venerdì 8 maggio 2015

Marillion - The best 1983-1985

Ma sì, un gruppo feticcio dell'adolescenza.
Fra di noi girava una BASF da 60 con le canzoni di Script for a jester's tear: Chelsea Monday, Garden party e Forgottens sons pompavano alla grande dagli stereo portatili a pile ...
Gruppo neoclassico? AOR? I Queen del progressive? A risentirli oggi sono davvero ambigui i Marillon: senti subito che c'è qualcosa che non va, un'arietta grossolana rispetto alle costruzioni di Genesis e Yes; eppure, a distanza di trent'anni, dopo Beefheart, l'avanguardia, lo zeuhl, l'hardcore, la no-new wave, il pop decadente, quello spastico, quello mistico, il rock etnico, il crossover, il rap, la library e quant'altro, questi singoli persistono nella voluttà dell'immaginario.
Se, dopo una vita di LP CD MP3, si ha voglia di riascoltare Childhood's end e, nel riascoltarlo, si prova piacere, al di là dell'effetto nostalgia (questo elemento imponderabile che vizia inevitabile il giudizio estetico), allora si può concludere che, sì, in effetti, i Marillon, nel loro piccolo, nonostante qualche caduta di stile, goffaggine, furbizia imitativa, e dissacrazione del bel tempo andato, furono una parentesi importante del progressive melodico dei primi Ottanta.
"Furono", e "nei primi Ottanta", perché, dalla dipartita di Fish (sostituito da Steve Hogarth), non ho mai lontanamente pensato a mettere sul piatto un loro disco (magari sono migliori dei primi, chissà).
Così come esiste un prima con Gabriel e un dopo senza Gabriel, esiste un prima con Fish e un dopo senza Fish ... anche in questo i Marillon hanno evidentemente replicato, da implacabili manieristi, la parabola dei loro principali ispiratori.

6 commenti:

  1. Non mi piacevano i Marillion ai tempi, meno ancora mi piacciono adesso.
    Il motivo è il classico: "perché ascoltare la copia invece degli originali"? Originali che tra l'altro sono n volte meglio.
    PS: quanto detto per i Marillion vale a maggior ragione per tutto il c.d. neoprog

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  2. Avevo 15 anni quando uscì "Kayleigh" e nonostante fossi cresciuto a punk, harcore, post-punk e new wave, me ne innamorai all'istante.
    C'è qualcosa di peggio del neo prog e del neo metal-prog: gli Afterhours.

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    1. Vabbè, dai... qui stiamo sparando sulla croce rossa :-)

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  3. Manieristici ma assolutamente deliziosi con Fish, coraggiosi e "adulti" con Hogarth. Gruppo imperdibile.

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