Caspar Brötzmann Massaker (Germania) - Der Abend der Schwartzen Folklore (1992). Uno dei maestri dell’hard rock nichilista. Che dire? Gli strumenti son sempre gli stessi, chitarra basso batteria, ma la spinta liberatoria e fiammeggiante si è disseccata e cristallizzata come le interiora di uno schizofrenico. Le impennate hendrixiane (Bass totem) e i ritmi marziali annegano in pantani distorti e in silenzi carichi di minaccia. Caspar Brötzmann, voce, chitarra; Eduardo Delgado Lopez, basso; Danny Arnold Lommen, batteria.
Caspar Brötzmann Massaker - Koksofen (1993). Brötzmann porta a perfezione la sintesi fra il power trio degli anni Settanta e gli echi industriali e apocalittici dei Novanta. L’alternanza è fra disastrose tumescenze elettriche e pozze statiche dove un semplice strumming prefigura un’attesa carica d’angoscia. Disco d’eccezione a cominciare dal classico Hymne. Formazione come sopra.
Gate (Nuova Zelanda) - The lavender head 1.1.1.2-2.1.2.2 (1998). Dead C - Bruce
Russell = Michael Morley = Gate. Capita l' equazione? Quattro brani di circa
venti minuti: chitarra, tastiere, batteria liofilizzati dall’elettronica
e spesso imbozzolati in loop insistiti.
Le singole sequenze sono puri pretesti per originare, tramite
la serialità, una nuova dimensione sonora ed estetica. Impossibile da definire
e resocontare, il disco ripone la propria apprezzabilità solo nell’ascolto diretto.
In tale minimalismo inquietante spicca l’eccellente The blurred tree.
* * * * *
Vorrei segnalare inoltre una compilation di post rock indonesiano liberamente scaricabile. Per allargare gli orizzonti.
Koksofen è album assoluto e misconosciutissimo!
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