sabato 21 febbraio 2015

Nitty Gritty Dirt Band - Will the circle be unbroken (1972)

Quando ero ragazzetto non lo comprai perché non avevo una lira (che era sempre meglio dell'attuale 'non avere un centesimo', ndb) ... poi non lo comprai perché avevo letto una recensione coi termini 'leggendario' e 'storico' dentro ... quindi altra musica cominciò a frullarmi per la testa ... in breve: l'ho ascoltato solo ieri sera, con trent'anni di ritardo.
Un gruppo di ragazzotti di buona volontà (della costa pacifica, quindi in odore hippie) arruola alcuni interpreti country e bluegrass delle precedenti generazioni (Doc Watson, Merle Travis) e, con piglio da improvvisatori, celebra brani classici del genere.
Una operazione revival nata contro il Nashville sound più deteriore (basta guardare l'omonimo film di Altman per capire) e le contaminazioni con il rock - operazione che, a distanza di decenni, lascia il tempo che trova.
Il country e il bluegrass che la Dirt Band intende preservare è già ampiamente derivativo; il patrimonio tradizionale della popolazioni immigrate degli Appalachi aveva cominciato a subire mutamenti sin dall'approdo delle stesse sulla costa atlantica, nel Settecento circa.
Cosa sia rimasto di quel folk radicale (le radici del folk americano, nientemeno) nel secolo a noi prossimo è questione che lascio ai musicologi più dotti e avvertiti ... Il disco della Gritty Band, invece, posso giudicarlo: mi ha lasciato del tutto indifferente.
E aggiungo: cosa ne sarà di questa musica (il country del 1972, o del Novecento) quando tutto l'apparato di propaganda americano sarà risucchiato nel nulla (sic transit gloria country)? Diventerà, forse, un semplice documento sociale da studiare ... Almeno per chi ne avrà voglia ... 
La noia non è mai una buona pietra critica: anzi, ritengo immorale usarla; tuttavia, per una volta, a un disco oppongo il mio sbadiglio.

10 commenti:

  1. Circa 25 anni fa ho avuto un periodo di breve, qualche mesetto, infatuazione per il country. Ascoltavo roba tipo Gram Parsons, Byrds-periodo-sweetheart, Flying Burrito, Poco, Gene Clark e roba del genere. Passato questo momento particolare da allora è un genere dal quale mi sono tenuto ben alla larga (a parte Gene Clark che è un grandissimo songwriter e col country forse c'entra poco). In quel periodo, complice una collana a basso prezzo, mi accattai il triplo vinile di cui al tuo post. Ascoltato con molta fatica tre o quattro volte dopodiché è stato messo in "sonno" nello scaffale dei dischi reparto polvere.
    Tuttora lì giace. Se me lo vendo su ebay dici ci faccio qualche soldo?

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    1. Anch'io ero innamorato di quella musica ... avevo quindici anni ... però erano contaminazioni country-rock, folk elettrico ... il country puro come lo conosciamo dai film e dai dischi è roba micidiale, inascoltabile, anche se - mi dicono - che è la vera musica americana ...
      Un'asta su ebay a 40-50 euro la puoi tentare, perché no ... tanto non lo metterai mai più sul piatto.

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  2. sul disco in oggetto concordo. ma Gram Parsons, Byrds, Flying Burrito...beh! questa è roba buona ancora adesso.

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    1. Certo mi riferivo al country puro, tutto ... non solo quello di Dolly Parton, il country che ha versi come: "Io sono il pane e tu sei il burro" e ti ammorba le orecchie negli stati del sud.

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    2. Qualche singola canzone ogni tanto, degli artisti che hai nominato, la posso ascoltare con piacere. Un lp per intero invece non ce la faccio più a reggerlo. Dei Byrds chiaramente intendo il solo periodo country; fino a Notorious byrds brothers erano un gruppo eccezionale...

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  3. Bè si, è giusto fare dei distinguo..Mi viene in mente la scena dei blues Brothers, dietro la rete per pollai, bombardati di bottiglie di birra appena scolate a cantare Rawhide.Il country è l'identità degli americani (quelli delle bottiglie). Anch'io sono stato infatuato ma il discorso coinvolgeva l'area contry-blues, passando per il folk, ma finendo più con l'apprezzare le contaminazioni elettriche. Il country tradizionale è ripetitivo e noioso specie quando vi si associano testi cui tu fai riferimento.

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    1. Una scena entrata nell'immaginario collettivo ... ti ricordi poi con quale canzone evitano il linciaggio ...

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  4. Il country di Nashville è questo. ma l'old time music,la musica tradizionale americana,racconta la storia di un popolo,di ferrovie, di banditi,di sogni infranti di guerre,e pace.,di piste battute dal vento. quelle canzoni sono storie che nessuno adesso riesce piu' a scrivere e cantare, con quella semplicità che ti faceva sentire parte integrante di quella storia. il country tradizionale racconta un' America perduta, e quel grande sogno della terra promessa. qualcosa che ti faceva sentire fiero ,anche se non avevi nulla, qualcosa che ti faceva sentire speciale di essere li'. questa è la musica country, strade polverose e praterie,vacche e bestemmie, duro lavoro. poi quel sogno è volato via, inghiottito insieme alla polvere che alzava, da quelle nuove strade luminose e scorrevoli lustrate di nero, che nascevano con il progresso. quelle canzoni sono le canzoni di un popolo,di uomini soli,lasciati a morire in un mondo ostile e selvaggio,canzoni che in qualche modo ti portavano dritto sulla strada dei desideri, che ti facevano sentire speciale,perché raccontavano la tua vita. perché da li' partivi, e li' saresti tornato. anche da sconfitto.

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    1. Ma quelle chi le scrive più?
      Più che country sono canzoni di lavoro o tradizionali tramandati e rielaborati.

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  5. ho scritto di getto. scusa per gli errori e le ripetizioni.

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