martedì 10 luglio 2012

New York Dolls – New York Dolls (1973)/Lipstick killers (recordings 1972)


Lanciamoci: l'omonimo del 1973 è uno dei più grandi dischi di rock 'n' roll mai concepiti? Attenzione,  non solo per la strepitosa lista di pezzi, basici, irresistibili, trascinanti, fitti di riff memorabili e ritornelli da cantare all'infinito, ma, anche, per la serie di topoi rock sciorinati da questi cinque dinamitardi, il travestitismo, la guitteria, l'estetica urbana decadente, la perversione, la goliardia sessuale, l'esibizionismo da canaglie, il sistematico rifiuto di ogni intellettualismo. Umberto Eco lo conferma: un luogo comune è solo un luogo comune mentre cento luoghi comuni possono diventare un'opera d'arte.
David Johansen, voce; Johnny Thunders, chitarra; Syl Sylvain, chitarra; Arthur Kane, basso; Jerry Nolan, batteria: a tratti sembra di sentire Jagger e la cinque corde di Richards, ma, rispetto agli inglesi, i Nostri non ossequiano nessuna tradizione, blues o altro, ma sembrano scaturire naturalmente da quella corrente sotterranea di liquami underground della nuova Gerusalemme atlantica, New York; non solo, ma essi appaiono totalmente liberi dalle pastoie del buon gusto e capaci di rivendicare, a distanza di decenni, una sincerità d'azione altrove irreperibile; che, al di là dei costumi di scena, la loro non fosse una posa, lo prova il fatto che solo due varcarono i sessanta: Johnny Thunders morì trentottenne nel 1991, Nolan si fermò nel 1992 a quarantasei anni, Arthur Kane nel 2004 a ben cinquantacinque primavere; segno di un’esistenza larger than life, gradassa, rutilante, superficiale, sanguigna e senza veri limiti.
Dopo di loro, almeno nei Settanta, poca roba, gaglioffi tipo Kiss o Tubes, cascami glam anglosassoni (Bowie era ormai irretito dall’elettronica); Johansen darà alla luce un bel lavoro nel 1978, poi si reincarnerà in Buster Pointdexter; Thunders sbriciolerà il proprio talento in numerosi tentativi, lamentazioni querule, bagliori del bel tempo che fu, piccoli capolavori melodici.
Requiescant in pace.

6 commenti:

  1. One of the greatest bands of all time. Thankyou for sharing. The Dolls rock on!

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  2. Un grande gruppo, è quasi un peccato (...esagero...) che sia stato tanto riscoperto e tanto idolatrato da chi poi magari giurava eterna fedeltà a Guns o Mötley Crüe.
    Ricordo che Bang scriveva, da qualche parte a proposito di Thunders, che era da vedere assolutamente e molto infretta..."prima che ci lasciasse le penne"
    Grazie x il post

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    1. Quei due gruppetti che hai citato proprio non li digerisco. Specialmente il primo, quello col chitarrista con la cicca e la tuba.
      Forse, più che di bravura, è solo una questione di onestà e sincerità. I Dolls erano tamarri puri come l'acqua di fonte.

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    2. Si, questo senz'altro. L'idea che mi sono fattoio è che i Dolls si esibivano come trapezisti "senza rete", in un periodo in cui tra l'altro un certo tipo di sessualità in molte parti d'America non era ancora ben digerito.
      Gruppi come Guns e Mötley la rete ce l'avevano sempre, correvano rischi (rischi??) assai calcolati e pianificati

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  3. Sono stati un dito nel culo per tutti. Ma nessuno se ne accorse. Tolto il dito, sono fuoriusciti Guns e Motley.

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    1. Più una serie di breccole che ci portiamo ancora appresso.

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