domenica 26 aprile 2015

Nurse With Wound list vol. 41 (Sally Smmit & Her Musicians/Snatch/Soft Machine/Karl-Heinz Stockhausen/Sperm/Pop & Blues Festival '70/Stooges)

NWW 41. Soft Machine

241. Sally Smmit & Her Musicians (Gran Bretagna) - Hangahar (1980). Cosa significa avere dei maestri? Imparare in pochi anni ciò che, altrimenti, impareremmo in venti o trenta. Oppure, ipotesi nettamente plausibile, mai. Gli estensori della NWW sono maestri. Hanno preservato dall’oblio decine di opere che, personalmente, non avrei mai cercato a breve termine e che giudico (con basica brutalità) belle da ascoltare, e ancor più belle da scoprire: quasi tutte svelano, infatti, un affascinante mondo di corrispondenze e rimandi sotterranei che inducono a ricercare ulteriore musica, spesso occulta (o meglio: occultata dal mainstream). Ad esempio, in tal caso: la Smmit (Sally Timms: Smmit è palindromo del vero cognome) viene dai Mekons (cfr. Early British punk vol. 13), il disco è prodotto da Pete Shelley (già incontrato nella NWW18 con £ 3,33, e nella serie EarlyBritish punk vol. 3 coi Buzzcocks) e così via. Due lunghi brani: il primo, con le voci femminili, aeree e stranianti, a rincorrersi fluttuanti su un tappeto sonoro di elettronica e percussioni è memorabile e merita l’ascolto da subito; il secondo è simile, ma di minore impatto. Il disco dovrebbe essere la colonna sonora del film omonimo: non mi è riuscito, tuttavia, di rintracciare la pellicola. Mistero secondario. Sally Smmit (Sally Timms), Lindsay Lee (Lindsay Reed), Pete Shelley, Francis Cookson, Gerard Cookson.

242. Snatch (Stati Uniti/Gran Bretagna) - Shopping for clothes (1980). Snatch ovvero Judy Nylon e Patti Palladin … chi sono queste due signorine? Mai sentite? Anche qui c’è da scoprire. Judy Nylon, americana, immigrata nel Regno Unito nei primi Settanta, fu un’artista a tutto tondo, uno di quei pesci che amano nuotare nelle misture bollenti della novità: avanguardia, no/new wave, glam, post punk …; vicina (forse sentimentalmente) a Brian Eno, ne condivise gli interessi per la musica ambientale e, forse, addirittura li indirizzò in tal senso (vi è un aneddoto al riguardo, che non cito poiché gli aneddoti sono spesso esagerati, o falsi, o irrilevanti); Patti Palladin militò nei Flying Lizards (NWW17) ed ebbe modo di registrare un disco con Johnny Thunders, ex New York Dolls (un altro NYD, Jerry Nolan, suona invece la batteria nel presente disco). Il sound deviato di Shopping risente conseguentemente sia di certi umori no wave americani che delle sperimentazioni post punk in terra inglese. Molto interessante. Judy Nylon, voce; Patti Palladin, voce; Keeth Paul, chitarra; Bruce Douglas, basso; Nick Plytas, tastiere; Jerry Nolan, batteria.

243. Soft Machine (Gran Bretagna) - Third (1970). Non so quali note critiche si possano aggiungere al terzo dei Soft Machine. Si potrebbe cominciare con i condivisibili: “È meglio il quarto!” o “È meglio il secondo!” (vedi WBC1/1969 e poi vedi WBC4/1970) oppure iniziare, pour epater les cretins: “Notevole free-jazz, seppur ampiamente sopravvalutato …”, o rincarare, collo snobismo ricercato dei jazzaroli più snob: “L’opera gode di una fama esorbitante, di quella vasta isteria prossima al culto …”. Io mi limito a rilevare che tre pezzi (Facelift, Slightly all the time, Out-bloody-rageous) formano già un’opera memorabile; e che la quarta traccia è Moon in June, interpretata da Robert Wyatt. Riascoltatelo questo disco, ma, vi prego, in modo acconcio: a tarda sera, quando tutta la volgarità del cicaleccio pubblicitario dell’idiozia di massa s’acquieta, almeno nell’emisfero occidentale; ascoltatelo alla luce d’una lampada a bassa intensità, mentre seguite le linee grafiche della copertina del vinile e la puntina superstite graffia con cura la plastica impolverata … ah, che pace, che serenità, che capolavoro … Mike Ratledge, tastiere; Elton Dean, sassofono; Lyn Dobson, flauto, sassofono; Jimmy Hastings, flauto, clarinetto; Nick Evans, trombone; Rab Spall, violino, Hugh Hopper, basso; Robert Wyatt, voce, batteria.

244. Sperm (Finlandia) - Shh! Heinäsirkat (1970). Abbiamo già incontrato Pekka Airaksinen (NWW1), mente motrice del gruppo. Gli Sperm durarono poco; generarono un EP, questo disco e numerosi scandali, grazie a una serie di live oltraggiosi, oltre i confini, allora invalicabili, della pornografia. Shh! è un’opera composita: si passa dai toni free di Jazz jazz, alla dodecafonia per chitarra torturata di Dodekafoninen talvisota sino ai grandi episodi ambientali dell’iniziale Heinasirkat, e di Korvapolikliniikka hesperia, dove il suono si curva al doom. Per le orecchie allenate è da ascoltare subito. Pekka Airaksinen Mattijuhani Koponen, P.Y. Hiltunen, Antero Helander, J.O. Mallander, Markus Heikker.

245. VV. AA. (Germania) - Pop & Blues Festival '70 (1970). Frumpy, Beatique in Corporation, Sphinx Tush, Tomorrow’s Gift, Thrice Mice: le leve secondarie del sound tedesco degli anni Settanta bastano a regalare un grande live: progressive eseguito secondo le inclinazione canoniche: sinfonico, pinkfloydiano, arzigogolato, prog-blues, hard prog … quello che conta sono i timbri dei Settanta, spontanei, sinceri e di inesauribile fascino. Notevoli i sette minuti dei Thrice Mice col loro revival vivaldiano.

246. Karl-Heinz Stockhausen - Aus den sieben Tagen (1968). Già recensito qui.


247. Stooges (Stati Uniti) - Fun house (1970). Vediamo cosa si può dire di questo disco: TV eye non ha nulla a che vedere con la televisione, ma con l’occhio concupiscente di una signorina; l’urlo introduttivo alla medesima TV eye probabilmente fu il suono primario che indusse il cervello di Henry Rollins a fare ciò che poi fece; la grattugia iniziale di Down on the street lascia già intendere tutto; e che Dirt, colla sua andatura trattenuta, è uno dei più grandi brani rock di sempre … volevo limitarmi a citare Webbaticy, ma pure lui non ha molto da dire, a parte lodare il produttore Gallucci, ingiustamente trascurato (così è la vita), e piazzare l’opera al numero uno di una delle sue classifiche annuali all time (WBC1/1970). Anche Fun house va ascoltato in solitario, ma di giorno, in autostrada, con poco traffico tra i piedi; Dirt, però, va bene anche di notte, coll’oscurità tagliata dalle ritmiche luminarie delle alogene, e l’asfalto che inghiotte in silenzio ogni pensiero più futile. Iggy Pop, voce; Ron Asheton, chitarra; Dave Alexander, basso; Scott Asheton, batteria; Steven Mackay, sassofono. 

5 commenti:

  1. Quelli per cui il terzo dei Softs è un disco sopravvalutato magari sono gli stessi che si strappano i capelli per le opere dei Jesus & Mary Chain e dei Radioèd.
    Ma va bene così...il mondo è bello perché è avariato

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    1. I Radiohead non mi hanno mai scaldato il cuore, i Jesus non li sento da una vita ... chissà come mi suonerebbero oggi ... devo riascoltarli.
      Che il mondo sia avariato è una certezza.

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  2. Potrei suonare "Moon in June" nella mia testa dal primo all'ultimo secondo, così come facevo al CAR durante le chilometriche marce. Chi non la ama ha il cuore di pietra. E forse anche qualcos'altro.

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    1. Sotto il militare ero nella fase Primus, se ben ricordo (una delle tante fasi).
      Sono passati, incredibilmente, 25 anni da Jerry was a race car driver.

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  3. Thankyou so much for this wonderful series! x

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