di Laura Boccardelli*
Mark Lanegan muove i primi passi musicali ad Ellensburg, cittadina anonima del Nord-Ovest americano a sud di Seattle, grazie ai due compari Van e Gary Lee Conner, dando l'avvio ad uno dei combi più misconosciuti dell'ondata grunge, gli Screaming Trees. Ma mentre gli Alberi Urlanti tra la metà degli anni '80 e i primi '90 tentano l'assalto all'industria musicale sulla scorta della colonna sonora di Singles - filmetto dell'ex-redattore di Creem e Rolling Stone Cameron Crowe, pretesto per un più largo fenomeno di là da venire - a suon di psichedelia più o meno debitrice dei vari 13th Floor Elevators e Sonics, il biondo vocalist intreccia una storia musicale del tutto personale. La sua scelta previlegia sonorità ben diverse da quelle della band d'origine e lo orienta in un panorama più intimo, costellato di ben altri riferimenti, Tim Hardin, Fred Neil, Nick Drake, addirittura il Dylan dei Basement Tapes.
Primo sforzo solista è The winding sheet (1990), sudario in musica di emozioni sofferte e leggere come pennellate di chitarra. Coadiuvato dall'ottimo Mike Johnson, al basso nei Dinosaur Jr del buon Mascis, e da un insospettabile Cobain, con cui diede vita ad un progetto effimero, il trio blues The Jury, Lanegan dà vita a una serie di brani che come bolle sonore si adagiano pigramente in atmosfere di lunghi pomeriggi alcolici e mattine piovose:
- Museum
- Eyes of a Child
- Woe
- Where Did You Sleep Last Night
(quest'ultima sarà ripresa dai Nirvana nel celeberrimo Mtv Unplugged)
Passano quattro anni, che per l'industria musicale sono decadi, e mentre gli Screaming Trees mancano l'appuntamento con la gloria Lanegan rimugina una serie di tracce registrate distrattamente tra un concerto e l'altro, meditandone anche la fine poco gloriosa tra le onde di un fiume. Fortuna che viene dissuaso da Jack Endino, ex-Skinyard e ora produttore a tempo pieno di band Sub Pop, che, con l'aiuto prezioso di John Agnello, riesce a dare forma a una scaletta stupefacente per raffinatezza compositiva e messa a fuoco musicale: Whiskey for the Holy Ghost esce all'inizio del 1994, poco prima della tragedia che colpirà il mondo del pop tutto, facendo perdere al pubblico una personalità di spicco e a Mark un grande amico, ed è imbevuto di una tristezza sublime, quasi accennata, persa com'è tra ariosità chitarristiche e vocalità matura. Per molti questo è il lavoro migliore di Sua Tenebrosità, per altri semplicemente un album imprescindibile:
- Borracho
- Carnival
- Sunrise
- Judas Touch
E' ancora Mike Johnson ad affiancare lo Screaming Tree nel suo viaggio musicale, in questo caso di ritorno dall'inferno della tossicodipendenza. Ricoverato dopo l'arresto avvenuto nel '97 in una clinica riabilitativa del Quebec, viene inserito in un programma di disintossicazione che lo porta attraverso inferni personali stavolta più sbiaditi. Scraps at midnight (1998), risultato di quel viaggio, oscilla infatti tra tempeste sonore ed impeti malinconici, trovando di rado la quadratura del cerchio, e non aiuta l'ingresso in squadra del seppur valido Dave Catching, storico fondatore dei Masters of Reality e uomo di punta dello stoner a stelle e strisce.
- Hospital Roll Call
- Bell Black Ocean
- Praying Ground
- Because of This
Ogni artista che si rispetti ha l'umiltà delle sue origini, e per tributare il giusto onore a chi lo ha ispirato Lanegan fa uscire a suo nome un albo di cover in cui omaggia i suoi padri spiritual-musicali. I'll take care of you (1999) cela perle di assoluta ispirazione, come la Carry home di gun clubiana memoria, oppure Shiloh town, che il compianto Tim Hardin componeva nel Village dei tardi Sessanta, o ancora i Leaving Trains con Creeping coastline of lights e brani più tradizionali che trovano un più ampio respiro. Un lavoro che sa di frontiera polverosa, di quell'Epica americana insomma che forma generazioni di songwriter.
- Carry Home
- I'll Take Care of You
- Shiloh Town
- Little Sadie
- Shanty Man’s Life
Mentre lo scadere del millennio vede il dissolversi inesorabile dell'avventura Screaming Trees, il baritono di Ellensburg tesse una tela di dodici brani che lo vedono ormai come assoluto protagonista compositivo. Field songs (2001) registra non solo un cambio di etichetta, ma nuove collaborazioni, a partire da Jeffrey Lee Pierce per la splendida Kimiko's dream house, brano che il biondo punk californiano lascia in eredità al suo amico prima di morire di emorragia cerebrale nel 1996. Per molti è il lavoro della seconda maturità, e non si può negare una maggiore compattezza rispetto a Scraps of midnight, mentre lo Sturm und Drang si armonizza in tessiture sonore precise; a proposito di sodali spuntano Ben Shepherd dei Soundgarden, Duff MacHagan ex-Guns'n'Roses, e l'allora compagna Wendy Rae Fowler.
- No Easy Action
- Miracle
- Blues for D
- Kimiko’s Dream House
- Resurrection Song
* Autrice della tesi Mark Lanegan, l'ultimo songwriter, Università degli Studi di Tor Vergata, 2007.
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