NWW list vol. 26. Alvin Lucier |
152. Lemon Kittens (Gran Bretagna) - We buy a hammer for Daddy (1980). Pieno post-punk: gli spasmi americani della no-wave (Mars, DNA, Contortions), ma declinati secondo il gusto nichilista europeo, ammorbato da toni plumbei (Coasters) e funebri (Motet). Ritroveremo Blake nei Current 93, ma nei Kittens stazionerà anche Mark Perry, già in Alternative TV (NWW3 e EBP2) e Good Missionaries (NWW19). Da ascoltare ovviamente. Danielle Dax, voce, chitarra, tastiere, basso sassofono, flauto; Karl Blake, voce, chitarra, tastiere, basso, batteria.
153. Lily (Germania) - V.C.U. (We see you) (1973). La medietà dell’ispirazione è riscattata dai continui scarti stilistici (progressive, blues, jazz) e dall’ottimo lavoro dei due chitarristi. Pur essendo un’opera nata in pieno krautrock, V.C.U. vanta una solida prosaicità; nella riedizione in CD del 2002 compaiono altre quattro tracce che evidenziano momenti improvvisativi non banali (The wanderer, 16’27’’). Wilfried Kirchmeier, voce, tastiere, basso, percussioni; Klaus Lehmann, chitarra; Manfred-Josef Schmid, chitarra; Hans-Werner Steinberg, sassofono; Manfred Schlagmüller, tastiere, percussioni, batteria; Armin Bannach, gong.
154. Limbus 3 (Germania) - New-Atlantis (1969). Improvvisazioni, cacofonie e bizzarrie assortite ricercate con insistenza programmatica e che solo a tratti riescono a liberarsi pienamente sull’onda di influssi sonori world (bella la seconda parte di Oneway-Trip). Bernd Henninger, Gerd Kraus, Odysseus Artner, chitarra, flauto, violino, violoncello, percussioni.
155. Limbus 4 (Germania) - Mandalas (1970). La seconda prova dei Limbus (denominato anche Cosmic music experience) è un tour de force che aggiunge poco al lavoro precedente. La prima traccia (Dhyana; ricordiamo che Canaxis di Holger Czukay uscì nel 1968) è una processione di mantra ben supportati dal ricorso a strumentazione etnica. Altrove però i Limbus confermano che l’operazione, che ha i suoi momenti di pregio, rimane superficiale, più curiosa che profonda. Bernd Henninger, Gerd Kraus, Matthias Knieper, Odysseus Artner, chitarra, flauto, violino, viola, violoncello, percussioni.
156. Lubat, Louiss, Engel Group (Francia) - Live at Montreux 72 (1972). Tre protagonisti della scena francese, Bernard Lubat (lo vedremo con Michael Portal), Eddy Louiss (già con Petrucciani) e Claude Engel (già fondatore dei Magma), in attesa di diventare tre veterani pieni di cicatrici e onusti di medaglie, licenziano un lavoro di jazz-rock irresistibile e paradigmatico: il calore delle tastiere, la percussività quasi funky, gli assoli di Engel richiamano i Settanta più gloriosi e immarcescibili. Esce dal seminato la traccia finale (dovuta a Lubat), più cupa e introversa. Da ascoltare. Claude Engel, chitarra; Eddy Louiss, tastiere; Marc Bertaux, basso; Bernard Lubat, tastiere, batteria.
157. Alvin Lucier (Stati Uniti) - Bird and person dyning (1976). Sperimentatore purissimo, docente universitario, personaggio irriducibile a qualsiasi forma musicale tradizionale (notevoli le sue ricerche nel campo ambientale), Lucier fu attivo anche in Italia; questo suo primo album fu pubblicato, infatti, dalla Cramps: la prima traccia (The duke of York, 20’21’’) vede manipolare la voce umana; la seconda (Bird and person dyning, 23’54’’) sovrappone al trillo d’un uccello (in loop) degli effetti acustici inquietanti e taglienti, a volte ai limiti della sopportabilità auditiva. Da ascoltare. Astenersi melodici.
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