domenica 22 settembre 2013

Pentangle - Cruel sister (1970)


Dietro un gruppo, un disco, e un fenomeno che si ritiene tutto sommato secondario come il folk tradizionale inglese, affiora inopinatamente la storia, con le sue complesse ascendenze e diramazioni.
In questo caso essa insorge già dal nome, Pentangle, che il chitarrista Renbourn ideò a partire dalle suggestioni del ciclo arturiano (della scritto tardo trecentesco Sir Gawain e il cavaliere verde) in cui concorrono, al solito, echi vertiginosi (il mondo della cavalleria medioevale, ovviamente, ma anche quel mondo sospeso fra dissoluzione della latinità, irruzione della koiné germanica-sassone e resistenze celtiche).
I Pentangle (Jacqui McShee, voce; Bert Jansch, chitarra;  John Renbourn, chitarra; Danny Thompson, basso; Terry Cox, batteria) operarono, soprattutto in Cruel sister, in tale zona brumosa in cui ogni riferimento, dai toponimi alle rielaborazioni delle leggende al delicato revival strumentale, congiura ad una evocatività sommessa, ma inesorabile.
Se Lord Franklin è un omaggio all'esploratore ottocentesco John Franklin che perì, assieme all'equipaggio, nella morsa dei ghiacci artici, mentre cercava il passaggio a Nord-Ovest (sopra l'Alaska), le altre ballate (quelle decisive) derivano da regioni fiabesche e mitiche: Cruel sister è modellata su Twa sisters (una ragazza, rosa dalla gelosia, uccide la sorella; quest'ultima si incarnerà in un'arpa - costruita colle sue ossa e i suoi capelli - generando una letale melodia di vendetta); Jack Orion (18'40''), già nel repertorio di Bert Jasch, ripete la Child ballad Glasgerion, ancora una cruda danza di Amore e Morte (le Child ballads formano il corpus poetico dei tradizionali inglesi e scozzesi - leggi europei - ordinati dal professor Francis Child).   
Le armonie vocali, la strumentazione acustica, l'intelligente rielaborazione letteraria toccano corde di un passato sepolto, ma ancora vigente; ci strugge, in tali opere, la nostalgia indefinibile di una comune origine.

3 commenti:

  1. Fondamentali,specie Rembuorn e Janish. Conosco benissimo quest'album, e molto altro di loro.Li ho visti anche dal vivo( i due)...Lucky Thirteen,Godbye pork pie hat, ma anche Jack Orion,Cruel Sister e tantissime altre.Grande post.

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    1. I due chitarristi sono molto sottovalutati. Rimedieremo con un post.

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  2. Disco sottovalutato... come l'intelligenza musicale e poetica di tutto il gruppo che ha inanellato altri album formidabili ed esecuzioni magistrali, nonché una serie notevole di brani di propria scrittura senz'altro molto interessanti. Reflection è un altro album colossale (per citarne uno solo). Grazie per aver ricordato questa esperienza eccezionale.

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