Il secondo disco del gruppo inglese (per l'omonimo del 1971 vai su We are not Pink Floyd vol. 2) conferma le migliori tendenze emerse nel primo.
Quattro brani (due oltre i dodici minuti) in cui il jazz rock degli inizi diviene più complesso e rarefatto; ottimi i caldi intarsi del sassofono di Calvert, come nella finale It could only happen to me, e le aeree interpretazioni vocali della Meek (Reflection) che conferiscono al tutto sfumature di psichedelia liquida e avvolgente (con toni quasi space).
Da ascoltare subito.
Anna Meek, voce; Graham Wilson, chitarra; Ralph Rolinson, tastiere; Robert Calvert, sassofono; Carl Wassaer, basso; Brian Hanson, batteria.
Disco di non facilissimo ascolto, a volte un po' disturbante ma sicuramente di grande fascino. I Catapilla non assomigliavano a nessuno e non meraviglia che all'epoca ebbero pochissimo, per non dire nullo, successo.
RispondiEliminaUn album da "Virgin Forest": dove il dubbio diventa musica. Jazz nel gusto dell'improvvisazione, psichedelico nelle atmosfere. Affascinante, è vero.
RispondiEliminaDisco molto bello. Reperto di un'epoca felice e quasi del tutto dimenticata.
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