Nucleus |
Nice - Ars longa vita brevis (1968). Lo
ammetto: Keith Emerson mi ha sempre dato fastidio. I primi pezzi di questo
celeberrimo album (tale, almeno, quando Internet non era fra noi: “Ma hai
sentito i Nice?”; “No, dico: ce l’hai il vinile dei Nice?”; “Ah, la tastiera
dei Nice!”, e così via) scorrono via piacevolmente, con accensioni beatlesiane
e muretti sonori per cui i fratelli Gallagher darebbe un braccio; poi Emerson
comincia a fare il gradasso … non è colpa sua … è che nelle sue mani la grande
tradizione classica viene ammorbata dal genio inglese per marcette e pompe: il
kitsch à la Rondò Veneziano è in
agguato e, a volte, colpisce. Per capire la differenza si dia un orecchio (o
anche due: è meglio) ai cecoslovacchi Collegium Musicum, loro contemporanei. Nonostante
tali pecche (che, forse, sono una mia testarda idiosincrasia) nel tutto si rinvengono
dei passaggi notevoli, soprattutto quando le tracimazioni dell’organo vengono
contenute dai compagni. Viva i Nice! Keith Emerson, tastiere; Lee Jackson, basso; Brian Davison,
batteria, percussioni.
Dr. Z - Three parts to my soul (Spiritus, Manes et Umbra) (1971). Il vinile originale, ridotto – pare - a circa 80 copie, è
divenuto un feticcio dei collezionisti. Come spesso accade, in particolar modo
fra gli appassionati del progressive, la rarità diviene un viatico per l'ipervalutazione
critica del prodotto stesso. E tuttavia questo oscuro reperto dei primi
Settanta non demerita tale fama: nonostante la mancanza di pezzi davvero trascinanti
e caratteristici, l’insieme risalta per l’ispirazione plumbea e un pervasivo tono
dark, da rinvenire soprattutto nelle tracce più estese (Spiritus, Manes et Umbra, 11’53’’; In a token of despair, 10’12’’). I testi, improntati a un vago
esoterismo, aiutano. L’assolo di batteria in Spiritus mi ricorda, a naso, quello iniziale di Lust for life: piccola curiosità. Keith
Keyes, voce, tastiere; Rob Watson, basso; Bob Watkins, batteria, percussioni.
Nucleus - We'll talk it
about later (1971). Un capolavoro del
jazz-rock britannico: fluido, potente, inventivo, specie nella prima parte; e ancora non diluito dal funky
più orecchiabile e meno problematico. Da ascoltare subito. Chris Spedding,
chitarra; Karl Jenkins, tastiere, sassofono, oboe; Brian Smith, flauto,
sassofono; Ian Carr, tromba, flicorno; Jeff Clyne, basso; John Marshall,
batteria, percussioni.
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