martedì 4 agosto 2015

Cos - Viva Boma (1976)


Ammettiamolo, è sempre una mezza festa quando, dopo numerosi ascolti fallimentari, ci si imbatte in un disco davvero buono. Senza cedimenti; vario, intelligente. Al di là di ogni feticismo o sopravvalutazione di genere.
La media, di solito, è questa: su venti opere, almeno quindici le ricancello subito. Tre sono passabili, da riascoltare. Le restanti due sono buone, sono una bella scoperta, almeno una si può pubblicare.
La Virgin Forest ha le sue regole.
I Cos appartengono a quel versante del progressive belga prossimo alla squisita avanguardia degli Univers Zero e, soprattutto, degli Aksak Maboul (il grande Marc Hollander militò in entrambi i gruppi), pur deprivata da quella fascinosa anarchia. 
Non manca qualche diversione (l'incongruo brano iniziale), ma il disco si mantiene compatto lambendo i territori di Canterbury e di un liquido e obliquo jazz-rock esornato dalla mirabile voce di Pascale Son. Ottimo Schell.
Da ascoltare.
Pascale Son, voce, oboe; Daniel Schell, chitarra, flauto; Marc Hollander, tastiere, clarinetto; Alain Goutier, basso; Guy Lonneux, batteria.

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