Mattacchioni di Berkeley, i Mr. T Experience esordirono con questo piccolo, entusiasmante capolavoro nell'anno di scioglimento dei Black Flag, ovvero alla fine dell'era hardcore.
Il disimpegno era nell'aria, e i californiani riuscirono a declinarlo nella forma spensierata di un post-punk melodico ed irresistibile: cascami degli anni Sessanta e Settanta (surf music, Kinks, tirate alla Ramones), una certa allure goliardica e un orecchio finissimo per i ritornelli accattivanti formano una godibile miscela che, nell'arco della mezzora, non ha cedimenti.
Una bevanda rinfrescante in un pomeriggio assolato: il disco scorre che è un piacere, a partire da One big lie a Marine recruiter sino a Big mistake e Mary Mary. Incastonata tra queste veloci meraviglie melodiche e scherzi blasfemi (Surfin' Mozart) il micidiale poker Andy Partridge, Scientific, Disconnection e Surfin' cows.
I Mr. T Experience non hanno preoccupazioni politiche o sociali: i testi (“my old girlfriend just went insane/disconnection in her brain”) sono allegrotti e funzionali alla carica innocua, ma bruciante di tutte le quattordici tracce. D'altra parte Mr. T non era il protagonista, steroideo e simpaticamente brutale, di un incruento telefilm d'azione degli anni Ottanta, A-Team? In tale serie il team riesce a far deflagrare ordigni letali, consumare santebarbare di proiettili, stritolare furgoni, edifici ed associazioni deliquenziali senza, apparentemente, versare una sola goccia di sangue: il ghigno furbacchione di George Peppard col cigarillo è il compendio di questa divertente farsa in cui nessuno si fa male; così gli Experience che, dimenticati gli eroici furori degli anni precedenti, esplodono le proprie munizioni a salve, carnevalesche ed irresistibili.
Il loro esordio rimane, al netto di queste considerazioni, una gemma melodica e il punto di riferimento per i numerosi gruppi pop-punk all'acqua di rose che inonderanno la scena nei decenni a venire, dagli Offspring ai Green Day.
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