposti tramite le trasmissionì di un potente network televisivo.
Nada, assieme ad alcuni rivoltosi, si sacrificherà per distruggere tale sorgente d'irrealtà: solo allora, caduto il velo di Maia, il mondo si risveglierà dall'incanto ideologico.
Il motto della Resistenza: “Essi vivono, noi dormiamo (They live, we sleep)”
1998. Peter Weir gira il celeberrimo The Truman show, con Jim Carrey, ispirato fortemente agli scritti di Philip Dick e Frederick Pohl sopra menzionati (il regista ignorerà tale credito artistico).
1991, novembre. Esce Dylan Dog mensile, titolato I vampiri (sceneggiatura di Tiziano Sclavi; disegni di Carlo Ambrosini). Omaggio al film di John Carpenter; fra i vampiri compare George Bush senior, artefice della prima Guerra del Golfo.
1993. Stephen King pubblica Incubi e deliri, raccolta di racconti. Uno di essi è La gente delle dieci (The ten o'clock people). Una razza aliena mostruosa sta sostituendosi, inosservata, ai terrestri. Solo pochissimi riescono a distinguere umani e non umani.
1999. I fratelli Lana e Andy Wachoski (nati a Chicago) girano Matrix, con Keanu Reeves.
"Il mondo nel quale Neo ha abitato fin dalla nascita in realtà è Matrix, una realtà simulata (... una neuro-simulazione interattiva) costruita su modello del mondo del 1999, sviluppata dalle macchine per poter tenere sotto controllo gli umani".
Gli umani sono allevati in vasche al fine di produrre energia per le macchine: la vita normale e quotidiana che credono di condurre è da essi solo sognata.
Morpheus, paradossale dio del sonno, è il risvegliato: “Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. Il mondo com'era alla fine del XX secolo. E che ora esiste solo in quanto parte di una neuro-simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio, Neo”.
Matrix, il film di cui ricorre il quindicesimo compleanno, è solo l'ultima incarnazione di una intuizione antichissima: che la nostra vita è un sogno oppure, ipotesi moderna e terribile, un sogno indotto dai nostri padroni.
Se non avete pazienza potete saltare direttamente alla data fatale: 1928, anno in cui nacque il vero Morpheus.
Buona lettura, dormienti.
IV secolo a.C. Platone, VII libro de La Repubblica
“Si immaginino degli uomini chiusi fin da bambini in una grande dimora sotterranea, incatenati in modo tale da permettere loro di guardare solo davanti a sé. Dietro di loro brilla, alta e lontana, la luce di un fuoco, e tra il fuoco e i prigionieri corre una strada con un muretto. Su questa strada delle persone trasportano utensili, statue e ogni altro genere di oggetti; alcuni dei trasportatori parlano, altri no. Chi sta nella caverna, non avendo nessun termine di confronto e non potendo voltarsi, crederà che le ombre degli oggetti proiettate sulla parete di fondo siano la realtà; e che gli echi delle voci dei trasportatori siano le voci delle ombre”.
IV-III secolo a. C. Aneddoto del maestro Zhuāngzǐ:
"Una volta Zhuāngzǐ sognò di essere una farfalla, una farfalla che svolazzava qua e là spensierata.
Non sapeva di essere Zhuāngzǐ.
Improvvisamente si svegliò ed ecco che era di nuovo Zhuāngzǐ.
Ma ora non sapeva più se era Zhuāngzǐ che aveva sognato di essere una farfalla oppure se era la farfalla che stava sognando di essere Zhuāngzǐ".
54 d. c. San Paolo, Prima lettera ai Corinzi, 13, 12
“Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto”. (Videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem; nunc cognosco ex parte, tunc autem cognoscam sicut et cognitus sum)
I secolo d. C., Vangelo secondo Giovanni, 14, 30
"Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il Principe di questo mondo ..."
III secolo d. C., Ipostasi degli Arconti (dai codici gnostici di Nag Hammadi).
Sophia crea, da sola (senza Gesù Cristo), Yahwhe (Samael, Yaldabaoth) ovvero Satana, il Demiurgo ingannatore, creatore del mondo materiale:
"E prese la sua forma dall’ombra ed è diventato una Bestia Arrogante che assomiglia ad un leone. Ed è androgino, perchè è dalla materia che proviene.
Aprì gli occhi e vide un grande quantità di materia senza limiti, ed egli divenne arrogante, dicendo: 'Sono io che sono Dio, e non c’è nessun altro a parte me'".
1610 circa. William Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I
"Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita".
1635. Pedro Calderon de la Barca, La vita è sogno, atto II, scena 19
Sigismondo: "È proprio vero! reprimiamo dunque questa fiera indole, questa furia, quest'ambizione, perché forse stiamo sognando. E faremo così, dato che viviamo in un mondo tanto singolare che il vivere non è che un sognare, e l'esperienza m'ha insegnato che l'uomo che vive sogna di essere quello che è, fino a quando si desta. Il re sogna d'esser re, e così ingannato vive esercitando il comando, disponendo e governando; ma gli ossequi che riceve come in prestito può scriverli sulle ali del vento, e la morte li muta in fredde ceneri... Sventura immensa! ...
È possibile che ci sia chi cerca di regnare, se pensa che poi dovrà ridestarsi nel sonno della morte? Il ricco sogna le sue ricchezze che gli procurano tante preoccupazioni; il povero sogna di soffrire la sua miserabile povertà; sogna colui che comincia a prosperare; sogna chi s'affanna a correr dietro agli onori; sogna colui che insulta e offende... In conclusione, tutti in questo mondo sognano di essere quel che sono, se anche nessuno se ne rende conto!... Io sogno d'esser qua oppresso da queste catene; ma ho sognato che mi vedevo in altra condizione ben più lusinghiera ... Che è mai la vita? Una frenesia. Che è mai la vita? Un'illusione, un'ombra, una finzione ... E il più grande dei beni è poi ben poca cosa, perché tutta la vita è sogno, e gli stessi sogni son sogni!"
1639. Cartesio, Prima meditazione metafisica:
"Tutto quel che sino ad oggi ho stimato come assolutamente vero, l'ho ricevuto dai sensi o mediante i sensi; ho però appreso che questi talvolta ingannano ed appartiene alla prudenza non dar mai completa fiducia a chi anche una sola volta ci ha tratto in errore ... Quante volte, infatti, la quiete della notte non mi persuade che son qui, vestito, seduto accanto al fuoco, tutte cose abituali, quando invece, dopo essermi spogliato, giaccio sotto le coltri? ... Non ricordo forse di esser stato altre volte ingannato da simili pensieri mentre stavo dormendo? Quando rifletto con più attenzione su queste cose, vedo tanto chiaramente che non si danno mai indizi certi per poter distinguere la veglia dal sonno che rimango attonito e questo stesso stupore quasi mi rafforza nell'opinione che sto dormendo ... Supporrò dunque che vi sia non un Dio ottimo, fonte di verità, ma un qualche genio maligno e nel contempo sommamente potente e astuto, che abbia posto tutta la sua operosità nell'ingannarmi: stimerò che il cielo, l'aria, la terra, i colori, le figure, i suoni e tutte le cose esterne non siano altro che illusioni dei sogni con cui 'quel genio' ha teso insidie nella mia mente”.
1669. Blaise Pascal, Pensieri:
"La vita è un sogno appena meno inconsistente"; poi, ammettendo lo scacco della ragione, cerca di salvare capra, lupo e cavoli:
« ... Sappiamo di non sognare; per quanto siamo impotenti a darne le prove con la ragione, questa impotenza ci porta a concludere per la debolezza della nostra ragione, ma non per l'incertezza di tutte le nostre conoscenze ..."
1818, dicembre. Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, I, 5
“Noi abbiamo sogni; non è forse tutta la vita un sogno? – o piú precisamente: esiste un criterio sicuro per distinguere sogno e realtà, fantasmi ed oggetti reali? – L’addurre la minor vivacità e chiarezza dell’immagine sognata rispetto a quella reale non merita alcuna considerazione; dato che nessuno ancora ha avuto presenti contemporaneamente l’uno e l’altro per confrontarli, ma si poteva confrontare soltanto il ricordo del sogno con la realtà presente ...
La vita e il sogno sono le pagine di uno stesso libro. La lettura continuata si chiama la vita reale. Ma quando l’ora abituale della lettura (il giorno) è terminata e giunge il tempo del riposo, allora noi spesso seguitiamo ancora pigramente, senza ordine e connessione, a sfogliare ora qua ora là una pagina: ora è una pagina già letta, ora una ancora sconosciuta, ma sempre dello stesso libro. Una pagina letta così isolatamente è invero senza connessione con la lettura ordinata: tuttavia non rimane molto indietro a questa, se si pensa che anche il complesso della lettura ordinata comincia e finisce parimenti all’improvviso, e si deve quindi considerare solo come un’unica pagina più lunga.
Anche se, dunque, i singoli sogni sono distinti dalla vita reale in quanto non entrano in quella connessione dell’esperienza, che costantemente continua per tutta la vita; anche se il risveglio rivela questa differenza; tuttavia è proprio quella connessione dell’esperienza che già appartiene, come sua forma, alla vita reale ed il sogno stesso mostra anch’esso una connessione, che si trova a sua volta in se stesso. Se, dunque, per giudicare scegliamo un punto di riferimento esterno ad entrambi, non troviamo nella loro essenza nessuna distinzione precisa e siamo cosí costretti a concedere ai poeti che la vita è un lungo sogno.
Nella stessa opera il terribile tedesco riferisce di Kant: “Kant risolve cosí il problema: ‘Il rapporto delle rappresentazioni fra di loro secondo la legge della causalità distingue la vita dal sogno’. Schopenhauer è costretto a chiosare, miseramente: "L'unico modo per distinguere realtà e sogno è quello empirico del risveglio ...".
1894, novembre. Léon Bloy riflette sul precedente passo di San Paolo: "Ricordo una delle mie idee più antiche. Lo Zar è il capo e il padre spirituale di centocinquanta milioni di uomini. Atroce responsabilità che è solo apparente. Forse non è responsabile, davanti a Dio, che di pochi esseri umani.
Leon Bloy |
1912. Si pubblica L’anima di Napoleone, sempre di di Léon Bloy. “Non c'è sulla terra essere umano capace di affermare chi egli sia, con certezza. Nessuno sa che cosa è venuto a fare in questo mondo, a che cosa corrispondono i suoi atti, i suoi sentimenti, le sue idee, né qual è il suo nome vero, il suo imperituro Nome nel registro della Luce ... La storia è un immenso testo liturgico nel quale le iota e i punti non valgono meno dei versetti o dei capitoli interi, ma l'importanza degli uni e degli altri è indeterminabile e sta profondamente nascosta".
Gli esseri umani, insomma, sono pedine inconsapevoli di un disegno di cui sfugge (e sempre sfuggirà) la trama complessiva. Giusto. Unica obiezione: Dio, il Dio di Bloy, non esiste; esiste, invece, il suo opposto: Ubik, il Demiurgo malvagio, Azathoth, Satana.
Siamo pedoni, torri, alfieri e regine – pezzi che non sanno di essere giocati su una scacchiera la cui unica ratio è il caso, l'infelicità e la Morte.
J. L Borges, Scacchi
Debole re, pedone scaltro, indomita
regina, sghembo alfiere, torre eretta
sul bianco e nero del tracciato cercano
e sferrano la loro lotta ramata.
Non sanno che il fortuito giocatore
che li muove ne domina la sorte,
non sanno che un rigore adamantino
ne soggioga l'arbitrio e la fortuna.
1928. Nascono a Chicago i fratelli gemelli Philip e Jane Dick. Jane muore dopo un mese. Philip si riterrà, sino alla morte, l'attore principale del sogno della sorella morta.
1954. Frederick Pohl scrive Il tunnel sotto il mondo (The tunnel under the world).
Guy e Mary Burckardt vivono nella tranquilla cittadina di Tylerton. Si svegliano dopo una notte d'incubi: è il 15 di luglio. E così l'indomani e il dopodomani. Altri particolari, nonostante la normalità apparente, insospettiscono Guy: egli teme che un invasore tenga sotto controllo la città per motivi sconosciuti.
In realtà Burckardt, la moglie e tutti gli abitanti di Tylerton sono già morti: una compagnia pubblicitaria li ha ricostruiti roboticamente e li usa come cavie per esperimenti di propaganda aggressiva.
1955. Esce il romanzo di Jack Finney, Gli invasati o L’invasione degli ultracorpi (The body snatchers). Gli abitanti di una cittadina di provincia vengono gradatamente sostituiti da cloni alieni, identici agli originali, ma privi di caratteri empatici. Ne verrà tratto, l’anno seguente, un film classico, per la regia di Don Siegel: L'invasione degli ultracorpi (The invasion of the body snatchers).
1959. Viene pubblicato Time out of joint di Philip K. Dick (Il tempo si è spezzato o L'uomo dei giochi a premio), titolo citazione dall'Amleto. Nel romanzo il protagonista Ragle Gumm conduce una esistenza fittizia: tutti, dagli amici alla sorella, dai vicini agli abitanti della quieta cittadina natale, sono attori incaricati di influenzarne le scelte in vista di un preciso scopo di sicurezza nazionale.
11 marzo 1960. Viene trasmesso L'avventura di Arthur Curtis (A world of difference), ventitreesimo episodio di Ai confini della realtà (The twilight zone).
Arthur Curtis è un deciso e sicuro imprenditore californiano. Mentre è intento, da bravo papà, a organizzare il compleanno della figlioletta, scopre che la sua vita non è che il set di un film in lavorazione: Arthur Curtis non esiste.
1963. Ray Nelson (collaboratore di Philip Dick) scrive Alle otto del mattino (Eight o'clock in the morning), ispirazione per il futuro film Essi vivono.
1969. Philip K. Dick scrive Ubik.
"Io sono UBIK. Prima ancora dell'Universo. Io sono. Io ho creato tutti i Soli. Io ho creato tutti i Pianeti. Io ho creato tutti gli Esseri viventi ed i luoghi in cui vivono; ed Io li comando a mio giudizio. Loro vanno dove Io dico, e fanno ciò che Io comando.Io sono la parola. Il mio Nome non è stato mai pronunciato, perchè è il nome che nessuno conosce. Io sono chiamato UBIK, ma questo non è il mio Nome. Io sono. Io sarò Eterno".
Ubik è il Demiurgo ingannatore, il creatore della realtà falsa e dei sogni e anche la materia stessa da lui creata: prodotti commerciali, prodotti ideologici; propaganda, gadget pubblicitari, inganni, Satana.
1973. Thomas Pynchon scrive L'arcobaleno della gravità (Gravity's rainbow), romanzo sperimentale con diversi agganci a Time out of joint.
1977, autunno. Philip Dick tiene un discorso al Festival di Fantascienza di Metz; fra autobiografia e saggio, rivela alla platea la fallacia della realtà:
"Nei miei scritti ricorre il tema di una ragazza dai capelli scuri che si presenta alla porta del protagonista e gli dice che il suo mondo è ingannevole, che c’è in esso qualcosa di falso … Ella apparve. Era una perfetta sconosciuta. E mi informò di questo fatto: che alcune mie opere di immaginazione erano, in senso letterale, vere. Ho messo per iscritto questi sogni, storia dopo storia, racconto dopo racconto. Per citarne due in cui questo sgradevole presente anteriore è descritto più chiaramente, ricordo La svastica sul sole e il mio racconto del 1974 sugli USA come stato di polizia, intitolato Scorrete lacrime, disse il poliziotto. Ho scritto entrambi questi racconti basandomi su frammentari ricordi residui di un tale orribile mondo di schiavitù. Alcuni sostengono di ricordare vite precedenti; io sostengo di ricordare una vita presente molto diversa ... Noi viviamo in una realtà programmata al computer, e l'unico indizio che ne abbiamo è quando qualche variabile viene mutata e nella nostra realtà ha luogo una qualche alterazione. Potremmo avere l'irresistibile impressione di rivivere il presente (déjà-vu) magari proprio nello stesso modo: sentiamo le stesse parole, diciamo le stesse parole ... La mia impressione è che queste impressioni siano valide e significative. Sostengo anzi che siano un indizio del fatto che, in un qualche punto del passato, una variabile è stata modificata, riprogrammata così com’era in precedenza e che, a causa di ciò, è scaturito un mondo alternativo".
1983. Sophia Stewart scrive Il terzo occhio (The third eye), uno dei pilastri ispirativi, assieme a Dick, del futuro film Matrix.
1988. John Carpenter gira il film Essi vivono. Los Angeles: in un futuro molto prossimo, dominato da un liberismo estremo e antisociale, il disoccupato John Nada scopre, per mezzo di particolari occhiali da sole, che la realtà è assolutamente difforme dall'apparenza: le strade, i palazzi, i giornali, a prima vista di rassicurante normalità, sono, invece, veicoli di messaggi subliminali che incitano all'ordine, all'obbedienza e al consumismo. Gran parte degli abitanti, inoltre, sono stati sostituiti da alieni simili a zombie pronti a dominare il pianeta: i messaggi occulti di tale capitalismo extraterrestre (inumano e plutocratico) sono imposti tramite le trasmissionì di un potente network televisivo.
Nada, assieme ad alcuni rivoltosi, si sacrificherà per distruggere tale sorgente d'irrealtà: solo allora, caduto il velo di Maia, il mondo si risveglierà dall'incanto ideologico.
Il motto della Resistenza: “Essi vivono, noi dormiamo (They live, we sleep)”
1998. Peter Weir gira il celeberrimo The Truman show, con Jim Carrey, ispirato fortemente agli scritti di Philip Dick e Frederick Pohl sopra menzionati (il regista ignorerà tale credito artistico).
1991, novembre. Esce Dylan Dog mensile, titolato I vampiri (sceneggiatura di Tiziano Sclavi; disegni di Carlo Ambrosini). Omaggio al film di John Carpenter; fra i vampiri compare George Bush senior, artefice della prima Guerra del Golfo.
1993. Stephen King pubblica Incubi e deliri, raccolta di racconti. Uno di essi è La gente delle dieci (The ten o'clock people). Una razza aliena mostruosa sta sostituendosi, inosservata, ai terrestri. Solo pochissimi riescono a distinguere umani e non umani.
1999. I fratelli Lana e Andy Wachoski (nati a Chicago) girano Matrix, con Keanu Reeves.
"Il mondo nel quale Neo ha abitato fin dalla nascita in realtà è Matrix, una realtà simulata (... una neuro-simulazione interattiva) costruita su modello del mondo del 1999, sviluppata dalle macchine per poter tenere sotto controllo gli umani".
Gli umani sono allevati in vasche al fine di produrre energia per le macchine: la vita normale e quotidiana che credono di condurre è da essi solo sognata.
Morpheus, paradossale dio del sonno, è il risvegliato: “Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. Il mondo com'era alla fine del XX secolo. E che ora esiste solo in quanto parte di una neuro-simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio, Neo”.
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