Khan - Space shanty
(1972). Uriel, Egg, Gong, Arzachel; e Arthur
Brown, Atomic Rooster, ELP … i quattro membri dei Khan intersecano la scena progressive
inglese ad alti livelli, ma questo loro unico album è un esempio del Canterbury
sound minore. Ottimamente suonato, e impeccabile nel recitare i luoghi comuni
del genere, per i patiti può rappresentare un classico inamovibile. Al netto dei
timbri dei primi Settanta (ah, quelle tastiere! Ah, Hillage!), però, si deve
ammettere che all’opera manca qualsiasi impennata o scarto davvero memorabili. Bella Hollow stone. Steve Hillage, voce,
chitarra; Dave Stewart, tastiere; Nick Greenwood, voce, basso; Eric Peachey,
batteria.
Kingdom Come - Galactic zoo dossier (1971). Formati
da Arthur Brown dopo il collasso di The Crazy World of Arthur Brown, i Kingdom
Come depongono le isterie psichedeliche per abbracciare uno stile positivamente
variegato, dall’energico hard prog di Space
plucks alla ballata cool strappapelle (la notevole Brains),
da andature accidentate (Simple man, Creation) sino alla frantumazione
beefheartiana (Trouble) e al prog (No time). L’insieme si mantiene su
livelli superiori alla media del periodo: da sentire, quindi. Arthur Wilton Brown,
voce; Andrew Kenneth Dalby, voce, chitarra; Michael William Grenille Harris,
tastiere; Desmond John Fisher, basso; Martin Philip John Steer, batteria; Julian
Paul Brown, voce.
Jade Warrior - Floating world (1974). I
geniacci del terzetto, gruppo la cui produzione merita un ulteriore approfondimento.
Rimasti in coppia, i multistrumentisti Duhig e Field organizzano dieci eleganti
strumentali in spaesante bilico fra soffusi e decisi influssi orientali (il titolo
equivale al nipponico Ukiyo, termine che descrive la vita e la cultura nei
quartieri a larga diffusione di teatri, sale da tè e bordelli) e indurimenti
rock occidentali (Red lotus, Monkey chart). Nonostante il disco sia
sorto sulle orme del best seller Tubular bells, esso può rivendicare una
propria elegante originalità. Da valutare con cura. Tony Duhig, voce, chitarra,
tastiere, basso, vibrafono; Jon Field, chitarra; tastiere; violoncello, flauto,
arpa, percussioni.
Revenge (Londra) - Our generation (1978; 7'')/We're
not gonna take it (1978; 7''). Lol Hammond, voce, chitarra; Ian Strange, voce, basso; Dave Edgar,
voce, batteria.
Rich Kids - Ghosts
of princes in towers (1978). Midge Ure, voce; Steve New, chitarra; Glen
Matlock, basso; Rusty Egan, batteria.
Rikki & The Last Days on Earth - City of the damned (1977; 7''). Rikki
Sylvan, voce; Valac Van Der Veene, chitarra; Nik Weiss, tastiere; Andy Prince,
basso; Hugh Inge Innes Lillingstone, batteria.
Rings - I
wanna be free (1977). Twink, voce; Alan Lee Shaw, chitarra; Dennis Stow,
basso; Rod Latter, batteria.
Rezillos (Edimburgo) - Can't stand The Rezillos (1978). Eugene Reynolds, voce; Fay Fife,
voce; Jo Callis, chitarra; Mysterious*, basso: Angel Paterson, batteria.
Ripchords - Ringing
in the streets (1978; 7''). Sean Dromgoole, voce; Johnathan Jetlag,
chitarra; Morris Gould, basso, chitarra; Michael Trei, batteria.
Roses Are Red - Can't
understand (1979; 7''). Chris Thompson, voce; Nicky Hallam, chitarra; MIss
Guided, voce, chitarra; Miss Directed, voce, basso; C. Slug, voce, batteria.
Rowdies (Worchester) - A.C.A.B. (1978; 7''). Alan Emms, voce; Rob Emms, voce, chitarra; Steve
Sharp, voce, chitarra; Kevin Ellison, basso; Richard Kershaw, voce, batteria.
Rowdies (II) - She's
no angel (1979; 7''). Introvabili. Alan Anger, voce; Honest John, chitarra;
Mark Harrison, tastiere; Phil Spalding, basso; Jack Black, batteria.
Rudi (Irlanda del Nord) - Big time (1978; 7'')/I spy
(1979; 7'')/When I was dead (1981;
7''). Ronnie Matthews, voce, chitarra; Brian Young, voce, chitarra; Gordon
Blair, voce, basso; Graham Marshall, batteria. Ruts (Londra) - In a rut (1978; 7'')/The crack (1979). Malcolm Owen, voce; Paul
Fox, voce, chitarra; Garry Barnacle, sassofono; Luke Tunney, tromba; Segs,
voce, basso; Dave Ruffy, voce, batteria, percussioni; Mannah, voce.
La vigilia di Natale, costretto dagli eventi, ho dovuto sorbirmi assaggi di shopping natalizio. La transumanza consumista mi ha dirottato verso una (inevitabile) rivendita di libri; e dischi; e ciarpame vario. Posso dirne anche il nome: Feltrinelli. Un immondezzaio mi avrebbe disgustato di meno. Ho resistito pochi minuti, poi sono uscito a respirare l’aria decembrina della città, che mai avrei creduto così pura. I libri (i libri!) sono oggetti da dozzina, ormai: mal fatti, mal stampati, mal tradotti; messi su con materiali così scadenti da provocare ribrezzo al solo contatto (e taccio del contenuto); carne marcia, nociva, infetta. Copertine idiote, titoli imbecilli, autori da fucilazione.
Il reparto libri musicali è da incubo: a parte Lady Gaga, U2 e compagnia, è possibile editare ancora titoli come: La vera storia di Smoke on the water? Aforismi di J-Ax? O Rolling Stones vs Beatles (ancora!)? Oppure antologie in cui la totalità delle pagine è dedicata agli angloamericani e la storia rock italiana è compressa - concessione pietosa – in trentasette righe (siamo una colonia, va bene, lo ammettiamo, ma anche la patria di Verdi, Vivaldi e Palestrina, perdio!)? Tutto lustro, patinato, innocuo. Vi giro la domanda: è possibile?
Al reparto dischi non sono neanche salito. Vi risparmio l’elenco del pattume ulteriore: agendine, calendari, ricettari, foulard, giochi made in China, poster, contenitori per biscotti, candele, segnalibri, matite, pennarelli, ricariche per cellulari, offerte, controfferte, sconti, card: brutto, bruttissimo, di quella bruttezza deprimente che prende alla gola; e tutto rigorosamente caro (una scatola di alluminio colorata 15 euri, ma sì, è Natale!).
Questa tirata per dirvi che provo un desiderio acutissimo per la grande assente della nostra vita: l’intelligenza. Intelligenza nella cura dei prodotti, nell’interpretazione dei nudi fatti, nelle relazioni quotidiane. Nostalgia come di un farmaco che salvi la vita. La storia degli Italiani è stata, sino a poco decenni fa, una storia dell’intelligenza più che di un popolo. Possibile che sia tutto svanito?
Solo l’intelligenza può salvarci. L’organizzazione di una serie di individui di buon gusto che facciano massa critica e si oppongano – per la loro solo presenza – al kipple della mediocrità. Kipple è termine di Philip Dick: significa decadenza, disordine, entropia, bruttezza. Sì, perché oggi un libro un disco una rivista, persino un’opinione invecchiano in poco tempo, si gualciscono rivelano crepe e divengono presto rifiuti: rifiuti culturali e di fatto. Il kipple riempie il nostro vuoto, la nostra rassegnazione. Altro che silenzio! Credete che tale blob di ciarpame si muova a pietà e si fermi? No, esso tende a occupare tutti gli spazi. E inoltre: credete che l’intelligenza e la bellezza possano resistere a tutto questo, come semi invernali inattivi nella terra, ma pronti a rifiorire ad aprile? No, l’intelligenza, senza tradizione (trasmissione di gusto, nozioni, istinti, sfumature), può morire del tutto così come stanno morendo centinaia di mestieri e professioni.
Abbiamo bisogno di intelligenza, occorre mobilitarci. Una guerra terminale. Tutte le forme di intelligenza italiana devono essere snidate (dal passato, dall’anonimato, dall’indifferenza) e usate come armi di difesa e contrattacco.
Volete una espressione di intelligenza? Eccola:
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È il manifesto d’intenti di Nuova Consonanza, gruppo di artisti – di vario estro ed estrazione – coalizzatisi a Roma, nei primi anni Sessanta, per cercare di svecchiare e rendere meno angusti gli orizzonti della musica italiana.
Fra i nomi italici Scelsi ed Evangelisti, e tre componenti del Gruppo Improvvisazione Nuova Consonanza (Bertoncini, Macchi, lo stesso Evangelisti, tutti e tre fondatori). Morricone non figura, ma è nota la sua venerazione per Scelsi (e Battisti D’Amario, altro del Gruppo Improvvisazione, diverrà chitarra di Morricone per i film western di Sergio Leone).
Leggetelo. Nuova Consonanza fu una delle ultime concrezioni artistiche di rilievo internazionale nate in terra italiana. Sopravvive ancor oggi, fra mille difficoltà, grazie a contributi di istituti e accademie di governi esteri: Germania, Stati Uniti, Austria, Giappone, Sud America. Assente l’Italia.
Giacinto Scelsi - Aion/Pfhat/Konx-Om-Pax (1988; recordings 1961-1974). Aion fu composto nel 1961; Konx-Om-Pax nel 1969; Pfhat nel 1974.
Gruppo Improvvisazione Nuova Consonanza - Eroina (1971). Battisti D'Amario, Egisto Macchi, Ennio Morricone, Franco Evangelisti, Mario Bertoncini, Walter Branchi.
Auguri di cuore a tutti, a quelli che ascoltano i Can e Mengoni, a quelli sfortunati, ai fortunati (qualcuno ci sarà), felici infelici, ricchi poveri, belli brutti, a quelli che si credono furbi, e alla maggioranza: i babbei (tra cui mi annovero).
Sopra potete ammirare un celeberrimo quadro di Bosch, Il prestigiatore, che riassume lo spirito mondiale dei tempi: mentre l'illusionista esegue il numero, il babbeo, sbalordito, si fa predare il borsello dal compare del primo.
Il bimbetto, ovviamente, deride.
Gli altri spettatori, altrettanto ovviamente, dormono, a parte uno che si fa distrarre dalla signorina (un altro classico della distrazione di massa).
Il muro di fondo non lascia scampo.
La scena potrebbe svolgersi in qualsiasi luogo dell'Occidente, ma l'Italia di oggi ne è il perfetto fondale.
Non serve dirvi che le cose vanno male, tutti quanti sanno che vanno male. Abbiamo una crisi. Molti non hanno un lavoro, e chi ce l'ha vive con la paura di perderlo. Il potere d'acquisto del dollaro è zero. Le banche stanno fallendo, i negozianti hanno il fucile nascosto sotto il banco, i teppisti scorrazzano per le strade e non c'è nessuno che sappia cosa fare e non se ne vede la fine. Sappiamo che l'aria ormai è irrespirabile e che il nostro cibo è immangiabile. Stiamo seduti a guardare la TV mentre il nostro telecronista locale ci dice che oggi ci sono stati 15 omicidi e 63 reati di violenza come se tutto questo fosse normale, sappiamo che le cose vanno male, più che male. È la follia, è come se tutto dovunque fosse impazzito così che noi non usciamo più. Ce ne stiamo in casa e lentamente il mondo in cui viviamo diventa più piccolo e diciamo soltanto: "Almeno lasciateci tranquilli nei nostri salotti per piacere! Lasciatemi il mio tostapane, la mia TV, la mia vecchia bicicletta e io non dirò niente ma ... ma lasciatemi tranquillo!" Beh, io non vi lascerò tranquilli. Io voglio che voi vi incazziate. Non voglio che protestiate, non voglio che vi ribelliate, non voglio che scriviate al vostro senatore, perché non saprei cosa dirvi di scrivere: io non so cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e i russi e la violenza per le strade. Io so soltanto che prima dovete incazzarvi.Dovete dire: "Sono un essere umano, porca puttana! La mia vita ha un valore!" Quindi io voglio che ora voi vi alziate. Voglio che tutti voi vi alziate dalle vostre sedie. Voglio che vi alziate proprio adesso, che andiate alla finestra e l'apriate e vi affacciate tutti ed urliate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!". Voglio che vi alziate in questo istante. Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare. Dovete dire: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Allora penseremo a cosa fare per combattere la crisi, l'inflazione e la crisi energetica, ma Cristo alzatevi dalle vostre sedie, andate alla finestra, mettete fuori la testa e ditelo, gridatelo: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!".
I'm as mad as hell, and I'm not going to take this anymore!
E perché io dico "poveri noi"? Perché voi, il pubblico, ed altri 62 milioni di americani, ascoltate me in questo istante! Perché meno del 3% di voialtri legge libri, capito?Perché meno del 15% di voi legge giornali o riviste! Perché l'unica verità che conoscete è quella che ricevete alla TV! Attualmente, c'è da noi un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla TV. La TV è la loro Bibbia, la suprema rivelazione. La TV può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La TV è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio, e poveri noi, se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati e quindi poveri noi ... perché questa Società è ora nella mani della CCA, la Communications Corporation of America; c'è un nuovo presidente in carica, chiamato Frank Hackett, al 20° piano ... e quando una fra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui. Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni e giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere. Quindi se volete la verità andate da Dio, andate dal vostro guru, andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l'unico posto dove troverete mai la verità vera. Sapete, da noi non potrete ottenere mai la verità: vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna, noi vi diremo che, che Nero Wolfe trova sempre l'assassino e che nessuno muore di cancro in casa del dottor Kildare e che per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete, guardate l'orologio, alla fine dell'ora l'eroe vince, vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire. Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero, ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede ... conoscete soltanto noi!
Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui, cominciate a credere che la TV è la realtà e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la TV vi dice: vi vestite come in TV, mangiate come in TV, tirate su bambini come in TV, persino pensate come in TV. Questa è pazzia di massa, siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni! Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora, spegneteli immediatamente, spegneteli e lasciateli spenti, spegnete i televisori proprio a metà della frase che vi sto dicendo adesso, spegneteli subito!!!
B52s - Channel Z
Black Flag - TV party
Black Light Burns - Scream Hallelujah
Bloc Party - So he begins to lie
Blondie - Fade away and radiate
Bob Dylan - TV talkin' song
Bruce Springsteen - 57 channels (and nothin' on)
Buggles - On TV
Cheepskates - Cathode prison
Cky - The human drive in hi-fi
Crass - Nineteen eighty bore
Dickies - I'm stuck in a pagoda with Tricia Toyota
Disposable Heroes of Hiphoprisy - Television/The drug of the nation
Don Henley - Dirty laundry
Eagles - Get over it
Frank Zappa - I'm the slime
Gang of Four - 5.45
Gil Scott Heron - Revolution will not be televised
Green Day - Longview
Hüsker Dü - Turn on the news
Incubus - Idiot box
Jack Johnson - Good people
Jefferson Airplane - Plastic fantastic lover
Joe Jackson - TV age
Misfits - TV casualty
National - Apartment story
No Doubt - Trapped in a box
Normal - T.V.O.D.
Peter Gabriel - The Barry Williams Show
Public Enemy - She watch Channel 0
Randy Newman - My country
Red Hot Chili Peppers - Throw away your television
Replacements - Seen your video
Robert Pollard - Television prison
Roger Waters - Amused to death
Robyn Hitchcock - Television
Roger Waters - Amused to death
Roger Waters - Watching TV
Simon & Garfunkel - The bright green pleasure machine
Narra Albert Goldman che, in tournée col marito John, Yoko sedesse al piano elettrico, quale membro effettivo della band; l'impegnato tramestio manuale, tuttavia, pare avvenisse a vuoto: fonti oculari, e fededegne, testimoniarono, infatti, come la spina dello strumento fosse incautamente disinserita. Chissà se riferirono alla signora Lennon l'incresciosa scoperta ... in tal caso, ne sono sicuro, lei avrebbe opposto a tali rivelazioni la propria, consueta impassibilità da insetto predatore ... Nell'episodio (pettegolezzo più o meno vero) c'è tutta Yoko: arrivista, nichilista, velleitaria, anticonformista, artista da fuffa (come solo gli americani della modern art sanno essere), decisamente vuota, ma attuale, attualissima, sempre in linea coi tempi ... e che tempi: gli anni dell'amore libero, della free form, della contestazione ... un mondo in sommovimento in cui tutto era possibile ... persino che un immigrato slovacco, un semplice grafico, armato di epocale faccia bronzea, inaugurasse (con una contraddizione che la dice lunga sul personaggio) la milionaria popular art ...
Yoko (già moglie di Toshi Ichiyanagi, cfr. JPR46 e JPR36) ebbe il merito di liberare definitivamente John Lennon dalle pastoie della melodia piccolo borghese, seppur gravida di talento e gloria; in un certo senso ne allungò la carriera, destinata altrimenti, come per gli altri Beatles, a un doratissimo e irresistibile tramonto.
Se Life with the lions è, come ho scritto, uno dei migliori dischi dei Bitolz (secondo altri, il migliore), Two virgins propone già quelle provocazioni, seppur in tono più acerbo e incompiuto: concretismi, disarmonie, gorgheggi da menade giapponese, giustapposizioni sonore - un universo che assume valenza storica non in sé (altri osarono molto di più e ben prima), ma in relazione alla pregressa avventura pop di Lennon, decorosa e controllatissima anche negli episodi apparentemente più arditi.
Il terzo capitolo, Wedding album, appare, invece, esteticamente irrecuperabile: è di fatto il resoconto del loro matrimonio: una bomboniera sonora, insomma, sospesa tra registrazioni dalla camera d'albergo del bed-in e gridolini orgasmici da lune de miel ... for fanatics only.
La trilogia propone alcune riflessioni enigmatiche accompagnate da un terzetto musicale (nascosto dal consueto fogliame) suggerito dal blog Detriti di Passaggio: Exploited, GBH, Discharge.
Oggi l’ultima puntata.
* * * * *
Visita di Papa Francesco I alla parrocchia di San Giuseppe all'Aurelio. Roma. Visita ai poveri e ai disagiati del quartiere. Fra questi manco un italiano, o quasi. Ignorati. Gli Italiani non contano più niente, neanche come pezzenti; pure il Papa li considera ormai carne da cannone. Creperanno con le toppe al culo firmate da Dolce e Gabbana. Una bimbetta bionda tra la folla ha in mano un mazzolino di fiori da donare al Papa. Fiorellini di campo tenuti assieme da un pezzo di carta stagnola. Quasi sei ore in braccio al padre. Il Papa arriva e se ne va, sommerso dalla security, e non se la fila di pezzo. La bimbetta piange come una fontana, i fiori esausti che reclinano il capo. Bene così, la speranza rende deboli. Non bisogna più sperare niente. I giornali, queste organizzazioni di menzogne, devono sparire. Vendite a picco? Bene, benissimo. Un giornale che chiude è un balsamo per la libertà. Meno si legge meglio è. L'ignoranza fortifica. Meglio non leggere niente che leggere superficialmente. Meglio non ascoltare nulla. Rifiutare le novità, l'ultima notizia, il rilancio, gli scoop.
Oh, gli intellettuali italiani!
Quanti ce ne sono?
Nessuno.
Manco uno.
Spariti.
Sopravvivono delle ombre, è vero.
Si aggirano per il Paese in putrefazione sermoneggiando autorevoli la coesione e la speranza, addentando tartine a convegni idioti; oppure li si intuisce a poltrire in redazione, o in riscaldati studioli, sepolti da tonnellate di libri. Libri libri libri, carta straccia da cui estraggono mirabili recensioni per le breccole letterarie e saggistiche dei loro amici.
Stanno v-e-n-d-e-n-d-o l'Italia agli usurai e questi stronzi passano il tempo così.
Ho detto v-e-n-d-e-n-d-o?
Volevo dire: s-v-e-n-d-e-n-d-o.
Il crollo dei lettori mi elettrizza positivamente.
Più ignoranti più liberi, non ho dubbi.
Un bruto ha più vitalità e anelito di sopravvivenza di un lettore di Elena Ferrante.
Persino un analfabeta vanta più istinto, finezza e buon senso di un imbecille metropolitano gonfio di mezze informazioni.
L’ho detto: nei tempi a venire ci sarà bisogno di know how alternativi: accendere un fuoco, spennare un pollo, piantare patate, sparare, cucire toppe, scannare maiali, orientarsi - altro che tale estenuata isteria.
Il cinema italiano!
Chiudono le sale! A picco il numero dei biglietti venduti!
Il cinema italiano!
Nessuna paura: sta risorgendo! Sta ritornando!
Nanni Moretti: il cinema italiano è vivo. La Renaissance!
Sono quarant'anni che risorge il cinema italiano, perdio!
Certo la lastra tombale deve essere piuttosto pesante.
Lazzaro! Ce la fai o non ce la fai?
Macché, tocca aspettare un altro pochino, un decennio almeno, così facciamo cifra tonda: mezzo secolo.
Nel frattempo ci sorbiamo altre scolature liceali: stavolta su Leopardi-infelice-che-c'ha-la-gobba.
Non ti va bene nulla!
Sì, è così.
Eppure ci sono anche cose buone!
Sì, ogni tanto. Mi fanno schifo lo stesso, però.
Ma perché, perché?
Ogni tanto c'è un fiore nelle stoppie, ma è bene recidere tutto. E poi bruciare alla radice, e cospargere di sale piscio e diserbante. Niente deve sopravvivere a questi tempi mediocri e infami.
La chiusura delle case editrici mi inebria.
Bene così. Alla prossima che abbassa le saracinesche mi ubriaco.
Bastardo, non sa che si perdono posti di lavoro!
Anche con la chiusura dei maglifici italiani, caro Lei.
Ma questa è cultura!
Pubblicare Cazzullo è cultura?
La cultura è cibo per l'anima!
Fatti un giro, babbeo.
Ho detto s-v-e-n-d-e-n-d-o?
Volevo dire: l-i-q-u-i-d-a-n-d-o.
Riconsiderazioni sulla dicotomia destra/sinistra.
Se il potere vi taccia d'essere ...
Fascista
Maschilista
Sciovinista
Antisemita
Omofobo
Antifemminista
Razzista
Nazista
Reazionario
Eversore
Antiamericano
Antieuropeista
Guerrafondaio
... allora siete sulla retta via.
Un bel giorno Jan Potocki staccò la decorazione da una teiera d'argento.
Ne limò, quindi, le asperità, riducendola a una sferetta di adeguate dimensioni.
La fece benedire, poi, con calma, la usò come proiettile per farsi saltare le cervella.
Così gli Italiani, a limare ogni giorno la propria distruzione; senza la superiore consapevolezza del suicida, però.
Zingaretti Buy Accorsi Scamarcio Gerini Bova ...
La grande scuola dell'attore italiano!
La qualità recitativa è inferiore a quella del Commissario Rex, ma il disfattismo ha da essere ricacciato nelle fogne. La Renaissance!
Poi scavalli le Alpi e scopri che non se li impipano neanche un po'.
L'Italia è in declino, l'Italia è in declino!
Perché fermarci al declino, dico io.
Voglio che l'Italia si spappoli, imploda su se stessa, si diluisca geneticamente.
Voglio che si frantumi sotto il peso del cretinismo di chi la molesta ancora con la propria presenza, e i pezzi se ne vadano alla deriva nel Mediterraneo.
Appena riemerso da un blackout web/telefonico (solo in Italia si può restare isolati cinque giorni con tranquillo menefreghismo), mi sono deciso al grande passo: la canzonetta italiana. Anzi: il top della canzonetta, addirittura i numeri uno nelle vendite. Devo ammettere che mi son divertito; ho ascoltato alcuni colossi della memoria italiana per la prima volta (intendo: in originale e dal primo all'ultimo secondo) e ho avuto qualche conferma e degli spunti di riflessione.
a. L'Italia era già stabilmente una colonia, niente da dire. Basta rendersi conto delle numerose infiltrazioni: cantanti variamente italianizzati (Dalida, Petula Clark, Sylvie Vartan, Antoine, George Moustaki, New Christy Minstrels, Mal, Rokes), 45 giri derivativi (Scende la pioggia e Se perdo te di Gianni Morandi rispettivamente da Turtles e Neil Diamond, L’ora dell’amore dei Camaleonti dai Procol Harum e via così) oltre all'invasione diretta dei best seller (Beatles, Sinatra, Procol Harum, Shocking Blue).
b. Se tale era la musica popolare (tale per la diffusione e la sedimentazione forte nella coscienza nazionale), il rock – il folk più impegnato e il progressive più colto - non poteva che definirsi quale esercizio intellettuale e antipopolare (lo stesso fu per l'America, in misura addirittura maggiore): addirittura eversivo rispetto alla tradizione (tanto da essere debitamente ignorato dalle classifiche di vendita, a parte isolati exploit).
c. Il tratto decisamente italiano delle canzoni da classifica (bel canto, lirica amorosa) - atavicamente italiano - non va, però, sottovalutato. La butto lì come un petardo: alcuni hit italiani del tempo non sono inferiori a quelli, coevi, americani … difficile accorgersene, tuttavia, dato che, in quanto colonia culturale, siamo addestrati da tempo a disprezzare il materiale autoctono … poco male, finché ci sono in ballo Al Bano e Nicola Di Bari, ma tale snobismo ci ha portato poi a sottovalutare colpevolmente ambiti sonori di rilievo assoluto: library music, musica colta, cantautorato underground et cetera.
Con tale ultima considerazione non voglio certo dare la stura allo strapaese, ovvero alla magnificazione di ogni breccola prodotta entro in confini nazionali, anzi; occorre sempre mantenere uno sguardo generale, impassibile, e, per quanto possibile, il senso delle proporzioni. È indubbio, tuttavia, che certe manifestazioni del pop italiano siano state trascurate, persino derise: ingiustamente, poiché esse mantengono, anche a livello di testimonianza sociale, un notevole spessore.
Nei sei anni esaminati risalta il genio di Lucio Battisti, il preveggente e ribaldo qualunquismo di Adriano Celentano, la forza del bel canto di Al Bano, Mina, Modugno, la scapigliata irruenza di Caterina Caselli e Little Tony.
Su tutto aleggia la potente signoria della nostalgia, tara inestirpabile del giudizio; qui il riascolto lega il sentimento a dolcissime regioni del vissuto e della memoria. E, si badi, non solo della memoria individuale, ma nazionale – il rimpianto dell’Italia che fu.