Ben più vivace di quella dell'Est tedesco appare la scena ungherese nei fatidici anni Settanta. Vivacità, cosmopolitismo e libertà economica erano già presenti ben prima della caduta del Muro (nei primi anni Ottanta era già consistente un nucleo imprenditoriale privato che sanciva nette differenze di ceto).
Gli italianuzzi, come le ortiche, già allignavano in compagnia di tedeschi, olandesi e trafficoni russi. Le insegne del Partito Comunista vigilavano inani su questa invasione di nuova umanità che portava il fascino dirompente dell'imminente turbocapitalismo nella patria di Santo Stefano.
Gli italianuzzi, come le ortiche, già allignavano in compagnia di tedeschi, olandesi e trafficoni russi. Le insegne del Partito Comunista vigilavano inani su questa invasione di nuova umanità che portava il fascino dirompente dell'imminente turbocapitalismo nella patria di Santo Stefano.
Nei Settanta il Paese era già permeabile alla musica europea: pur in assenza in episodi davvero memorabili si può gustare la varietà e la professionalità del panorama ungherese nelle tre compilazioni in cui vi è, diluita, un'antologia molto ben fatta, Well Hung.
Ah! Ma giá nei 60s esisteva una scena ben attiva ed originale...gruppi come Omega debutarrono intorno al 68 se non prima con qualche singolo...i miei favoriti che fecero un pugno di albums fino al 1973 sono ILLÉS...a differenza di un paio d'anni fa c'é molto anche su youtube per i curiosi :)
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