lunedì 1 giugno 2015

Nick Drake - Second grace. Alternate versions and unreleased songs (2001)


Da qualche tempo in qua mi sta rodendo un minuscolo tarlo mentale; niente di originale. L'originalità, ammesso che sia mai esistita, sembra una chimera estetica, oramai. Non è originale, tale pensiero, ma è in me molto vivo. Mi chiedo se altri lo condividano con la mia stessa vividezza. Ed è questo: credo che gli esseri umani siano inutili. O meglio: credo che una larga parte dell'umanità si avvii alla constatazione della propria inutilità. 
Inutile per il Potere, ovviamente.
In quale contesto? Questo attuale, postmoderno, nichilista, secolarizzato. Niente più passioni, niente più divinità, nessun eroe, niente più pazze aspirazioni, niente più assalti al cielo. Cosa si aspettano gli uomini di oggi? Parlo di ciò che vedo tutti i giorni: la loro massima speranza è farsi una bella vacanza. La riprova è in questo ponte del 2 giugno (che non ho fatto): già da venerdì sera i romani erano spariti. A fare che? A non fare niente. Questa è la vacanza. Staccare dalla realtà. Staccare dal mondo. Idiotizzarsi un po'. Girare in tondo. Godere un poco. 
Riappariranno? Certo, più stupidi e infelici di prima. Riappariranno, gonfi, pesanti, idioti, il mercoledì mattina, sempre uguali, scemi, bolsi e idioti due volte, nelle loro macchinine, coi loro problemini, coi cellulari-parassiti, coinvolti nei consueti ingorghi (sempre gli stessi). Spesso me li guardo, questi romani (questi italiani di Roma) e mi chiedo: ma siamo sicuri che servono ancora a qualcosa?
Attenti! Siamo sicuri che serviamo ancora a qualcosa ... non mi tolgo dal mazzo ...
Poche settimane fa la grande notizia: una fabbrica cinese è stata interamente robotizzata. Con successo. Neanche un essere umano, a parte qualche nerd di programmatore. Cosa produrrà, in massa, tale fabbrica? Risposta: componenti elettronici. Altra domanda: e tale offerta di componenti elettronici (utili per PC, cellulari, kindle e quant'altro) a chi è diretta? A chi nel mondo ne farà richiesta? No, a chi potrà permettersi questi gadget, ovvero a chi un lavoro ancora ce l'ha; sicuramente un lavoro non lo hanno i cinesi che prima lavoravano in quella fabbrica. In altre parole: la produzione industriale va avanti non preoccupandosi della solvibilità di eventuali, nuovi compratori. 
Il profitto, il profitto.
Ma poi, mi chiedo ancora: serve ancora il lavoro? Non sta forse scomparendo il lavoro? Serve ancora il lavoro? Servono ancora i lavoratori? Non sarà che la ricchezza viene creata da altra ricchezza? Che lavoro fanno Soros e i fondi d'investimento planetari? I soldi generano i soldi, la ricchezza genera la ricchezza, non certo il sudore ... il braccio non muove più il telaio ... ricchezze immani, spaventose, incommensurabili girano alla velocità della luce, ma non hanno nulla a che fare con il lavoro; con il lavoro, almeno, che crea le cose, e le trasforma: bottoni, olio, tavoli, chiodi, maiali, pomodori, case, quello che volete.
Soros, Abramovic, Bill Gates, la Apple, la Monsanto hanno poi bisogno dell'umanità? Voi direte: certo, altrimenti a chi venderebbero la merce!
Non ne sono più tanto sicuro.
Gli serve un'umanità sempre più elitaria e solvibile (basta meditarne la propaganda), ma, in realtà, essi non producono per tutti (anche perché non gli serve produrre per arricchirsi, come detto). Alcuni miliardi di umanoidi, fosse per loro, sarebbero già al camposanto (e, per il capitalismo, la mancanza di danaro è già indifferenza, e morte). 
Mi seguite? Ammetto di non aver voglia di argomentare cartesianamente ...  
In ogni caso: sono convinto che, di qui a pochi decenni, larga parte dell'umanità diverrà completamente superflua.
La stermineranno? Guerre termonucleari? Pestilenze micidiali? Carestie su larga scala?
Il futuro delineato da George Romero (elites private che occupano torri d'avorio ipertecnologiche assieme ai loro schiavi e famigli) è a portata di mano.
Un neofeudalesimo prossimo venturo, cinque miliardi di morti ... carne inutile e già appassita. A cosa serviamo, poi ... ditemelo ... l'Occidente, almeno, è finito.
La massima aspirazione di un ventenne occidentale è trascorrere il fine settimana a Ibiza, o altra meta kitsch consimile.
Ammettiamolo: ubriacarsi o sniffare in Spagna è davvero molto più cool che farlo a Scampia, ai Parioli o a Quarto Oggiaro.

7 commenti:

  1. Ti seguo..ti seguo...
    Anch'io la penso come te: il lavoro, l'umanità...tutto inutile. Quindi a cosa serve ammassare ricchezze se invece di godersele come farebbe un qualsiasi uomo medio, queste ricchezze servono per procurarsi altre ricchezze mediante lo sfruttamento delinquenziale e omicida di gran parte della popolazione terrestre? In poche parole qual è il fine ultimo?
    Scava scava l'origine del male è metafisica. Patto col diavolo? Pochi anni fa avrei riso di me stesso alla sola idea. A tutt'oggi comincio ad avere qualche brivido.

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  2. PS: dimenticavo. Trovo molto pertinente l'accostamento con Nick Drake.
    Della serie: era meglio morire da piccoli...

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  3. Anche io sono partito, a farmi di ostriche e muscadet in costa azzurra! Finché che la barca va....

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    1. Vi andavo anch'io una volta, ma ora ... è piena di parvenue.
      Ovvove!

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  4. Città irreale,
    Sotto la nebbia bruna di un’alba d’inverno,
    Una gran folla fluiva sopra il London Bridge, così tanta,
    Ch’io non avrei mai creduto che morte tanta n’avesse disfatta.
    Sospiri, brevi e infrequenti, se ne esalavano,
    E ognuno procedeva con gli occhi fissi ai piedi. Affluivano
    Su per il colle e giù per la King William Street,
    Fino a dove Saint Mary Woolnoth segnava le ore
    Con morto suono sull’ultimo tocco delle nove.
    Là vidi uno ch e conoscevo, e lo fermai, gridando: « Stetson!
    Tu che eri con me , sulle navi a Milazzo!
    Quel cadavere che l’anno scorso piantasti nel giardino,
    Ha cominciato a germogliare? Fiorirà quest’anno?
    Oppure il gelo improvviso ne ha danneggiato l’aiola?
    Oh, tieni il Cane a distanza, che è amico dell’uomo,
    Se non vuoi che con l’unghie, di nuovo, lo metta allo scoperto!
    Tu, hypocrite lecteur! – mon semblable, – mon frère!

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