sabato 7 giugno 2014

Trilogia della collera/1 ovvero Exploited - Punk's not dead (1981)


La trilogia propone alcune riflessioni enigmatiche accompagnate da un terzetto musicale (nascosto dal consueto fogliame) suggerito dal blog Detriti di Passaggio: Exploited, GBH, Discharge.
Oggi la prima puntata.

* * * * *  

Le ipotesi fondamentali:
- In principio fu il desiderio: l’uomo, infatti, non è che desiderio.
- Il desiderio deve essere soddisfatto; sempre; a qualsiasi costo.
- Il desiderio insoddisfatto genera violenza.
- La violenza va incanalata – dai sacerdoti del potere – per il mantenimento del potere stesso: il vecchio ordine è così mantenuto e ricostituito su basi nuove.

Schopenauer, magnifica canaglia e prosatore d’eccellenza, chiamò il desiderio: Volontà. Onnipotente, Unica, Indivisibile: agisce l’uomo eternamente, instancabilmente. Una metafora universale, bellissima di ciò che, nella cruda realtà, è ben altro: il desiderio è in noi: succhi, umori, linfe; bile, sangue, pus … Osservate un cadavere squartato, magari in una foto di guerra: quello siamo, un coacervo semiliquido di continua ansia di possesso, materiale, oh, quanto materiale … e umano, troppo umano …

Il desiderio: di oggetti, cibo, sesso, sopraffazione … metteteci qualunque cosa … ogni perversione possibile … signori: il catalogo è questo …

La domanda fatale e primigenia di quell’essere scrofoloso chiamato uomo: come soddisfare il desiderio? Da solo non posso .. rischio d’esser ammazzato, soppresso … la vita è pericolosa … la natura scatenata: fiere, tempeste … il nemico è in agguato … occorre socializzare … la società …

La società funziona. Si va a caccia insieme, si innalzano capanne e totem, si organizzano stupri … si mette su famiglia, si bisboccia mentre le carni fumiganti gocciolano grasso liquefatto … alla fine si diventa pure sedentari … si coltiva, si alleva … la vita è bella …

La comunità ingrandisce … cominciano le grane … qualche carestia fa mancare il pastone per tutti … inverni gelidi, malattie epidemiche … oppure il contrario: troppa gente: nascono invidie, rancori … oppure: il nemico alle porte ... inventiamoci qualcosa: il sacrificio …

Si sacrifica, si uccide in base all’intensità della propria potenza …

- La comunità ha un surplus di potenza, è prospera: si sacrifica la sovrabbondanza, la vacca o il capretto in più, il raccolto in più, il figlio o la vergine in più … riconoscenti al Moloch …
- Nella comunità manca la potenza: all’interno si cerca, quindi, il responsabile, il capro espiatorio, il sacrificando … per placare il Moloch che non ci dà il raccolto, per placare un nemico troppo forte, per rinsaldare il gruppo che rischia di dissolversi, di sbranarsi internamente.

Inganni del sacrificio: il sacrificando, paradossalmente, fa parte ed è altro dalla comunità: la strega, lo storpio, il pharmakos, il maledetto, il nemico, il deforme, il bambino malefico; oppure un animale, scelto fra quelli più inoffensivi, più ‘umani’: capretti, vitellini, maialini … un qualcuno che ci ‘assomigli’ (in modo da esclamare davanti al dio che si inganna: sacrifico una parte di me) e nello stesso tempo sia altro da noi: un diverso, senza legami, senza potere, senza ambizioni di vendetta: una vittima perfetta; verrebbe da dire: sacrificale …

Altro inganno: si parla di comunità, di Stato, di villaggio, di società, ma la vittima, di fatto, è già stata espulsa dalla società … in realtà chi si arroga il diritto di uccidere è un gruppo di potere interno alla società: esso sacrifica il gruppo senza potere di quella stessa società …

Le nuove civiltà, che hanno consegnato al Potere Giudiziario (sempre più universale, potente, impersonale) le chiavi della vendetta e del ristabilimento dell’ordine, operano alla stessa maniera del buon selvaggio … dai Dinka alla NATO al NWO homo non facit saltus …

Il potere, ecco il problema … il desiderio di potenza di una élite … la élite (di qualsiasi tempo) rinnova il patto che la unisce a se stessa e ai suoi complici tramite il sacrificio … dai capretti ai milioni immolati il passo è breve … e, soprattutto, il passo è lo stesso … quello dell’oca, a volte, ma non sempre …

L’unica differenza tra il buon selvaggio, Atene e il Fondo Monetario Internazionale: i numeri … il buon selvaggio sacrificava qualche capra e un paio di nemici, gli Ateniesi parecchi buoi e qualche vergine, il FMI qualche decina di milioni di umanoidi …

Il potere si nasconde … sempre … il sacerdote è il massimo mistificatore … tanto più falso quanto più cruento … egli sceglie con cura la vittima … un escluso, un debole che non possa difendersi o essere vendicato e, al contempo, abbia la forza simbolica di rappresentare tutti: élite, corpo sociale, negletti … sacerdoti, guerrieri, mercanti, paria …


Anche la Storia ama nascondersi, spesso dietro episodi insignificanti … le lacrime della Fornero … la Fornero che si inceppa sulla parola sacrifici ... proprio su quella … ma non c’è niente da ridere, o da criticare, o da burlarsi … il momento è solenne, graveolente d’un simbolismo di morte … sicuramente voluto … l’élite è in pericolo, i desideri da soddisfare molteplici, il Moloch freme, il villaggio globale trema sotto i colpi della crisi, si scatenano invidie, rancori, risentimenti … occorre una svolta, occorre un sacrificio lustrale che riorganizzi le fila … bisogna cambiare! Cambiare, subito, per sempre … il nuovo ordine, eguale al vecchio, rifondato con le ossa dei sacrificati … Esagero? Mi farò chiamare Joker lo Scherzoso … credere che una sadica inciampi con un groppo in gola è davvero una burla, però …

Le vittime sapete chi sono … disoccupati, inoccupati, esodati, licenziati, ultimi della fila … sono lì sotto la mannaia … italiani di diritto, ma non di fatto … sono dentro la nostra società, ma già fuori ... i sacerdoti sono mistificatori, ricordiamolo … spesso imbellettano la giovenca o la vergine o il pharmakos, li ricoprono di salamelecchi, li ingrassano di cibo e promesse, li ospitano in casa, favoriscono la loro fuga … e piangono … piangono … quindi – gli assassini non hanno colpa! – li abbandonano nel deserto o li cacciano a frustate dalla città o li trafiggono con le lame di ossidiana – il sangue ribolle fuori dalle vene innocenti … la purificazione è avvenuta, col minimo sforzo … la città è salva … gli dei placati. Si continua.

Credete che la storia sia diversa perché stavolta siamo noi sotto il macuahuitl del sacerdote azteco? Afghani, iracheni, siriani, ucraini, Coventry, Dresda, Hiroshima, Hanoi hanno già pagato … le guerre mondiali … il potere sa come imbellettare la morte … il sacrificio immane … attenti … nazionalismi, spread, allarmi, razzismi, sono come i fiori che inghirlandano il capo di Ifigenia – cerva bianca condotta al macello per placare il Moloch e i generali avidi di guerra …

L'11 settembre ... Pearl Harbour ...

Il respiro della Storia … inspirazione, espirazione … i saliscendi della Storia … le crisi, i cicli economici, la morte e la nascita delle nazioni … immani olocausti … sacrifici incommensurabili … che tocchi a noi? Attenti: è tempo di confusione: il carnefice fa occhi di vitello, il duce è colla testa sul ceppo … attenti a scegliere.


3 commenti:

  1. "(...)Vedete, tra gli Shilluk del Nilo Bianco, il Grande Sacerdote è la figura più importante del regno; l’unico a sapere, l’unico che interpreta i segni del cielo e conosce le stelle. Porta sempre una maschera di legno colorata di porpora; nessuno conosce il suo vero volto. E’ lui che può decidere della successione al trono: non appena il Re da i primi segni di cedimento fisico, ad un cenno del suo braccio, è il popolo stesso ad incatenare il sovrano e farlo a pezzi pubblicamente. Eppure, formalmente, non ha poteri. Nessuno è tenuto ad eseguire il suo volere, ed anzi egli stesso parla assai di rado. Ma su di lui si basa il fondamento più profondo del regno: la ciclicità del tempo, la trasmissione del sapere”.

    la tesi sui sacerdoti è intrigante...

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    1. Il re è una vittima che esce dalla comunità dall'alto, gli altri vi escono dal basso: vittime entrambi. René Girard dixit.

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