giovedì 25 giugno 2015

Evil Monkey, Il rock invisibile (libro e pdf)

"Perché un blogger che per quasi 4 anni si è speso a scrivere di dischi, nel modo più obiettivo e approfondito possibile, dovrebbe inventarsi di sana pianta autori ed album inesistenti?
Risposta necessaria e sufficiente: perché è divertente.
Risparmia ore di tediosi ascolti fatti solo per scriverci qualcosa su e consente di parlare di dischi, a loro modo, perfetti. Proprio perché non esistono.
Potrebbe bastare così".

Comincia così Evil Monkey il suo aureo libretto. E rincara subito dopo: in tal modo si risparmia "il tedio dell'ascolto pre-recensione. Forzato, innaturale, ultra analitico, falsamente obbiettivo"; inoltre "la musica rock vive di mitologie. Che spesso, spessissimo sono false più che fantastiche. Personaggi reali avvolti da iperboli di fama e devozione che travalicano i confini del ridicolo, biografie e personalità contraffatte per il solo scopo di lanciare l'ultimo divo in pasto al mercato".
Ma sì, ha ragione lui! Basta con la leggenda! Lo diceva pure Louise Brooks: spesso le leggende (del cinema nel suo caso) erano attribuite negli anni ai più diversi attori: sempre le stesse! Sempre false! Riuscivano così bene nei confronti del pubblico che agenti e produttori riuscivano ad appiccicarle, nei decenni, ai più svariati divi - divi che, di tali leggende, erano assolutamente ignari ... ed ecco sorgere il mito di Bogart, di Brando, di Valentino ... nonostante Bogart, Brando e Valentino ... ed ecco sorgere i miti invasivi e fasulli di Jagger, Lennon e compagnia, dal lato che ci interessa. 
E allora basta riandare ai nomi consueti, alle solite smargiassate; basta pestare i sentieri già battuti, di affaticare i torchi con le copertine più trite, le smorfie viste miliardi di volte. Aria fresca! E qual è la soluzione? Borgesianamente consiste nella pura invenzione del rock: di opere e autori. 25 dischi inesistenti. Mai fatti, ma (nella mente di Dio) possibili. D'altronde non erano gli idealisti a dire che una cosa impossibile (una montagna d'oro) vantava, per il solo fatto di essere pensata, una propria realtà?
Ed ecco, perciò, meno reali del reale, ma più verosimili dei Kolors, i magnifici Venticinque: gli Etna di Silence ("Accordi lenti, assuefatti alle pasticche degli Earth, scanditi dal ridondare del basso degli Om"); i Catoblepa, conterranei degli ZZ Top, col loro omonimo del 1975 ("Un heavyblues di “machismo” conclamato, come certe prime uscite dei Foghat più dediti alle arene USA, senza dimenticare il potere della distorsione di qualche retropsichedelia texana": mi pare già di sentirli); e i Drowners Brothers col loro No tears del 1994 ("la post produzione certosina, il suono di cristallo e un refrain a 5 stelle, orchestrato alla Verve, fa di Rollin’ il singolo manifesto di tutta un epoca: tra Bolan e Faces, con tutta la tecnologia degli anni ‘90 più patinati che mai": anche questo mi pare di sentirlo, purtroppo); e che dire del testamento di Jenna Winter? O del sound ruvido dei Panthers, direttamente da Cleveland, Ohio?
Capito il gioco?
Concludo con una proposta e una blanda critica.
La critica (è blanda, quindi è una proposta): c'è bisogno di inventare? Ci son più cose nel cielo e nella terra del rock di quanto non ne sogni la nostra povera competenza ... c'è ancora tanto da scoprire; ricordi, caro Evil, la Virgin Forest?
La proposta: perché non allargare l'invenzione all'ucronia, ovvero a una realtà rock alternativa? Esempio: supponiamo che Phil Collins  nel 1974 abbia lasciato i Genesis ... in rotta col commercialissimo e venale Gabriel .... per tentare, assieme a due membri residui dei Can, uno sviluppo avant garde rock della musica etnica ... un primo album, denominato semplicemente I, influenza da presso David Sylvian e sconvolge David Bowie ... segue recensione di questa opera prima ineludibile e d'immortale freschezza ispirativa ...

Qui la versione pdf gratuita del Rock invisibile di Evil:

e qui la versione cartacea:

2 commenti:

  1. La critica é corretta, e la risposta sta già nel proseguire parallelamente il lavoro su Virgin Forest. Resta il fatto che il bisogno di inventare é un bisogno di libertà e leggerezza che a volte mancano nello scartabellare tra gli "archivi".
    La proposta é interessantissima, ma necessita di rigore storico e metodo inappuntabile: mi mancano entrambi.
    Un ringraziamento per l'ospitalità, proprio oggi sono arrivati i volumetti cartacei...quindi occhio alla posta nei prossimi giorni!

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  2. Ma quale critica ... l'ho scritta solo per non ricoprirti di salamelecchi ...

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