mercoledì 29 aprile 2015

An anthology of noise and electronic music vol. 4 - Fourth a-chronology 1937-2005 (2006)

György Ligeti
Indice generale/General index

Halim El-Dabh - Wire recorder piece
György Ligeti - Pièce électronique #3
Jean-Claude Risset - Mutations
Beatriz Ferreyra - Demeures aquatiques
Maja Ratkje - Vox
Laurie Spiegel - Sediment
Steve Reich - Pendulum music
Stephen Vitiello - Marfa mix
eRikm - Ressac
Wang Changcun - Sea-food
Chlorgeschlecht - Unyoga
Gottfried Michael Koenig - Funktion Grau
Milan Knizak - Broken music composition
 Rallizes Dénudés - Fucked up and naked
Vibracathedral Orchestra - Weaving the magic
Andy Hawkins - River blindness
Alvin Lucier - Still and moving lines of silence in families of hyperbolas: voice
Loop Orchestra - Circa 1901
John Watermann - Still warm
François Bayle-Robert Wyatt-Kevin Ayers - It
William S. Burroughs - Present time excercises
James Whitehead - Air attack over Kabul airfield
Jean-Marc Vivenza - Simultanéité aérienne
Olivier Messiaen - Oraison

domenica 26 aprile 2015

Nurse With Wound list vol. 41 (Sally Smmit & Her Musicians/Snatch/Soft Machine/Karl-Heinz Stockhausen/Sperm/Pop & Blues Festival '70/Stooges)

NWW 41. Soft Machine

241. Sally Smmit & Her Musicians (Gran Bretagna) - Hangahar (1980). Cosa significa avere dei maestri? Imparare in pochi anni ciò che, altrimenti, impareremmo in venti o trenta. Oppure, ipotesi nettamente plausibile, mai. Gli estensori della NWW sono maestri. Hanno preservato dall’oblio decine di opere che, personalmente, non avrei mai cercato a breve termine e che giudico (con basica brutalità) belle da ascoltare, e ancor più belle da scoprire: quasi tutte svelano, infatti, un affascinante mondo di corrispondenze e rimandi sotterranei che inducono a ricercare ulteriore musica, spesso occulta (o meglio: occultata dal mainstream). Ad esempio, in tal caso: la Smmit (Sally Timms: Smmit è palindromo del vero cognome) viene dai Mekons (cfr. Early British punk vol. 13), il disco è prodotto da Pete Shelley (già incontrato nella NWW18 con £ 3,33, e nella serie EarlyBritish punk vol. 3 coi Buzzcocks) e così via. Due lunghi brani: il primo, con le voci femminili, aeree e stranianti, a rincorrersi fluttuanti su un tappeto sonoro di elettronica e percussioni è memorabile e merita l’ascolto da subito; il secondo è simile, ma di minore impatto. Il disco dovrebbe essere la colonna sonora del film omonimo: non mi è riuscito, tuttavia, di rintracciare la pellicola. Mistero secondario. Sally Smmit (Sally Timms), Lindsay Lee (Lindsay Reed), Pete Shelley, Francis Cookson, Gerard Cookson.

242. Snatch (Stati Uniti/Gran Bretagna) - Shopping for clothes (1980). Snatch ovvero Judy Nylon e Patti Palladin … chi sono queste due signorine? Mai sentite? Anche qui c’è da scoprire. Judy Nylon, americana, immigrata nel Regno Unito nei primi Settanta, fu un’artista a tutto tondo, uno di quei pesci che amano nuotare nelle misture bollenti della novità: avanguardia, no/new wave, glam, post punk …; vicina (forse sentimentalmente) a Brian Eno, ne condivise gli interessi per la musica ambientale e, forse, addirittura li indirizzò in tal senso (vi è un aneddoto al riguardo, che non cito poiché gli aneddoti sono spesso esagerati, o falsi, o irrilevanti); Patti Palladin militò nei Flying Lizards (NWW17) ed ebbe modo di registrare un disco con Johnny Thunders, ex New York Dolls (un altro NYD, Jerry Nolan, suona invece la batteria nel presente disco). Il sound deviato di Shopping risente conseguentemente sia di certi umori no wave americani che delle sperimentazioni post punk in terra inglese. Molto interessante. Judy Nylon, voce; Patti Palladin, voce; Keeth Paul, chitarra; Bruce Douglas, basso; Nick Plytas, tastiere; Jerry Nolan, batteria.

243. Soft Machine (Gran Bretagna) - Third (1970). Non so quali note critiche si possano aggiungere al terzo dei Soft Machine. Si potrebbe cominciare con i condivisibili: “È meglio il quarto!” o “È meglio il secondo!” (vedi WBC1/1969 e poi vedi WBC4/1970) oppure iniziare, pour epater les cretins: “Notevole free-jazz, seppur ampiamente sopravvalutato …”, o rincarare, collo snobismo ricercato dei jazzaroli più snob: “L’opera gode di una fama esorbitante, di quella vasta isteria prossima al culto …”. Io mi limito a rilevare che tre pezzi (Facelift, Slightly all the time, Out-bloody-rageous) formano già un’opera memorabile; e che la quarta traccia è Moon in June, interpretata da Robert Wyatt. Riascoltatelo questo disco, ma, vi prego, in modo acconcio: a tarda sera, quando tutta la volgarità del cicaleccio pubblicitario dell’idiozia di massa s’acquieta, almeno nell’emisfero occidentale; ascoltatelo alla luce d’una lampada a bassa intensità, mentre seguite le linee grafiche della copertina del vinile e la puntina superstite graffia con cura la plastica impolverata … ah, che pace, che serenità, che capolavoro … Mike Ratledge, tastiere; Elton Dean, sassofono; Lyn Dobson, flauto, sassofono; Jimmy Hastings, flauto, clarinetto; Nick Evans, trombone; Rab Spall, violino, Hugh Hopper, basso; Robert Wyatt, voce, batteria.

244. Sperm (Finlandia) - Shh! Heinäsirkat (1970). Abbiamo già incontrato Pekka Airaksinen (NWW1), mente motrice del gruppo. Gli Sperm durarono poco; generarono un EP, questo disco e numerosi scandali, grazie a una serie di live oltraggiosi, oltre i confini, allora invalicabili, della pornografia. Shh! è un’opera composita: si passa dai toni free di Jazz jazz, alla dodecafonia per chitarra torturata di Dodekafoninen talvisota sino ai grandi episodi ambientali dell’iniziale Heinasirkat, e di Korvapolikliniikka hesperia, dove il suono si curva al doom. Per le orecchie allenate è da ascoltare subito. Pekka Airaksinen Mattijuhani Koponen, P.Y. Hiltunen, Antero Helander, J.O. Mallander, Markus Heikker.

245. VV. AA. (Germania) - Pop & Blues Festival '70 (1970). Frumpy, Beatique in Corporation, Sphinx Tush, Tomorrow’s Gift, Thrice Mice: le leve secondarie del sound tedesco degli anni Settanta bastano a regalare un grande live: progressive eseguito secondo le inclinazione canoniche: sinfonico, pinkfloydiano, arzigogolato, prog-blues, hard prog … quello che conta sono i timbri dei Settanta, spontanei, sinceri e di inesauribile fascino. Notevoli i sette minuti dei Thrice Mice col loro revival vivaldiano.

246. Karl-Heinz Stockhausen - Aus den sieben Tagen (1968). Già recensito qui.


247. Stooges (Stati Uniti) - Fun house (1970). Vediamo cosa si può dire di questo disco: TV eye non ha nulla a che vedere con la televisione, ma con l’occhio concupiscente di una signorina; l’urlo introduttivo alla medesima TV eye probabilmente fu il suono primario che indusse il cervello di Henry Rollins a fare ciò che poi fece; la grattugia iniziale di Down on the street lascia già intendere tutto; e che Dirt, colla sua andatura trattenuta, è uno dei più grandi brani rock di sempre … volevo limitarmi a citare Webbaticy, ma pure lui non ha molto da dire, a parte lodare il produttore Gallucci, ingiustamente trascurato (così è la vita), e piazzare l’opera al numero uno di una delle sue classifiche annuali all time (WBC1/1970). Anche Fun house va ascoltato in solitario, ma di giorno, in autostrada, con poco traffico tra i piedi; Dirt, però, va bene anche di notte, coll’oscurità tagliata dalle ritmiche luminarie delle alogene, e l’asfalto che inghiotte in silenzio ogni pensiero più futile. Iggy Pop, voce; Ron Asheton, chitarra; Dave Alexander, basso; Scott Asheton, batteria; Steven Mackay, sassofono. 

giovedì 23 aprile 2015

Nostalgia canaglia vol. 3/3 - Italian #1 hits (1977-1978-1979-1980)



1-7
Gianni Morandi
Sei forte papà
8
Keith Emerson
Honky tonk train blues
9-12
Mal
Furia
13
Keith Emerson
Honky tonk train blues
16-18
Collage
Tu mi rubi l’anima
19-26
Lucio Battisti
Amarsi un po’
27-28
Maynard Ferguson
Rocky
29
Donna Summer
I feel love
30-42
Umberto Tozzi
Ti amo
43
Umberto Balsamo
L’angelo azzurro
44
Amanda Lear
Tomorrow
45-47
Santa Esmeralda
Don’t let me be misunderstood
48
Umberto Balsamo
L’angelo azzurro
49
Santa Esmeralda
Don’t let me be misunderstood
50 -53
Matia Bazar
Solo tu

1978

1-7
Matia Bazar
Solo tu
8-9
Matia Bazar
E dirsi ciao
10-13
Rino Gaetano
Gianna
14-16
Anna Oxa
Un’emozione da poco
17
Alan Sorrenti
Figli delle stelle
18-23
Bee Gees
Stayin’ alive
24
Antonello Venditti
Sotto il segno dei pesci
25
Bee Gees
Stayin’ alive
26-38
Umberto Tozzi
Tu
39-40
Adriano Celentano
Ti avrò
41
Kate Bush
Wuthering heights
42-52
Lucio Battisti
Una donna per amico

1979

1
Lucio Battisti
Una donna per amico
2
D. D. Jackson
Meteor man
3-5
Bee Gees
Too much heaven
6-10
Pippo Franco
Mi scappa la pipì papà
11
Patrick Hernandez
Born to be alive
12-18
Bee Gees
Tragedy
19-22
Renato Zero
Il carrozzone
23-24
Amii Stewart
Knock on wood
25-38
Alan Sorrenti
Tu sei l’unica donna per me
39-42
Adriano Celentano
Soli
43-45
Julio Iglesias
Se tornassi
46-52
I Ragazzi di Remi
Remi, le sue avventure

1980


1
Heather Parisi
Disco bambina
2-3
I Ragazzi di Remi
Remi, le sue avventure
4-5
Heather Parisi
Disco bambina
6
I Ragazzi di Remi
Remi, le sue avventure
7-8
Heather Parisi
Disco bambina
9-10
Knack
My Sharona
11-24
Buggles
Video killed the radio star
25-26
Katia Svizzero
L’apemaia
27-31
Alan Sorrenti
Non so che darei
32-37
Gianni Togni
Luna
38-39
Miguel Bosé
Olympic Games
40-45
Renato Zero
Amico
46-47
Diana Ross
Upside down
48-52
Spargo
You and me

lunedì 20 aprile 2015

Karl-Heinz Stockhausen - Aus den sieben Tagen (1968) 1^ parte/2^ parte/3^ parte


Numero 246 della Nurse With Wound list.
Ho deciso di postarlo a parte a causa delle dimensioni dell'opera: quindici composizioni.
Composte nel maggio del 1968 (in sette giorni, appunto), in un momento di forte crisi individuale, esse rappresentano uno dei condensati poetici della musica intuitiva (neologismo dello stesso Stockhausen). Definire la musica intuitiva è difficile; secondo la definizione di Andrea Ceccomori, per musica intuitiva "si intende quella forma di improvvisazione che non pone limiti all’utilizzo e alla fusione degli stili e che condiziona la sua espressione alla 'percezione della necessità' del momento, espressa dal pubblico, e/o dai partecipanti nel tempo e nel luogo dell’evento creativo. Come libera espressione musicale, improvvisativa, legata al momento, al concetto di happening, si pone l’obiettivo di sviluppare una forma d’arte strettamente correlata allo stato di coscienza dell’uomo contemporaneo. Questa musica traduce in suoni il vissuto di un momento, sia esso momento interiore che risultato di di elementi esteriori, come una pittura,una poesia,una situazione fisica. Il musicista al quale si apre la dimensione superiore della mente, o sopramentale, coglie il suono nel suo manifestarsi primo".
Da ascoltare (se non altro per meriti storici), ma l'impresa - avvertiamo - è ostica.
D'altra parte: per aspera ad astra.

venerdì 17 aprile 2015

Butthole Surfers - Cream corn (1985)/Rembrandt pussyhorse (1986)/Locust abortion technician (1987)


Si può pensare il rock senza Lady sniff e quel micidiale titolo: Hairway to Steven, che del rock classico, sul versante eroico e leggendario, è assoluto sbeffeggiamento? No, è impossibile. Gli orrori idraulici di Lady sniff e quella presa per i fondelli sono per me irrinunciabili.
E il resto? Ma che musica fanno i Butthole Surfers? Sarcastica, brutale, frantumata, certo, ma anche intensamente drammatica: Comb, Waiting Jimmy to kick, Whirling hall of knives, To parter (da Cream corn e Rembrandt pussyhorse) sono gemme di pura psicopatia americana; sottile, e tanto più inquietante poiché non offre appigli di genere che caratterizzino a priori la carica eversiva (hard rock, punk, metal, doom).
I Butthole sono i serial killer della porta accanto. 
Locust abortion technician, con brani a passo d'elefante, rivela da subito la propria insania riuscendo più prevedibile e meno sconcertante (ma alcuni episodi sono tuttavia rilevanti: la melviniana Pittsburgh to Lebanon e 22 going to 23).

martedì 14 aprile 2015

Achim Reichel - Die Grüne Reise (1971)/AR3 (1972)/AR4 (1973)


Abbiamo già incontrato Achim Reichel  con il suo capolavoro del 1972, Echo (NWW219, ma vedi pure la recensione di Webbaticy); qui è raccolta una sua tripletta dei primi anni Settanta: c'è poco da fare, anche qui si rinvengono dei capolavori. 
Si devono ascoltare queste tracce perché noi tutti amiamo la musica; c'è però un dovere ulteriore, che è quello ristabilire alcune gerarchie: e qui dobbiamo subito affermare che Reichel è un esponente di primo piano della psichedelia europea e, perché no, mondiale; e che è un virtuoso del proprio strumento, la chitarra.
È sempre difficile, se non rischioso, rintracciare influenze postume o precursori, ma è indubbio che il tedesco anticipa di qualche anno, come tecnica, certe cose del più famoso e famigerato Robert Fripp; e che certi passaggi più rilassati hanno il livello della psichedelia del Crosby ultra celebrato di If I could only et cetera.
Ma non voglio farla troppo lunga ... ascoltare rivalutare risistemare aggiungere togliere riclassificare ... siamo qui per questo.