martedì 4 ottobre 2011

Lightwave - Tycho Brahe

Precedente a Mundus subterraneus, Tycho Brahe è il primo capolavoro dei Lightwave e uno degli vertici di sempre della musica elettronica. Il gruppo francese* si concentra su una figura storica al limite fra tradizione e nuova scienza (come avverrà con Athanasius Kircher) per sfruttare un immaginario in cui tiene ancor patria il meraviglioso poiché il rigore e la lucidità di Brahe non riuscirono ad aver definitivamente ragione (come in Keplero, Galileo e Newton) di un passato ingenuo più attento alla sistemazione armonica e teologica della volta stellare che non ai freddi dati sperimentali.
Tycho Brahe (1546-1601), nobile danese, ribelle agli studi di legge imposti dalla famiglia, si guadagnò una crescente fama di dotto (grazie anche all’abilità nel costruire nuovi strumenti d’osservazione) sino a che, nel 1576, il re Federico II lo dotò di un sostanzioso vitalizio annuo e gli fece dono dell’isoletta di Hveen; qui l’astronomo eresse due osservatori, Stellaeburgum (Stjerneborg) e Uraniburgum (Uraniborg), e si dedicò per vent’anni, fra il calore degli affetti familiari e dei propri allievi, alla collezione di misurazioni astronomiche e all’elaborazione di una dottrina che, se apriva nettamente alle istanze dell’eliocentrismo (i pianeti circolano attorno al Sole), accoglieva, tuttavia, il geocentrismo (Sole e Luna orbitanti attorno alla Terra).
La prima traccia dell’opera, titolata appunto Uraniborg (17’04’’), evoca la maestà infinita dei cieli intravista dalle lenti dell’osservatorio nella quieta isolana di Hveen e l’intimidito stupore dello studioso a fronte di tale immensità. I suoni dei Lightwave sono, come sempre, adimensionali, incentrati su lente fluttuazioni (come nel più intimistico Mundus subterraneus, viaggio al centro della terra e dell’animo), e suggeriscono correnti interstellari, pulsazioni e respiri ultraterreni, generazioni cosmiche inesauste, ristagni contemplativi; i francesi rendono tale paesaggio universale alternando sprazzi inquietanti (i tocchi di violino, le tastiere spettrali - Uraniborg, Cathedral, Poetics of the sphere) a momenti statici e stuporosi (Mapping the sky, Apogee): l’effetto è, artisticamente, sublime, poiché ingenera, al tempo stesso, inquietudine per una dimensione impossibile da ricomprendere in noi e momenti in cui proprio tale naufragio ci rende gioia (la consueta dicotomia, romantica, fra terrore disarmante e gioiosa meraviglia nei confronti dell’ignoto e dell’infinito).
I Lightwave rigettano le costruzioni stranianti dell’elettronica più estrema e ritagliano la propria estetica in un territorio mediano dove è il meraviglioso a dettare il primo impulso verso la  conoscenza; essi sono, prima che musicisti, profondi umanisti, come i successivi In der Unterwelt e Cantus umbrarum confermeranno. 

* Oltre al duo Wittman e Charbonnier abbiamo Hector Zazou, Paul Haslinger, Jacques Deregnaucourt.

Tychonis Brahe Astronomiae Instauratae Mechanica

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