Se entrate nel Cimitero Acattolico di
Roma, presso la Piramide di Caio Cestio, vi si presenterà subito, di fronte, un
vialetto in salita. Alla fine della brevissima arrampicata troverete la lapide
di Percy Bysshe Shelley, cuore dei cuori (Cor cordium); lì vicino è un'altra
tomba, quella del poeta Gregory Corso, ammiratore ardente proprio dell'inglese. Sul marmo è incisa una scarna serie di
versi:
Lo Spirito
è Vita
che scorre
nella mia morte
senza fine
come un fiume
che non ha paura
a divenire
mare
E Gregory Corso è dietro l'harmonium di Hare Krishna (in Tenderness junction), mentre Allen Ginsberg è alla voce principale.
Nei periodi felici, infatti, tutto si confonde: poesia, musica, grafica, cinema, politica ... anzi, in tali momenti, si assiste a uno spreco generoso di creatività artistica: tutti offrono poiché si vive nella sovrabbondanza della creatività. In altre epoche, invece, si è davvero stitici ... e tutto viene preordinato per non sprecare proprio nulla.
Il periodo dei Fugs è quello dell'opulenza; i più grandi nomi della contestazione americana convergono, a pieno titolo oppure di passaggio, verso innumerevoli progetti musicali, folk e rock. Tenderness junction e It crawled non sono certo le punte di questa ondata acidissima che cerca di corrodere le fondamenta dell'Impero. A distanza di quasi mezzo secolo le loro frecciate irridenti hanno il sapore del documento storico piuttosto che la vivezza del tono profetico; ogni canzone dei Fugs, infatti, si porta appresso tutto il tempo passato, cogli errori i pregi e gli anacronismi ideologici; a sopravvivergli con pieno vigore è, invece, la qualità musicale di molti pezzi: quelli blandamente psichedelici (Turn on tune in drop out, The garden is open) o di folk provocatorio e sarcastico (Johnny Pissoff, Wide wide river e Wet dream, una presa dei fondelli dei Platters) oppure gli episodi più beffardi (come l’esorcismo di fronte al Pentagono).
Nati per dissacrare i propri tempi, i Fugs sono ancora attuali a dispetto del loro celebrato anticonformismo.
Beh si...i cari vecchi Fugs sono decisamente figli del loro tempo e, in questo senso, non sono invecchiati benissimo. Però è impossibile non volergli bene e Tenderness Junction in particolare riserva momento musical-poetici decisamente godibili.
RispondiEliminaForse li hanno presi troppo sul serio: droga amore libertà ne abbiamo pure troppe oggi. Non se li sono filati solo sul versante guerra, chissà perché ...
RispondiEliminaMusicalmente, in questi due album, sono davvero bravi ... a distanza di anni mi hanno stupito.