venerdì 23 dicembre 2011

Van Halen - Atomic punks (1977)


Nella lettera* all'ambasciatore fiorentino presso la Santa Sede, Francesco Vettori, il quarantaquattrenne Niccolò Machiavelli, in una prosa italiana tra le più straordinarie di ogni tempo, descrive la propria giornata nel ritiro di Sant'Andrea in Percussina presso San Casciano; arrestato, torturato ed espulso da Firenze poco tempo prima (al ritorno dei Medici), egli elaborò i suoi capolavori proprio nella quiete della “villa”, coniugando lo studio assiduo e il “badalucco”, lo svago. Sentitelo: “Ho un libro sotto, o Dante o Petrarca, o uno di questi poeti minori, come Tibullo, Ovidio e simili; leggo quelle loro amorose passioni e quelli loro amori; ricordomi de' mia; godomi un pezzo in questo pensiero. Transferiscomi poi in su la strada nell'osteria; parlo con quelli che passano, domando delle nuove de' paesi loro, intendo varie cose, e noto varii gusti e diverse fantasie d'uomini. Vienne in questo mentre l'ora del desinare, dove con la mia brigata mi mangio di quelli cibi che questa povera villa e paululo patrimonio comporta. Mangiato che ho, ritorno nell'osteria; quivi è l'oste, per l'ordinario, un beccaio, un mugnaio, dua fornaciai. Con questi io m'ingaglioffo per tutto dì giuocando a cricca, a trich-trach, e poi dove nascono mille contese e infiniti dispetti di parole iniuriose, e il più delle volte si combatte un quattrino e siamo sentiti non di manco gridare da San Casciano. Così, rinvolto in tra questi pidocchi, traggo il cervello di muffa … Venuta la sera, mi ritorno in casa, ed entro nel mio scrittoio … mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto … e rivestito condecentemente entro nelle antique corti degli antiqui huomini, dove … mi pasco di quel cibo, che solum è mio, e ch’io  nacqui per lui ”.

Poiché l’igiene intellettuale e auditiva prevede anche l’ascolto di materia grossolana mi chiedevo: dopo Constance Demby, Flying Luttenbachers, Black Tape for a Blue Girl e Black Sun Ensemble con quale ascolto posso ripulire le orecchie ed ingaglioffarmi, alla stregua di Ser Niccolò nella taverna? Tra i tanti ho scelto Van Halen. Scoperti da quel maestro del buon gusto che è Gene Simmons (anno 1976)  e capitanati dal Lord Brummel dei frontmen (che in un Monsters of Rock mostrò bellamente il culo), i Nostri mi sembravano i candidati ideali. In questo bootleg, peraltro, (registrato il 20 Dicembre 1977 a Pasadena, prima di Van Halen I che è del 1978) essi esibiscono una irrefrenabile vitalità sorgiva e, soprattutto, la già riconoscibile perizia tecnica di Eddie (strepitoso in Ain't talking about love ed Eruption). Esibizionisti, gradassi, trascinanti, coattissimi, ma, ascoltati con cautela, terapeutici. E qui, nella terra natale californiana, in grado di stracciare tutti i Green Day e i Red Hot di questo mondo.

* Scritta il 10 Dicembre 1513.

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