domenica 23 novembre 2014

Julian Cope - Japrocksampler vol. 15/15 (Speed Glue & Shinki/Rallizes Dénudés/Flower Travellin' Band)

Flower Travellin' Band


3. Rallizes Dénudés - Heavier than a death in the family (2002, recordings ?). Li abbiamo incontrati più volte in classifica (JPR31; JPR20; JPR12); una volta ne ho parlato fuori del Japrocksampler (’77 live). Se capite di cosa parlo sapete, quindi, cosa aspettarvi: disastri elettrici e distorsioni per ore: nil novum. Come da consuetudine ci aspetta sia l’audio spietatamente lo fi (è un bootleg, ovvio) che la tenace assenza di notizie attorno la registrazione. Per orecchie pazienti e allenate. Takashi Mizutani, voce, chitarra;  Nakamura Takeshi, voce, chitarra; Hiroshi Nar, basso; Mimaki Toshirou, batteria.

2. Speed Glue & Shinki - Eve (1971). Un power trio per un hard blues tipico dei primi Settanta (coetaneo, ad esempio, di The man who sold the world) e devoto a ogni schema, accensione, riff, assolo proprio di quella stagione (non manca il finale acustico) … Eppure il disco funziona, a distanza di più di quarant’anni. Cosa lo distingue, quindi, dalle legioni d’altri prodotti del medesimo quinquennio (1967-1972)? I Nostri riescono davvero a svincolarsi dalla maniera grazie alla loro bravura strumentale oppure siamo noi ad essere avidi di tale maniera poiché essa, nella prevedibilità, ci riconforta nel caos e nella varietà dell’offerta attuale? Entrambe le cose, forse (e gli inarrivabili timbri strumentali dei Settanta spingono il fattore nostalgia). Non merita il secondo posto, ma va ascoltato.  Joey Smith, voce, batteria; Shinki Chen, chitarra; Masayoshi Kabe, basso.

1. Flower Travellin’ Band - Satori (1971). Dopo l’infuocato Anywhere (JPR28)album di cover che regalò la copertina del Japrocksamper, e una collaborazione con Kuni Kawachi (JPR25), i Flower sfornano un classico: cinque pezzi fra hard rock, riff e processioni blues; tuttavia, se l’apparenza sonora è occidentale, l’incedere e l’atmosfera richiamano la tradizione spirituale giapponese. Ed è tale saldatura (poco percettibile al primo ascolto, poiché perfetta) a garantire al disco, archiviato spesso come prodotto di genere, un fascino enigmatico e durevole. Da sentire, presto. Joe Yamanaka, voce; Hideki Ishima, chitarra; Jhun Kowzuki, basso; Joji Wada, batteria.

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