Nate su impulso del pittore pop Mario Schifano (1934-1998), forse su istigazione di Andy Warhol, a lui vicino, Le Stelle* sono il primo serio tentativo italiano di affrancarsi dalle dande dei tre minuti della forma canzone.
A quasi mezzo secolo dalla comparsa del disco sono numerose le incrostazioni che rendono difficile scorgere se il luccichio dell’opera sia un riflesso aureo o di volgare ottonatura. Gli elogi di certi sostenitori ad oltranza dell’hortus conclusus progressivo italiano, l’indubbia qualità della confezione, firmata da Schifano stesso, ed il conseguente feticismo dell’oggetto disco (uno dei vinili più rari ed ambiti di sempre) fanno velo alla nuda considerazione estetica, la sola che interessa.
A detrimento dell’opera è il chiaro ricalco dal progetto Warhol – Velvet Underground, dell’anno precedente, e un certo sentore di stantio che affligge tutto ciò che, in Italia, è a ricasco di modelli stranieri.
A suo vantaggio l’improvvisazione sincera e i diciassette minuti di Le ultime parole di Brandimante, dall’Orlando Furioso, ospite Peter Hartman e fine (da ascoltarsi con tv accesa, senza volume)**, davvero rivoluzionaria. Una tirata che parte con dialoghi da ritrovo bohémien ed evolve in una sarabanda psichedelica di tutti contro tutti, con la sola chitarra ad additare un sentiero nella giungla sonora in cui spicca l’organo infantile e dissonante di Marini; beffa finale: la sigla di chiusura dei programmi RAI***.
La seconda parte annovera una Susan song à la Nico, la cameratesca Intervallo e Molto alto, con interessante uso delle percussioni: il tono oscilla tra una blanda psichedelia e le sonorità beat del tempo che, discacciate dalla porta, rientrano dalla finestra.
L’opera deve molto, anche musicalmente, al potente impulso di Schifano, e rimane, proprio in virtù della sua estemporaneità, isolata storicamente e senza evidenti epigoni. Neanche l'ondata progressiva dei Settanta saprà lievitare il seme di questa eccitante anteprima free form.
* La formazione comprendeva Nello Marini (voce, tastiere); Urbano Orlandi (voce, chitarra); Giandomenico Crescentini (voce, basso); Sergio Cerra (batteria); Francesca Camerana (voce)
** In realtà Brandimarte (Orlando Furioso, XXXXII, 14) che, ferito a morte da Gradasso rivela al paladino principe:
“Orlando, fa che ti raccordi
Di me ne l’orazioni tue grate a Dio;
Ne men ti raccomando la mia Fiordi …
ma dir non poté: - ... ligi -, e qui finio.”
Fiordiligi morirà poco appresso per il dolore.
*** Risentirla dopo molti anni è sconvolgente
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