domenica 8 luglio 2012

We have fed you all a thousand years - 40 canzoni di protesta americane 1^ parte/2^ parte

John Ford - Grapes of wrath, 1940

Parecchi anni fa lessi un bel libro curato da Alessandro Portelli, Canzoni e poesie proletarie americane, in cui si raccoglievano composizioni di rivendicazione politica e sociale nate in ambito americano. Sarebbe corretto dire: in ambito antiamericano, se per America intendiamo il modo di produzione economico. Neri, Italiani, irlandesi, slovacchi, finlandesi, ebrei, giapponesi, portoricani, messicani – minatori, operai tessili e siderurgici, allevatori, contadini – donne, immigranti, sindacalisti – formano l'eterogeneo humus sociale di sfruttati da cui nacque, loro malgrado, the Brave New World e l'onda rabbiosa, amara o disillusa di questi resoconti sonori.
Sono riuscito a raccogliere quasi tutte le canzoni del libro (introvabili quelle di Kando Ijima e Axel Simonen, rappresentanti, rispettivamente, l’immigrazione giapponese e finlandese).
Tra le parentesi quadre autore e anno di scrittura; non sempre, tuttavia, nelle tracklist da scaricare, l'autore coincide con l'esecutore; ad esempio Deportee di Woody Guthrie è cantata da Arlo Guthrie ed Emmylou Harris.

Buffalo skinners. [Tradizionale; circa 1910] L'interpretazione di Diamond Joe White è una variazione della ballata popolare che narra le durissime condizioni di vita dei cacciatori di bisonti, tra attacchi indiani, cibo immangiabile, marce forzate e una natura ostile.
Days of Forty-Nine. [Tradizionale] Le speranze individuali della corsa all’oro californiano, datata 1849, destinate a dissolversi per l’avidità dei monopoli capitalistici.
Diamond Joe. [Tradizionale] Il lavoro d'un mandriano per un aguzzino, Diamond Joe, fra stoico fatalismo e sarcasmo quasi allegro.
The boll weavil. [Tradizionale] Il boll weavil era un parassita del cotone che mise in ginocchio la produzione tessile del Sud dell'America provocando l'emigrazione di massa degli sharecroppers verso il Nord industriale.
Talkin' Arkansas hard luck blues. [Lonnie (Marvin) Elonzo Glosson; 1936] Strepitoso blues sulle spietate condizioni dei contadini del Midwest, costretti a rifugiarsi nei territori più improduttivi dai monopoli latifondisti e ferroviari.
Pastures of plenty. [Woody Guthrie; 1941] Canzone sull'immigrazione coatta dal Midwest verso la California; il fenomeno divenne endemico durante gli anni della Depressione, quando le banche espropriavano per debiti i piccoli proprietari.
Deportee. [Woody Guthrie; 1948] La canzone tratta dei chicanos (o deportees, lavoratori stagionali d'origine messicana), morti in un incidente aereo nel 1948, durante il rimpatrio forzoso.
Banks of marble. [Les Rice; 1948-1949] “... le banche sono di marmo/con una guardia ad ogni porta/i forzieri sono pieni d'argento/fatto col sudore della gente”.
John Henry. [Tradizionale] Una delle tanti variazioni della ballata sullo spaccapietre nero, John Henry, che gareggiò col proprio hammer contro la macchina (il martello pneumatico), simbolo dell'avanzata tecnologica bianca. Il fatto, realmente avvenuto, risale al 1872.
The grey goose. [Tradizionale] La canzone “ha caratteristiche stilistiche e strutturali che la fanno risalire senz'altro al tempo della schiavitù”.
Bourgeois blues. [Lead Belly; 1938] Scritta e cantata dall’ergastolano Huddie Lead Belly Ledbetter, contro il perbenismo della città dei bianchi.
Wagoner's lad. [Tradizionale] “Dura è la sorte di tutte le donne/sempre controllate, sempre confinate/controllate dai genitori finché vanno spose/e poi schiave al marito tutta la vita”.
American land. [Andrew Kurely; 1949] Canzone scritta da Andrew Kurely (originariamente: Odpoĉivam v Americkej pôde, ovvero Giaccio in terra americana), immigrato slovacco, che vide morire un compagno di lavoro in fabbrica, a Pittsburgh. “Ne fui tanto addolorato che quando andai alla stazione a prendere la sua famiglia non sapevo dare loro la notizia. Allora feci questa canzone”.
Corrido de Joaquin Murieta. [Tradizionale]. Murieta fu un muratore messicano, “costretto a farsi fuorilegge per i soprusi subiti dai pionieri e dalle forze americane di occupazione, è uno dei principali simboli che la cultura popolare chicana ha conservato della propria identità nazionale”.
When first unto this country [Tradizionale]. L'esperienza dell'immigrazione e della repressione poliziesca.

Ot azoy neyt a shnayder [Tradizionale]. La lingua yiddish costituì una degli elementi unificanti delle ondate migratorie ebree (dell'area tedesca e dell'Europa orientale); gli ebrei “ebbero un ruolo di primo piano nel movimento operaio, soprattutto nelle formazioni dei grandi sindacati dell'industria dell'abbigliamento (needle trades)”.
We have fed you all thousand years [Anonimo; metà XIX secolo]. Il lavoro – e il sangue versato per esso – come materia fondante della ricchezza delle classi superiori. “Sono mille anni che vi diamo da mangiare/ed eccoci ancora a stomaco vuoto … se il sangue è il prezzo della vostra ricchezza/buon Dio! L'abbiamo già pagato”.
Casey Jones [Joe Hill; 1911]. Canzone contro il crumiraggio.
Bad luck blues [Kokomo Arnold; 1938]. Ancora sull'immigrazione nera dal Sud agricolo verso il Nord industriale.
I've been treated wrong [Washboard Sam; 1941]. Depressione, disoccupazione, disgregazione della famiglia: i tre volti dell'individualismo capitalista.
No depression in heaven [A. P. Carter; 1932]. La fuga dalla miseria in una sorta di aldilà più giusto ed equo; spesso l'afflato biblico, in sostituzione delle rivendicazioni politiche, affiora dal tessuto contestatario.
Beans, bacon and gravy [Tradizionale]. La dieta dei poveri, fagioli, pancetta e brodaglia. La raccomandazione del presidente USA Hoover (1929-1933): “Mangiate fino all’ultimo pisello e fagiolo che avete nel piatto, non sprecate niente”.
Do re mi [Woody Guthrie; 1940]. Sull'immigrazione bianca che partiva dalla Dust Bowl (la zona, aridissima, fra Oklahoma, Arkansas e Texas) per arrivare in California, garden of Eden. “Se non avete il do-re-mi [i quattrini]/tornatevene nel vostro bel Texas/Oklahoma, Kansas, Georgia, Tennessee”.
Dark as a dungeon [Merle Travis; 1947]. Merle Travis è figlio di un minatore del Kentucky e vero poeta: “E spero che quando sarò morto i millenni passeranno/il mio corpo si scurirà e diventerà carbone/e io guarderò dalla porta della mia casa nel cielo/ e avrò pena del povero minatore che scava le mie ossa”.

1913 massacre [Woody Guthrie; 1941]. Canzone sulla strage di Calumet, Michigan, avvenuta la vigilia di Natale ad una festa di minatori scioperanti. Fu originata dalla provocazione di un rappresentante d’una corporazione antisindacale che gridò, falsamente, al fuoco. Nel panico della fuga morirono 73 persone.
Ludlow massacre [Woody Guthrie; 1944]. Presso le miniere di rame di Ludlow, Colorado, si verificarono episodi di repressione del governatorato, su istigazione dei proprietari, i Rockfeller. Ne seguì la lotta armata dei minatori che vinsero la battaglia politica.
Dreadful memories [Sarah Ogan Gunning-Aunt Molly Jackson; ?]. Aunt Molly Jackson, assieme al fratello Jim Garland e alla sorellastra Sarah Ogan Gunning, fu una delle figure di spicco delle lotte dei minatori nella contea di Harlan, Kentucky.
Join the CIO  [Aunt Molly Jackson; anni Trenta] La Jackson invita ad unirsi al Congress of Industrial Organization. Da notare che l'originario titolo recitava Join the NMU, National Miners Union, organizzazione più radicale, di stampo comunista.
Come all ye coal miners [Tradizionale]. La Jackson adatta una ballata tradizionale per descrivere, crudamente, le condizioni di vita e lavoro dei minatori.
The death of Harry Simms [Jim Garland-Aunt Molly Jackson; anni Trenta]. Sull’assassinio del sindacalista Simms, a Brush Creek, Kentucky, nel 1932; il sicario, attendente dello sceriffo, lavorava anche per le corporazioni minerarie. Sia Pete Seeger che Jim Garland espunsero dalla canzone le parti più radicali (a causa della censura maccartista): non si trova, infatti, il riferimento alla YCL (Young Communist League), di cui Simms fu organizzatore.
The Mannington mine disaster [Hazel Dickens; anni Settanta]. La Dickens, figlia di minatori, ricorda la morte di 78 lavoratori presso la miniera di Mannington, in West Virginia.
Which side are you on? [Tradizionale; testi di Florence Reece; 1930 circa]. Sulle persecuzione dei sindacalisti dell'UMW (United Mine Workers). La canzone fu scritta da Florence Reece, moglie di uno di loro, sulle note di un inno religioso.
The Lowell factory girl [David Rovics; ?]. La canzone di Rovics non rispecchia il testo inserito nel libro di Portelli, ma è così bella che ho deciso di lasciarla. Presso le industrie tessili di Lowell, Massachussetts, l’aspettativa di vita delle operaie non superava i trent’anni.
La ballata originale è la canzone di fabbrica considerata più risalente: 1840 circa.
The Homestead strike [Tradizionale]. Narra la cruenta guerriglia fra operai della fabbrica siderurgica di Homestead (Pittsburgh, Pennsylvania), di proprietà Carnegie, e gli agenti Pinkerton, nel 1892. Il successivo invio delle milizie statali portò alla dissoluzione del sindacato, riammesso in fabbrica solo decenni più tardi, a prezzo di lotte durissime.
Mill mother's lament [Ella May Wiggins; anni Venti]. Scritta da Ella Mae Wiggins, scioperante assassinata durante la repressione dei moti operai di Gastonia, North Carolina, nel 1929.
Detroit bound blues [Blind Blake; 1938]. Sull'immigrazione nera degli anni Dieci, diretta verso le industrie del Michigan.
Talkin' union [Woody Guthrie; 1941]. Incitamento alla costituzione del sindacato, ricco di toni satirici e insolitamente scanzonati: “... se aspettate che il padrone vi aumenti la paga/aspetterete fino al giorno del giudizio/saremo tutti sotto terra … in paradiso/San Pietro sarà il caporeparto”.
I do mind dyin’ (Please Mr. Foreman) [Joe L. Carter; 1965]. Scritta e cantata da Joe L. Carter, operaio della catena di montaggio Ford a Detroit.
When I was a single girl (I wish I was a single girl again) [Tradizionale]. Le tristi condizioni della donna sposata, ridotta a schiava del marito e della miseria.
Let them wear their watches fine [Anonimo; 1910]. La condizione delle lavoratrici femminili nell'industria tessile del Sud (Buffalo) è descritta con toni scabri e sconsolati se non fosse per il moto di rabbia finale: “Lasciamogli portare i loro begli orologi, gli anelli e i fili di perle/quando verrà quel giorno del giudizio/gli faremo mettere giù la loro bella roba”.



Tracklist

01. Diamond Joe White - Buffalo skinners
02. Bob Dylan - The days of Forty-Nine
03. Bob Dylan - Diamond Joe
 04. Lead Belly - The boll weevil
05. Lonnie (Marvin) Elonzo Glosson - Arkansas hard luck blues
06. Woody Guthrie - Pastures of plenty
07. Arlo Guthrie-Emmylou Harris - Deportee
08. Pete Seeger - Banks of marble
09. Arthur Bell - John Henry
10. James Baker - The grey goose
11. Lead Belly - Bourgeois blues
12. Buell Kazee - Wagoner's lad
12bis. Joan Baez - Wagoner's lad
 13. Wizz Jones - American land
14. Anonimo - Corrido de Joachim Murieta
15. Jerry Garcia-David Grisman - When first unto this country
 16. Pressburger Klezmer Band - Ot azoy neyt a shnayder
17. Utah Phillips - We have fed you all a thousand years 
18. Pete Seeger - Casey Jones 
19. Kokomo Arnold - Bad luck blues 
20. Jimmy Witherspoon - T Bone Walker - I've been treated wrong 
 21. Carter Family - No depression in heaven
22. Cisco Houston - Beans bacon and gravy
 23. Woody Guthrie - Do Re Mi
 24. Merle Travis - Dark as a dungeon
 25. Woody Guthrie - 1913 massacre
 26. Woody Guthrie - Ludlow massacre
 27. Sarah Ogan Gunning - Dreadful memories
 28. New Lost City Ramblers - Join the CIO
28bis. Aunt Molly Jackson - Join the CIO
 29. Sarah Ogan Gunning - Come all ye coal miners
 30. Pete Seeger - The death of Harry Simms
 31. Hazel Dickens - The Mannington mine disaster
 32. Almanac Singers - Which side are you on
 33. David Rovics - The Lowell factory girl
 34. Pete Seeger - The Homestead strike
 35. Pete Seeger? - Mill mother's lament
 36. Blind Blake - Detroit bound blues
37. Pete Seeger - Talking union
38. Joe Carter - I do mind dyin' (Please Mr. Foreman)
 39. Eva Cassidy - I wish I was a single girl again
40. Ironic Distance - Let them wear their watches fine

4 commenti:

  1. Mamma mia che lavoro enorme!!! Una vera enciclopedia.

    RispondiElimina
  2. Mi associo.
    Un Post a 5 Stelle !!!
    Potrei prendere uno spunto e farne una Compilation...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a entrambi.
      La compilation è una buona idea. Magari sul versante italiano, anni Settanta.

      Elimina
  3. what a brilliant collection! Utah Phillips was a friend of mine, and i know he'd be happy to be a part of this.
    grazie!!!
    d

    RispondiElimina