Abbiamo già incontrato Achim Reichel con il suo capolavoro del 1972, Echo (NWW219, ma vedi pure la recensione di Webbaticy); qui è raccolta una sua tripletta dei primi anni Settanta: c'è poco da fare, anche qui si rinvengono dei capolavori.
Si devono ascoltare queste tracce perché noi
tutti amiamo la musica; c'è però un dovere ulteriore, che è quello ristabilire
alcune gerarchie: e qui dobbiamo subito affermare che Reichel è un esponente di
primo piano della psichedelia europea e, perché no, mondiale; e che è un
virtuoso del proprio strumento, la chitarra.
È sempre difficile, se non rischioso, rintracciare influenze postume o precursori, ma è indubbio che il tedesco anticipa di qualche anno, come tecnica, certe cose del più famoso e famigerato Robert Fripp; e che certi passaggi più rilassati hanno il livello della psichedelia del Crosby ultra celebrato di If I could only et cetera.
Ma non voglio farla troppo lunga ... ascoltare rivalutare risistemare aggiungere togliere riclassificare ... siamo qui per questo.
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