Pik. Pik è un duo italiano, di Salerno, formatosi a Berlino circa tre anni fa. Dalle tracce del loro primo lavoro, già maturo, strutturato su chitarra e percussioni, trapelano le influenze della musica dei Settanta, o meglio, la passione per le sonorità continentali: una particolare ed esclusiva ascendenza, tuttavia, non è dato trovarla, anche a causa del metodo di composizione adottato. Come scrivono essi stessi: "Il gruppo si basa principalmente sull'improvvisazione. Le nostre prove consistono in jam. I pezzi, le 'canzoni' non esistono. Esiste puntualmente un'idea, che durante la jam stessa viene sviluppata. Ogni prova è sistematicamente registrata, così da avere sempre materiale da "studiare". Per ultimo, molto forte è la componente 'tribale', 'rituale' del gruppo. Importante per noi è il suonare per e con le persone che ascoltano, così da creare un discorso che sia a doppio senso, in modo da far sentire partecipe chiunque del nostro stato d'animo e della nostra musica".
Tale voluta frammentarietà genera, quindi, un piacevole eclettismo: se A****i, Fleek rin, o l'eccellente Journey on the foot of possono far pensare all'incedere implacabile dei Neu!, una traccia come Aaaaa evoca la Kosmische musik classica; con The healing song ed Esparianto, invece, non prive di screziature blues, siamo già in territorio di nuova psichedelia d'area statunitense, nei pressi di Subarachnoid Space o Bardo Pond.
L'augurio è che i Pik, in futuro, dilatino ulteriormente le loro partiture, rinunciando definitivamente alla costrizione della forma canzone, in linea, peraltro, con le loro direttive artistiche.
L'augurio è che i Pik, in futuro, dilatino ulteriormente le loro partiture, rinunciando definitivamente alla costrizione della forma canzone, in linea, peraltro, con le loro direttive artistiche.
Subject Esq. e Sahara sono in realtà un unico gruppo, originario di Monaco. Il cambio di nome fu dovuto, pare, ad una vicissitudine contrattuale con la CBS. I Nostri si rivelano subito per la felicità dell'esecuzione e la complessità delle partiture: nelle loro tracce rivivono gli eroi di Canterbury (con accenni jazz rock), gli Yes, i Genesis (i primi King Crimson e i Jethro Tull, allegria!); non si avverte, tuttavia, alcuna pesantezza derivativa, anzi tali elementi sembrano di prima mano. Subject Esq è già un eccellente album: Giantania (anche in versione lunga, dal vivo), Alone, What is love le punte. Il successivo Sunrise vanta, oltre a Marie Celeste, la suite eponima (27'12''), un piccolo capolavoro quasi misconosciuto in cui ognuno si divertirà a ritrovare le influenze succitate. For all the clowns, nonostante alcune concessioni alla maniera del progressive più facile e disteso, coronerà degnamente (con l'ottima For all the clowns, The mountain king, Dream queen) la traiettoria del gruppo di Monaco. Fossero nati oltremanica i loro lavori figurerebbero regolarmente nelle discoteche di tutti gli appassionati.
Da sentire subito.
Da sentire subito.
Subject Esq.: Michael Hofmann, voce, flauto, sassofono; Alex Pittwohn, voce, chitarra, armonica; Harry Rosenkind, batteria, percussioni; Peter Stadler, tastiere; Stefan Wissnet, voce, basso; Paul Vincent, chitarra; Franz Löffler, viola.
Sahara: Hennes Hering, tastiere; Michael Hofmann, voce, fiati, tastiere; ; Alex Pittwohn, voce, chiatrra, armonica; Harry Rosenkind, batteria, percussioni; Stefan Wissnet, voce, basso; Nick Woodland, chitarra; Günther Moll, chitarra.
PW... please!
RispondiEliminaMerci!
mortacci
EliminaMerci!
EliminaSache que je suis du pays du DRACULA.
Danke schoen von mir auch!
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