sabato 3 gennaio 2015

A grunge gift box - Three grunge comps (Hype! soundtrack/The grunge years vol. 1/The grunge years vol 2)

Le radici del grunge .. la nascita del grunge ... le fonti del grunge ... sono stati versati fiumi d'inchiostro, persino in Italia, per capire come nacque l'ultimo e sincero fenomeno rock internazionale (il fenomeno delle British bands, al confronto, fu un semplice spetezzo di propaganda). 
Ma il grunge non ha radici, né fonti, è sempre stato là: a Seattle. Lo chiamavano hardcore. Se non mi credete andate a consultare la pagina relativa all'hardcore di Washington State e, soprattutto, ascoltate ... fra i gruppi ritroverete Mr. Epp, il cui chitarrista, Mark McLaughlin, ribattezzatosi Mahvishnu Arm McLaughlin, in una lettera a una rivista di Seattle appellò la musica della propria band come: "Pure grunge! Pure noise! Pure shit!". Tutto questo nel 1981. Rimane da chiedersi: perché l'hardcore ri-nacque proprio a Seattle, città natale di Hendrix? Le risposte che posso dare sono due: Seattle, come Los Angeles e New York, è una città poco americana (puritani, pazzi e gold-diggers arrivarono tardi in tale glaciale lembo occidentale); ovviamente essa è permeata dal comune sentire americano (chi può sfuggirgli?), eppure reca in sé gli anticorpi necessari a contrastare gli istinti più psicopatici dell'Impero ... anticorpi di cui è costituito essenzialmente il rock, musica antipopolare, mediata, e in opposizione al genio della nazione ... 
La seconda risposta è che Seattle può vantare spazi per la creatività davvero notevoli: associazioni, università, licei, produzioni, studi di registrazione ... senza questo concime si spegnerebbero sul nascere parecchie pianticelle (e molti incendi creativi), posso darlo per certo.  
Sto risentendo parecchia musica di quel biennio fatale; mi son piaciute più alcune compilazioni, che assommavano i gruppi più noti a quelli minori, piuttosto che celebratissimi album di band milionarie. Gli inizi ruspanti son sempre i migliori.
Comunque si giudichi il fenomeno, pare impossibile, qui in Europa, almeno oggi, riprodurre anche solo un decimo di quel talento e di tanto furore.
Hype!

Fastbacks - K Street
Wipers - Return of the rat
U-Men - Dig it a hole
Green River - Swallow my pride
Soundgarden - Nothing to say
Mudhoney - Touch me I'm sick
Nirvana - Negative creep
Some Velvet Sidewalk - Mousetrap
Dead Moon - 54/40
Girl Trouble - My hometown
Tad - Giant killer
Gas Huffer - Hotcakes
Young Fresh Fellows - Low beat
Supersuckers - I say fuck
7 Year Bitch - Knot
Gits - Second skin
Flop - Julie Francavilla
Posies - Throwaway
Pearl Jam - Not for you
Mark Lanegan - The river rise
Pigeonhed - Fire's coming down
Fastbacks - Just say
Sarah DeBell - Smells like teen spirit

Grunge years vol. 1

Nirvana - Dive
L7 - Shove
Tad - Stumblin' man
Beat Happening - Red head walking
Mark Lanegan - Ugly Sunday
Screaming Trees - Change has come
Fluid - Tomorrow
Afghan Whigs - Retarded
Babes in Toyland - House
Mudhoney - Come to mind
Walkabouts - Long black veil
Love Battery - Between the eyes
Dickless - Saddle tramp

Grunge years vol. 2

Back Pets - Iron cock
Big Chief - Glare
Dandelion - Trailer park girl
Thee Hypnotics - Half man half boy
Seaweed - Taxing
Glueneck - Save
Sun - Water
Aline Boys - That man
Starvation Army - Ticket to oblivion
Skin Yard - Inside the eye
Antiseen - Fornication
Zen Guerilla - Graffiti hustle
Upside Down Cross - Batallion of rats

10 commenti:

  1. Li ho trasmessi per radio questi gruppi, quando negli anni 80 c'era la Milano da bere, e Craxi era il re d'Italia. Molta acqua è passata sotto i ponti, ma questa resta musica libera e selvaggia, come dovrebbe essere sempre il rock. Riscoprire o risentire queste band, è cosa buona è giusta. Buon 2015 Vlad

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    1. In quale radio trasmettevi?
      Incredibilmente gli anni Ottanta risaltano come un periodo di libertà infinita rispetto a questi.
      Buon 2015 anche a te.

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    2. Era una radio libera (si fa per dire) l'unica nella mia città trasmetteva rock. Si chiamava Radio Messina Quartiere. Non aveva pubblicità, ed insieme agli altri conduttori avevo creato una fascia serale del tipo Rai Strereonotte. Ma anche durante il giorno potevi ascoltare buona musica. Altro che Virgin dio o Radio Capital

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    3. Avevo anche fatto un giornale Shout. Ma ero solo un cazzone romantico . Non avevo ancora capito, che il filo di tutto sono i pistacchi (i soldi) e di quelli, come sempre non ne giravano neanche per coprirsi le spese. era tutto a gratis. Mi sono ritirato nel mio angolino muto e solitario,poi il web mi ha permesso di scrivere di musica sempre a gratis, ma va bene così'. con la musica ci campano in pochi,per tutti gli altri è solo una passione, ma così' forte e intensa, che ti fa fare qualunque sacrificio solo per quell'amore infinito che ti porti nel cuore.

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    4. Anche a Roma ho visto andare al diavolo radio, fanzine e negozi di dischi.
      L'ultimo grande periodo fu proprio quello del grunge, poi si chiusero le acque del Mar Rosso su quasi tutto.
      Oggi rimane poco e quello che rimane è irriconoscibile.

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  2. Leggendo un bellissimo libro intitolato Our band could be your life ho scoperto che la scena di Seattle ebbe origini nobilissime e realmente sotterranee. Il tutto però non sarebbe potuto pressochè esistere senza la Sub Pop. Quei due tizi erano matti da legare e rischiarono di fallire più di una volta, ma furono così lungimiranti e coraggiosi che alla fine ebbero il giusto riconoscimento.

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    1. Mi toccherà leggere anche Azerrad, allora.
      Furono lungimiranti, ma avevano acqua in cui nuotare ... qui in Italia li avrebbero inchiodati subito.

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    2. Un imprenditoria very yankee...o la va o la spacca; sono decenni che si parla di impresa semplice qui...ma il rock o è realtà imprenditoriaĺe o resta passatempo da pub; questo senza tirare in ballo discorsi di "qualità" quella può anche presvindere dalla solidità di impresa (che però alla fine aiuta, un pochino...).
      Buon anno!

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    3. Qui anche mettere su un chiosco di limonate è un incubo ... per tacere della mancanza di una scena rock seria ... inutile girarci intorno ... forse la crisi ci farà più creativi, almeno quello.

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  3. Con tutto il rispetto per le realtà nazionali dell'epoca...forse avevano anche materiale degno su cui scommettere come dei pazzi.
    Il libro lo consiglio vivamente.

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