Pekka Pohjola |
Ulteriori riflessioni a margine: lo stile pittorico del gotico internazionale si diffuse in tutta Europa (con deboli differenze e peculiarità fra un paese e l'altro) in pochi decenni; quasi improvvisamente. Il tramite: gli scambi culturali delle corti; l'impulso: quello, forse decisivo, della sede papale ad Avignone.
Se è così quale da dove è partito l'impulso e quale è stato il fattore di trasmissione del progressive europeo e, in generale, della musica rock più ambiziosa dei Settanta (almeno sino al punk)?
Domanda non oziose. Domande da storici. Possiamo già affermare: gli storici di professione (in altri ambiti, ovviamente) queste domande se le fanno e si danno risposte, accendono dibattiti, mettono in circolazione materiale da sottoporre al vaglio critico, estendono saggi, compulsano documentazioni et cetera. Perché non dovremmo parlarne noi che, per diporto, passiamo la vita ad ascoltare questa musica? Le risposte sinora date non m'interessano poiché si basano su dati incompleti ... come già spiegato ... non che non possano essere veritiere, per carità ...
Alla seconda domanda si può rispondere: a favorire l'unità di tale musica fu probabilmente l'afflato politico, contestatario, libertario - un vento epocale inteso come volontà liquidatoria del passato regime commerciale e accademico.
La prima domanda è più difficile: quale fu l'impulso principe? La scena inglese? La scoperta del jazz americano (il che spiega perché negli Stati Uniti progressive non vi fu: il jazz già lo avevano)? Oppure un sincretismo ardito fra influenze jazz (la musica aperta per eccellenza) e classicismo continentale?
Nel frattempo si propone un intrico finlandese da esplorare: un grande compositore, Pekka Pohjola (eccellenti i suoi tre primi album); i Wigwam, gruppo (e disco) icona della musica finnica (vi militò lo stesso Pohjola); i sorprendenti Tasavallan Presidentti, autori di un prog immaginifico, colorito e ben costruito.
Wigwam - Fairyport (1971). Jim Pembroke, voce, armonica; Jukka Gustavson, voce, tastiere; Pekka Pohjola, tastiere, basso, violino; Eero Koivistoinen, sassofono; Pekka Pöyry, sassofono; Tapio Louhensalo, contrabbasso; Hannu Saxelin, clarinetto; Risto Pensola, clarinetto; Unto Haapa-Aho, clarinetto; Ilmari Varila, oboe; Ronnie Österberg, batteria, percussioni; Jukka Tolonen, chitarra.
Pekka Pohjola - Pihkasilmä kaarnakorva (1972). Pekka Pohjola, tastiere, basso, violino; Risto Pensola, clarinetto; Pekka Pöyry, flauto; Jukka Gustavson, tastiere; Reino Laine, batteria.
Tasavallan Presidentti - Lambertland (1972). Eero Raittinen, voce; Jukka Tolonen, chitarra; Pekka Pöyry, flauto, sassofono; Måns Groundstroem, basso; Vesa Aaltonen, batteria.
La mia risposta la sai: movimento di rigetto rispetto agli accessi di attivismo, di politicizzazione di radicalismo del '68. Rifugio nella fantasia e nella "musica colta", quanto (in apparenza) di più distante dalla generazione degli indignati.
RispondiEliminaCredo che l'influenza determinante fu quella britannica; e dalla britannia attecchi questo stile anche perchè il prog - a differenza per esempio dell'hard rock - non necessita di innesto su una solida tradizione blues (mancante in tanta parte d'europa); non è basato sul riff ritmico, quanto sulla "sonata", sull' orchestrazione, sull'arrangiamento, e perchè no? sul belcanto.
Per ora la penso ancora così, ma esplorando esplorando...chissà che non saltino fuori altre evidenze.
Non sono d'accordo. Secondo me è una continuazione di quell'attivismo, tanto che alcuni gruppi prog furono politicizzati (in senso lato), a sinistra e pure a destra (non parlo di esiti artistici) ...
RispondiEliminaComunque è una indagine da approfondire.
A destra sono d'accordo, ma è coerente con una visione di "rigetto" rispetto a certi movimenti. A sinistra credo che per tanti fu una "posa", senza contare che per esempio la sinistra è una cosa in Italia, un altra, per esempio, in Olanda o Germania. In Italia chi ha trovato coerenza tra visione politica ed espressione musicale furono pochi credo, di certo gli Area su tutti; che in effetti furono più vicini a certo kraut pittosto che al "classico" prog italico.
RispondiEliminaUna cosa mi sta a cuore, perchè è parte che in qualche modo mi compete in Virgin Forest e mi interessa da tempo: il prog USA. E' certo vero che non è esistito come movimento, ma è esistito in singole prove di (grandi) gruppi, che poi hanno fatto altro. Passa spesso sotto altro nome (Arena rock, symphonic rock...) ma tant'è. Non so se sia una presenza (quella del jazz) a causarne la scarsità o piuttosto alcune assenze pesanti: l'assenza di una musica popolare diversa da country e blues, che affondasse le radici nella musica più colta (valzer, polka...); l'assenza di un proprio "medioevo"; sembra una sciocchezza, ma togli al prog britannico il medioevo e forse togli del tutto il prog.
Ad ogni modo "un" prog americano è esistito e ve ne fornirò le prove!
Che la ricerca e i dibattiti continuino!
Ciaooooo
Scusa, mi rispondo da solo per aggiungere una cosa: quando parliamo di USA parliamo di una realtà "continentale". In realtà negli USA forse non c'è nemmeno mai stato un Genere, un movimento unico e univoco, la scena è talmente grande che è impensabile resituire una visione unitaria. In Gran Bretagna alla fine i gruppi si conoscevano tutti, si ascoltavano, pubblicavano per le solite 3-4 etichette, gli studi erano sempre quelli...
EliminaNegli USA occorrerebbe fare un ragionamento stato per stato...come dire...serve un po' di tempo...
Le sinistre europee erano diverse: quelle classiche però, non quelle dei Settanta ... a mio avviso fu un movimento di pensiero unificante - davvero europeo ... una mia idea ... sul prog USA: esiste di sicuro, magari tardo e astratto dalla componente medioevale ed escapista ... vedi i Muffins ... ma cosa non esiste in America?
Elimina