Quartetto di Seattle (Rusty Willoughby, chitarra; Bill Campbell, chitarra; Paul Schurr, basso; Nate Johnson, batteria), i Flop, come i Mr. T Experience, sono i portatori di un rock melodico e pericolosamente piacevole.
Diciassette canzoni, tre quarti d'ora, pochi attimi di cedimento; come spesso accade, di tutte le tracce rimane poco nella mente: a differenza dei californiani, però, non si ritrovano ritornelli memorabili né da memorizzare doverosamente, a parte Regrets. L'insieme è, però, irresistibile: Whenever you're ready potrebbe essere la colonna sonora di un Happy days aggiornato all'era dei PC. Il famoso video dei Weezer, Buddy Holly, in cui i musicisti interagiscono con i personaggi del telefilm ambientato a Milwaukee dice molto sull'operazione Flop: in essa convivono classiche tirate (The great valediction, Eat), energici rock altrettanto classici (En route to the unificated field theory, Julie Francavilla) e un'aria insistente di già sentito. Unica eccezione, la chiusura strumentale, Need retrograde orbit. Refrain, accelerazioni, brevi strofette, testimoniano di un gruppo che ha fatto tesoro della formula pop dei decenni passati e la cala nella realtà della nuova musica grunge, peraltro, al tempo, declinante e già pronta per le più ardite contaminazioni (ovvero per la riproposizione inesausta delle varianti d'una formula vincente).
Un disco comunque notevole e che merita attenzione, assai utile da alternare agli ascolti più ponderosi; forse, al netto di certe studiate ruvidezze, l'operina è un'inconsapevole operazione nostalgica (già vista per la surf music riaggiornata dei Mermen); rivelatrice di un'America lanciata catastroficamente verso le glaciali distese della globalizzazione e, quindi, restia ad abbandonare la propria recente età dell'oro, gli anni Cinquanta.
Nessun commento:
Posta un commento