NWW 41. Soft Machine |
241. Sally Smmit & Her Musicians (Gran Bretagna) - Hangahar
(1980). Cosa
significa avere dei maestri? Imparare in pochi anni ciò che, altrimenti,
impareremmo in venti o trenta. Oppure, ipotesi nettamente plausibile, mai. Gli
estensori della NWW sono maestri. Hanno preservato dall’oblio decine di opere
che, personalmente, non avrei mai cercato a breve termine e che giudico (con basica
brutalità) belle da ascoltare, e ancor più belle da scoprire: quasi tutte svelano,
infatti, un affascinante mondo di corrispondenze e rimandi sotterranei che inducono
a ricercare ulteriore musica, spesso occulta (o meglio: occultata dal
mainstream). Ad esempio, in tal caso: la Smmit (Sally Timms: Smmit è palindromo
del vero cognome) viene dai Mekons (cfr. Early British punk vol. 13), il disco è
prodotto da Pete Shelley (già incontrato nella NWW18 con £ 3,33, e nella serie EarlyBritish punk vol. 3 coi Buzzcocks) e così via. Due lunghi brani: il primo, con le voci
femminili, aeree e stranianti, a rincorrersi fluttuanti su un tappeto sonoro di
elettronica e percussioni è memorabile e merita l’ascolto da subito; il secondo
è simile, ma di minore impatto. Il disco dovrebbe essere la colonna sonora del
film omonimo: non mi è riuscito, tuttavia, di rintracciare la pellicola. Mistero secondario. Sally Smmit (Sally Timms), Lindsay Lee (Lindsay
Reed), Pete Shelley, Francis Cookson, Gerard Cookson.
242. Snatch (Stati Uniti/Gran Bretagna) - Shopping for clothes (1980). Snatch ovvero Judy Nylon e Patti
Palladin … chi sono queste due signorine? Mai sentite? Anche qui c’è da
scoprire. Judy Nylon, americana, immigrata nel Regno Unito nei primi Settanta,
fu un’artista a tutto tondo, uno di quei pesci che amano nuotare nelle misture
bollenti della novità: avanguardia, no/new wave, glam, post punk …; vicina
(forse sentimentalmente) a Brian Eno, ne condivise gli interessi per la musica
ambientale e, forse, addirittura li indirizzò in tal senso (vi è un aneddoto al riguardo, che
non cito poiché gli aneddoti sono spesso esagerati, o falsi, o irrilevanti); Patti Palladin
militò nei Flying Lizards (NWW17) ed ebbe modo di registrare un disco con
Johnny Thunders, ex New York Dolls (un altro NYD, Jerry Nolan, suona invece la
batteria nel presente disco). Il sound deviato di Shopping risente conseguentemente sia di certi umori no wave
americani che delle sperimentazioni post punk in terra inglese. Molto interessante. Judy
Nylon, voce; Patti Palladin, voce; Keeth Paul, chitarra; Bruce Douglas, basso;
Nick Plytas, tastiere; Jerry Nolan, batteria.
243. Soft Machine (Gran Bretagna) - Third
(1970). Non so quali note critiche si possano aggiungere al terzo dei Soft
Machine. Si potrebbe cominciare con i condivisibili: “È meglio il quarto!” o “È meglio il secondo!” (vedi WBC1/1969 e poi vedi WBC4/1970) oppure iniziare, pour epater les cretins: “Notevole
free-jazz, seppur ampiamente sopravvalutato …”, o rincarare, collo snobismo
ricercato dei jazzaroli più snob: “L’opera gode di una fama esorbitante, di
quella vasta isteria prossima al culto …”. Io mi limito a rilevare che tre
pezzi (Facelift, Slightly all the time, Out-bloody-rageous)
formano già un’opera memorabile; e che la quarta traccia è Moon in June, interpretata da Robert Wyatt. Riascoltatelo questo
disco, ma, vi prego, in modo acconcio: a tarda sera, quando tutta la volgarità
del cicaleccio pubblicitario dell’idiozia di massa s’acquieta, almeno
nell’emisfero occidentale; ascoltatelo alla luce d’una lampada a bassa
intensità, mentre seguite le linee grafiche della copertina del vinile e la
puntina superstite graffia con cura la plastica impolverata … ah, che pace, che
serenità, che capolavoro … Mike Ratledge, tastiere; Elton Dean, sassofono; Lyn
Dobson, flauto, sassofono; Jimmy Hastings, flauto, clarinetto; Nick Evans,
trombone; Rab Spall, violino, Hugh Hopper, basso; Robert Wyatt, voce, batteria.
244. Sperm (Finlandia) - Shh!
Heinäsirkat (1970). Abbiamo già incontrato Pekka Airaksinen (NWW1), mente
motrice del gruppo. Gli Sperm durarono poco; generarono un EP, questo disco e numerosi
scandali, grazie a una serie di live oltraggiosi, oltre i confini, allora
invalicabili, della pornografia. Shh!
è un’opera composita: si passa dai toni free di Jazz jazz, alla dodecafonia per
chitarra torturata di Dodekafoninen
talvisota sino ai grandi episodi ambientali dell’iniziale Heinasirkat, e di Korvapolikliniikka hesperia, dove il suono si curva al doom.
Per le orecchie allenate è da ascoltare subito. Pekka
Airaksinen Mattijuhani Koponen, P.Y. Hiltunen, Antero Helander, J.O. Mallander,
Markus Heikker.
245. VV. AA. (Germania) - Pop & Blues Festival '70 (1970). Frumpy, Beatique in
Corporation, Sphinx Tush, Tomorrow’s Gift, Thrice Mice: le leve secondarie del
sound tedesco degli anni Settanta bastano a regalare un grande live:
progressive eseguito secondo le inclinazione canoniche: sinfonico,
pinkfloydiano, arzigogolato, prog-blues, hard prog … quello che conta sono i
timbri dei Settanta, spontanei, sinceri e di inesauribile fascino. Notevoli i
sette minuti dei Thrice Mice col loro revival vivaldiano.
246. Karl-Heinz Stockhausen - Aus den sieben Tagen (1968). Già recensito qui.
246. Karl-Heinz Stockhausen - Aus den sieben Tagen (1968). Già recensito qui.
247. Stooges (Stati Uniti) - Fun house (1970). Vediamo cosa si può dire di questo disco: TV eye non ha nulla a che vedere con la televisione, ma con l’occhio concupiscente di una signorina; l’urlo introduttivo alla medesima TV eye probabilmente fu il suono primario che indusse il cervello di Henry Rollins a fare ciò che poi fece; la grattugia iniziale di Down on the street lascia già intendere tutto; e che Dirt, colla sua andatura trattenuta, è uno dei più grandi brani rock di sempre … volevo limitarmi a citare Webbaticy, ma pure lui non ha molto da dire, a parte lodare il produttore Gallucci, ingiustamente trascurato (così è la vita), e piazzare l’opera al numero uno di una delle sue classifiche annuali all time (WBC1/1970). Anche Fun house va ascoltato in solitario, ma di giorno, in autostrada, con poco traffico tra i piedi; Dirt, però, va bene anche di notte, coll’oscurità tagliata dalle ritmiche luminarie delle alogene, e l’asfalto che inghiotte in silenzio ogni pensiero più futile. Iggy Pop, voce; Ron Asheton, chitarra; Dave Alexander, basso; Scott Asheton, batteria; Steven Mackay, sassofono.
Quelli per cui il terzo dei Softs è un disco sopravvalutato magari sono gli stessi che si strappano i capelli per le opere dei Jesus & Mary Chain e dei Radioèd.
RispondiEliminaMa va bene così...il mondo è bello perché è avariato
I Radiohead non mi hanno mai scaldato il cuore, i Jesus non li sento da una vita ... chissà come mi suonerebbero oggi ... devo riascoltarli.
EliminaChe il mondo sia avariato è una certezza.
Potrei suonare "Moon in June" nella mia testa dal primo all'ultimo secondo, così come facevo al CAR durante le chilometriche marce. Chi non la ama ha il cuore di pietra. E forse anche qualcos'altro.
RispondiEliminaSotto il militare ero nella fase Primus, se ben ricordo (una delle tante fasi).
EliminaSono passati, incredibilmente, 25 anni da Jerry was a race car driver.
Thankyou so much for this wonderful series! x
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