Vi ricordate George Bush junior? L'invasione dell'Afghanistan? Le ridicole motivazioni della successiva guerra all'ex amicone Saddam? La fialetta di Colin Powell agitata all'Onu? La distruzione dell'Iraq? Vi ricordate? Le manifestazioni, le invettive?
Ricordate l'asse del male di Giorgino? Siria, Iran, Corea del Nord?
Ricordate la contesa presidenziale John Kerry - George Bush junior? Si tifava per Kerry, il veterano che, forse, aveva fatto le marce della pace. Ricordate?
Ricordate la contesa presidenziale Obama-McCain? Si tifava tutti Obama; è nero, giovane, qui cambia tutto. Vi ricordate?
Pure il Premio Nobel gli diedero, dalle parti di Oslo; per incoraggiamento, presumo.
Ora ci sono tutti e due, John Kerry, Segretario di Stato, e Obama, il pelouche dei diritti civili e dei gonzi internazionali: addirittura Comandante in Capo degli Stati Uniti d'America.
E ora? Tocca alla Siria, prima tappa dell'asse del male. Come prima.
"Ti ricordi ti ricordi ti ricordi ..." insiste ossessivo Fabio Traversa a Nanni Moretti in Palombella rossa. E Moretti: "Ero proprio io ... c'ero anch'io ... ho fatto queste cose anch'io ...". C'eravamo tutti, ma eravamo coglioni. O ingannati. Come nel romanzo di Philip K. Dick, L'uomo dei giochi a premio. Un tizio, Ragle Gumm, vive una vita fittizia: la città in cui abita non è una vera città; i familiari, gli amici, i conoscenti sono attori che recitano per tenerlo buono e indirizzarne appunto il talento nella risoluzione dei giochi a premio (che non sono enigmi innocenti, però ...). Dal libro è stata rubacchiata la trama di The Truman show di Peter Weir. Anche Pynchon ha pescato lì, ma non lo sa quasi nessuno.
Il livello Ragle Gumm ora è stato superato. Perché ingannare la gente? Non ce n'è più bisogno. Tutte quelle faticate sull'uranio impoverito, le armi chimiche di Saddam, i falsi, le notizie alterate, gli omicidi mirati. Che dispendio d'energie!
Ormai si dichiara: abbiamo le prove! E si procede. Gli Italiani, con la consueta vigliaccheria, aspettano il beneplacito dell'ONU. Capirai ... Ma la colpa è nostra. Assistiamo indifferenti, svuotati, rintronati, smidollati.
D'altra parte l'arco costituzionale è quello che è. E noi siamo ormai l'ombra di ciò che potevamo essere.
La cosa che più mi angoscia, tuttavia, è che le terre del passato, quelle che hanno sostenuto concettualmente il mondo, le terre avite, le patrie del sapere, ormai appartengono all'asse del male o dell'irrilevanza derisa. Asse del male: Siria (Damasco), Iran (la Persia!), Iraq (la Mesopotamia!), Cina (il Catai di Marco Polo), la Russia (ponte d'unione fra Asia ed Europa, terra dei Rus'). Asse dell'irrilevanza: Italia e Grecia, ovvero le centrali della conoscenza dell'intero Occidente: filosofia, giurisprudenza, matematica, arte.
Può un mondo muovere alla distruzione delle fonti che l'hanno abbeverato per millenni? Nel nome di quale verità?
Non c'è qualcosa di assolutamente, irrimediabilmente malato in tutto questo?
Qualcosa che grida vendetta al cielo della giustizia?
Vi giro la domanda. Rispondete qualcosa. Non a me, che non conto un tubo. Rispondete al mondo. Testimoniate. Dalle vostre postazioni.